Il Venezuela da ieri sprofonda nel caos. In un video girato nella base militare di Carlota, alle 6 del mattino il presidente ad interim, Juan Guaidò, con al fianco Leopoldo Lopez libero e circondzto da militari venezuelani con al braccio na fascia blu, ha annunciato di aver dato inizio "alla fase finale dell'Operazione Libertà", sotto la premessa che "il momento è ora". "Mi trovo con le principali unità militari della nostra Forza armata" ha spiegato Guaidò, rimarcando di avere l'appoggio di "un gruppo molto importante" di membri delle Forze Armate e non solo a Caracas, ma "in tutto il Paese".
LACRIMOGENI E BLINDATI - Dopo l'annuncio il Paese è stato invaso da migliaia di manifestanti scesi in piazza a protestare. La Guardia Nacional, per reprimere la sollevazione civile e militare, ha fatto uso di lacrimogeni davanti alla base militare La Carlota ad est di Caracas. Ma la situazione non si è placata: almeno due mezzi antisommossa del Gnb, le forze armate venezuelane, si sono lanciati contro i gruppi di manifestanti, come documentano le immagini mostrate dalle emittenti televisive. I due veicoli hanno puntato verso i civili nella zona di plaza Altamira, mentre la guardia bolivariana ha caricato i manifestanti nell'area di Chacaito, con lanci di lacrimogeni e pallottole di gomma. Secondo l'ong Foro Penal vi sono già stati 11 arresti fra i manifestanti.
I FERITI - Nel corso dei disordini, un militare venezuelano è stato ferito davanti alla base di La Carlota. Mentre fonti mediche citate dalla Cnn parlano di almeno 52 feriti negli scontri a Caracas. Fra i 52 si contano 32 feriti da pallottole di gomma e una persona colpita da un'arma da fuoco. Vi sono inoltre 16 persone con lesioni da trauma e tre con difficoltà respiratorie.
Il ministro della Difesa di Caracas, Vladimir Padrinosi è detto 'pronto a usare le armi' per frenare ogni tentativo di insurrezione, minacciando di aprire il fuoco contro i manifestanti. Il ministro ha quindi aggiunto che se vi sarà spargimento di sangue ne sarà responsabile Guaidò.
L'ong venezuelana per i diritti umani Foro Penal ha riferito che 119 persone, di cui 11 adolescenti, sono state arrestate durante le manifestazioni di protesta che sono state realizzate ieri in differenti stati del Venezuela. Lo stato che ha registrato il maggior numero di arresti è quello di Zulia, con 68 persone. Seguono gli stati di Carabobo (10 arresti), Aragua (9 arresti) e Merida (8 arresti). Foro Penal riporta inoltre arresti negli stati di Lara, Monagas e Tachira (5 persone per ogni stato), nell'area di Caracas (4 persone), nello stato di Bolivar (3 persone) e in quelli di Miranda e Trujillo (un arresto per ogni stato).
UN MORTO - Un 24enne è morto nel corso delle proteste scoppiate nello stato venezuelano di Aragua, durante il tentativo del leader dell'opposizione, Juan Guaidò, di rovesciare il governo del presidente Nicolas Maduro. A riferirlo è l'Ong Provea. Nella rivolta sono rimaste ferite finora 95 persone, 26 ad Aragua e 69 Chacao, nello stato di Miranda, uno dei cinque Comuni del Distretto metropolitano di Caracas. Secondo la Ong, il giovane ucciso si chiamava Samuel Enrique Mendez. Un deputato dell'opposizione ha diffuso su Twitter un video che mostra un gruppo di manifestanti che marciano per strada con il corpo del ragazzo e cantano l'inno nazionale. L'Ong ha aggiunto che le proteste contro la presidenza di Maduro si sono diffuse in 28 stati e le vittime, dal 2013 quando Maduro è stato eletto per la prima volta ad oggi, sono 271.
