Ennesimo incidente di cui è protagonista l’operatore culturale Luigi Pignatelli. In sella alla propria bici, il presidente dell’Associazione Culturale Hermes Academy Onlus – Arcigay Taranto, provenendo da Corso Italia, si era immesso in Viale Magna Grecia, quando, alle ore 12.30 circa di sabato 5 settembre, è stato travolto da un’auto, che sopraggiungeva alle sue spalle, all’altezza della restrizione della carreggiata per lavori sul manto stradale. Fortunatamente è riuscito a rialzarsi da solo dopo pochi secondi, evitando di essere investito dalle auto che continuava a scorrere. Precisiamo che il tratto dell’incrocio destinato alle bici è momentaneamente transennato.
Pignatelli ha riportato escoriazioni alle ginocchia, alle nocche della mano destra e alla caviglia destra, che ha preferito medicarsi da sé.
“Questa volta non mi sono procurato alcun danno permanente, solo qualche graffietto e livido, ma è necessario diffondere la cultura della bicicletta ed educare al rispetto delle norme stradali. Gli automobilisti hanno poco rispetto per i ciclisti e la nostra città non è affatto un posto sicuro per coloro i quali, come me, preferiscono i velocipedi alle automobili.”
Pignatelli, convinto della necessità di diffondere notizia di episodi di questo tipo, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica, ha prontamente condiviso sui propri profili instagram e facebook foto che documentano l’accaduto, con una sintetica cronaca.
Ennesimo incidente.La coppia, lei (al volante) romana e lui tarantino, dapprima mi ha urlato le peggiori cose; poi, data la mia signorilità nel rispondere, mi ha chiesto scusa ed abbracciato. Come sempre, e come possono testimoniare le persone che attendevano il bus alla fermata a pochi metri dall’incrocio tra viale Magna Grecia e Corso Italia, io ho ragione. Ma non ho preso la targa e non intendo chiedere i danni. Sono troppo buono, vero? Il Comune di Taranto ha il dovere di salvaguardare i ciclisti! PS Mi spiegate il senso della guardia medica che presidia qui? “Non abbiamo nulla per medicarti” è stata la risposta alla mia richiesta di aiuto.
Numerosissime le attestazioni di affetto e stima, scritte in calce al post pubblico.
Mezz’ora dopo, per sdrammatizzare, ha aggiunto:
Tra qualche mese è il mio compleanno. Qualora voleste farmi un regalo, casco e ginocchiere sarebbero gradite.
La frase del giorno: “Ti ho preso in pieno. Scusa!” #simpaticaautistaromanasuvialemagnagrecia #ginocchiocaviglianoccaescoriati#guardiamedicainesistente#rispettateiciclisti#guidateconprudenza
E poi:
Ho sempre amato poco le automobili. Fino alla pubertà, ho puntualmente vomitato all’interno dell’abitacolo e ricordo con simpatia il matrimonio di un mio cugino, in quanto mia madre dovette prendere parte al ricevimento con l’abito macchiato e maleodorante di contenuti gastrici fuorusciti dalla mia boccuccia durante il viaggio di andata. Gli innumerevoli automobilisti che mi hanno investito nel corso degli anni stanno mettendo a dura prova il mio animo gentile. Non voglio odiare gli automobilisti, ma non è facile combattere contro il mio lato oscuro.#vivalabici#abbassoleauto
Meno di due settimane fa (lunedì 24 agosto) l’attore e formatore tarantino, sulla propria seguitissima pagina facebook, aveva lanciato un altro appello agli amministratori comunale, taggati nel post che segue.
Tornato sano e salvo in città, in sella alla mia fidata bici, da Leporano Marina, località Luogovivo, mi domando a chi mai possa servire la pista ciclabile in viale Magna Grecia, già da me criticata durante i lavori (sebbene il mio ex, in essi coinvolto, mi avesse imposto di tacere). Percorrere viale Unità d’Italia in bici è una lotta continua: contro la strada colma di buche; contro gli automobilisti incivili che ti tagliano la strada, ti spingono sull’erba incolta, ti urlano contro le peggiori cose e ti gettano addosso acqua di dubbia provenienza; contro i cani randagi; contro il buio pesto, che tra l’altro mi ha impedito di evitare due bottiglie di birra, entrambe frantumatesi sotto le mie ruote, con conseguente pericolosissima pioggia di cocci di vetri, dalla quale sono (grazie a Dio) uscito illeso. E la storica pista ciclabile di viale Jonio / viale Vigilio appare ormai una discarica a cielo aperto, perennemente interrotta da auto parcheggiate (sia in doppia fila che tra linee contradditoriamente bianche). Gentili amministratori, che tanto dite di stimare il mio operato, vi prego di accogliere questa denuncia che non è solo di un ragazzo che è stato investito già 5 volte, ma è di tutti coloro i quali non possono permettersi di prendere la patente, acquistare un'auto o pagare il biglietto del bus. È importante diffondere la cultura della bicicletta. La bicicletta è ecologica, ti rende autonomo e ti permette di vivere nel modo più naturale possibile.
Ricordiamo che il 3 giugno scorso, mentre era in sella alla propria bici, Pignatelli fu investito su Via Ancona e riportò un trauma cranico non commotivo, una profonda ferita lacerocontusa sotto l’arcata sopraccigliare destra (chiusa con sutura estetica), contusioni ed escoriazioni multiple (all’emitorace destro, allo zigomo destro, alla piramide nasale, sulla schiena, nella zona del coccige, al ginocchio destro, al piede sinistro e sulle braccia). Gli agenti e gli operatori che gli prestarono il primo soccorso, consigliarono di adire le vie legali per chiedere danni fisici e morali, ma, data la reazione estremamente collaborativa della conducente dell’auto, la vittima non volle chiedere il risarcimento che gli spetta di diritto, per le lenti da sole Gucci graduati, il cellulare S3, la bici e soprattutto i punti di sutura sotto l’arcata sopracciliare e la cicatrice permanente che gli deturpa il viso. Dopo più di un mese, in data mercoledì 15 luglio, l’operatore socio-culturale si vide recapitare all’indirizzo del proprio domicilio un verbale di contestazione di violazione del codice della strada, in cui Pignatelli viene accusato di aver impegnato l’intersezione stradale omettendo di dare la precedenza ad altri veicoli. La pena pecuniaria assegnata all’operatore socio-culturale è di 179,00 euro, oltre alla sospensione della patente (che Pignatelli neppure ha). Oltre al danno, la beffa. Pignatelli contattò prontamente il numero telefonico della Polizia Municipale, per avere delucidazioni in merito, e l’agente gli consigliò di recarsi personalmente presso il Comando. Meno di un’ora dopo Pignatelli era lì, ma gli fu negato di interloquire con il comandante e gli fu intimato di pagare la contravvenzione, “dato che le indagini ti condannano”. Pignatelli chiese spiegazioni, spiegazioni che gli furono negate. E quando Pignatelli confidò con estrema sincerità la propria delusione e l’amarezza per l’operato di un corpo in cui confidava, tre agenti donne gli intimarono di uscire. Condotta davvero riprovevole. I legali dell’operatore culturale hanno fatto ricorso, per il quale si attende il responso del Prefetto.