LIBERATO LOPEZ - In mattinata il leader dell'opposizione venezuelano, Leopoldo López, che si trovava agli arresti domiciliari, è stato liberato in un'azione condotta da forze anti-chiaviste e coordinata da Guaidò. Poi, insieme i due hanno marciato attraverso Caracas e arringato la folla con un megafono, parlando in piedi sopra il tetto di un'auto. "Oggi vinciamo la paura. Oggi come presidente incaricato, legittimo comandante delle forze armate, convoco tutti i soldati e la famiglia militare ad accompagnarci per una lotta non violenta", ha detto Guaidò. Lopez, invece, dopo aver spiegato che la sua liberazione dagli arresti domiciliari è conseguente all'indulto proclamato da Guaidò per tutti i prigionieri politici, è stato accolto con la famiglia, inizialmente dall'ambasciata cilena a Caracas. Il leader dell'opposizione venezuelana Leopoldo López ha lasciato successivamente l'ambasciata del Cile e ha deciso di trasferirsi presso quella di Spagna a Caracas, con la sua famiglia. "Si tratta di una decisione personale, considerando che la nostra ambasciata aveva già altri ospiti", ha spiegato il cancelliere Ampuero su Twitter.
LA REAZIONE DI MADURO - Il governo venezuelano, dal canto suo, grida al golpe. Per Caracas è in corso un tentativo di "colpo di Stato" da parte di "militari traditori". Mentre Maduro, via Twitter, ha ribadito di tenere i "nervi d'acciaio". "Chiedo la massima mobilitazione popolare per garantire la vittoria della pace - ha scritto -. Vinceremo!".
SOCIAL BLOCCATI E VOLI CANCELLATI - In tutto il Paese è difficile accedere a Twitter e Facebook e complicato navigare online. Un volo Air France partito da Parigi per Caracas, scrive 'Le Figaro', ha fatto marcia indietro mentre si trovava sopra l'Atlantico, probabilmente a causa della situazione nel Paese sudamericano.
USA CON GUAIDO' - Il dipartimento di Stato americano ha esortato tutti i cittadini statunitensi in Venezuela a lasciare "immediatamente" il Paese e il presidente americano Donald Trump ha palesato il suo sostegno a Guaidò: "Gli Stati Uniti sono a fianco del popolo del Venezuela per la sua libertà" ha sottolineato.
L'APPOGGIO DI SALVINI - Dall'Italia fa il tifo per Guaidò il vicepremier Matteo Salvini, che si è detto "vicino al popolo venezuelano, all'assemblea nazionale e al suo presidente Guaidò".
“Per il bene del popolo venezuelano e dei tantissimi italiani che da anni soffrono per colpa di uno degli ultimi regimi comunisti sulla faccia della terra ci auguriamo una soluzione pacifica e non violenta della crisi che porti a libere elezioni e all’allontanamento del dittatore Maduro che sta affamando, incarcerando e torturando il suo popolo. Sono vicino al popolo venezialenano, all’assemblea nazionale e al suo presidente Guaidò”. Lo dice Matteo Salvini.
IL M5S NO GOLPE MILITARE SOSTENUTO DA ESTERO -"Esprimiamo profonda preoccupazione per il tentativo di colpo di stato in corso in Venezuela e per il rischio di una deriva violenta della crisi politica che, come più volte auspicato dal Governo italiano e appena ribadito dalla Ue, va risolta con il dialogo e con la convocazione di nuove elezioni. La futura leadership politica deve essere legittimata da un libero processo democratico, non imposta con la forza per mezzo di un golpe militare sostenuto dall'esterno, come accadeva negli anni più bui della storia dell'America Latina". Così i senatori M5s della Commissione Esteri del Senato all'Ansa.
M5S, 'PREOCCUPATI PER ITALIANI, SERVONO ELEZIONI' - ''Quel che sta accadendo è gravissimo e siamo preoccupati, soprattutto per gli italiani che vivono nel Paese.
Auspichiamo una soluzione pacifica del conflitto, il M5S è dalla parte di chi vuole e sostiene la democrazia. Crediamo che l'unica vittima di tutto questo caos sia il popolo venezuelano. Si avvii un processo di riconciliazione nazionale che porti quanto prima ad elezioni libere e trasparenti''. Lo dice il M5S in una nota all'Adnkronos
VENEZUELA: FONTI CHIGI, TRANSIZIONE POLITICA PACIFICA CONTE SEGUE CON MASSIMA ATTENZIONE, SERVONO LIBERE ELEZIONI - Il premier Giuseppe Conte, si apprende da fonti di Palazzo Chigi, segue da vicino e con la massima attenzione gli sviluppi di queste ore in Venezuela. Il governo italiano auspica una transizione politica pacifica e un'evoluzione democratica del Paese attraverso libere elezioni come da volontà diffusamente manifestata dal popolo venezuelano.
Il governo è, inoltre, particolarmente vicino alla vasta comunità di origine italiana presente in Venezuela, sottolineano le stesse fonti, all'Ansa.
ANDREA DELMASTRO (FDI): "RESTA SOLO L'ITALIA A SOSTENERE MADURO" - "La storia si sta incaricando di proclamare la libertà del popolo venezuelano che a Caracas continua a scendere in piazza per sostenere Guaidó. Anche i militari che in queste ore hanno liberato l'oppositore Leopoldo Lopez, sostengono ormai apertamente il presidente ad interim".
Lo dichiara Andrea Delmastro, deputato di Fratelli d'Italia e capogruppo in commissione Esteri. "Senza l'appoggio dei militari - prosegue Delmastro - il regime di Maduro ha ormai un solo sostegno in tutto il mondo: quello del governo italiano che non ha ancora riconosciuto Guaidò. Ci appelliamo ancora una volta al nostro governo affinché non rimanga al palo della storia e al fianco del dittatore rantolante". (AdnKronos)
E L'EUROPA? - L'Ue ha fatto sapere di seguire "attentamente gli ultimi avvenimenti in Venezuela". "Ribadiamo che ci può essere solo una via d'uscita politica, pacifica e democratica dalle multiple crisi che il Paese sta affrontando - ha detto l'Alto Rappresentante dell'Ue per gli Affari Esteri, Federica Mogherini -. L'Ue respinge qualsiasi forma di violenza e fa appello perché ci sia la massima moderazione, per evitare la perdita di vite umane e un'escalation delle tensioni".
L'Ue, ha aggiunto Mogherini, "è saldamente al fianco del popolo venezuelano e delle sue legittime aspirazioni democratiche. Continueremo a non risparmiare alcuno sforzo per ottenere il ripristino della democrazia e dello Stato di diritto attraverso elezioni libere e corrette, in linea con la Costituzione venezuelana".
USA - Secondo il segretario di Stato Usa Mike Pompeo, poche ore dopo il discorso di Guaidó a La Carlota , il gioco era fatto, e Maduro aveva un aereo pronto sulla pista dell’aeroporto di Caracas, destinazione L’Havana. Ma all’ultimo momento ci ha ripensato, spinto proprio dagli apparati d’intelligence cubani e russi. Un’accusa esplicita, rinforzata subito dopo dalla minaccia evocata direttamente da Trump di emanare un embargo totale contro Cuba - uno dei principali partner commerciali e politici di Caracas - alla prossima intromissione negli affari venezuelani.
1 MAGGIO - Convocata da Guaido per oggi, primo maggio, a riempire le strade di un paese allo stremo in quella che nelle intenzioni dovrebbe essere “la più grande manifestazione della storia del Venezuela”. Una convocazione alla quale Maduro ha risposto duramente, minacciando di intervenire contro chiunque “sostenga il colpo di stato” i cui protagonisti “non rimarranno impuniti”.
REAZIONE DI MADURO - Alle 21 di ieri Nicolas Maduro si riprende la scena della crisi venezuelana e alla tv di stato dichiara ufficialmente “fallito il golpe delle forze imperialiste”. Il tono è trionfale, l’eloquio fluviale (l’intervento dura un’ora). In Italia sono le tre del mattino, ma per il Venezuela è pieno prime time. Per tutta la giornata il leader chavista aveva stupito tutti gli osservatori internazionali disertando i mezzi di comunicazione e limitando la sua presenza mediatica a un singolo tweet. Un silenzio gonfio di interrogativi. Forse addirittura il primo vero segno di una resa possibile.E invece no. E’ ancora saldamente al comando. O almeno questo è il messaggio. “L’opposizione voleva provocare l’intervento yankee nel nostro paese, ma li abbiamo respinti ancora una volta”, esulta il leader chavista in quella che alla fine risulterà come la studiata risposta al video postato all’alba dal suo rivale Guaidó per lanciare “l’assalto finale contro l’usurpatore”