ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Lunedì, 07 Settembre 2015 07:34

Taranto - “Ribelle” (Brave), film del 2012 nel cineforum sulla diversità della Hermes Academy

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Lunedì 7 settembre, presso la sede dell’Associazione Culturale Hermes Academy Onlus – Arcigay Taranto in Via Pupino #90, nel cuore del borgo umbertino, a partire dalle ore 21.00, per il nuovo appuntamento del Cineforum sulla diversità dedicato ai più giovani, verrà proiettato “Ribelle” (Brave), film del 2012, diretto daMark AndrewseBrenda Chapman. La partecipazione è libera e gratuita; è però necessario prenotare al+39388 874 6670.

A seguire la recensione di Gabriele Niola.

La principessa Merida è è tutta suo padre e poco sua madre. Coraggiosa, audace e insofferente alle regole di corte preferisce cavalcare e tirare con larco piuttosto che sedere a tavola composta o curare i suoi immensi capelli rossi. Costretta a sposare uno tra i pretendenti che si scontrano per la sua mano decide di sovvertire le regole e rinnegare la tradizione, subendo la conseguente ira materna. Fuggita nei boschi per la disperazione, incontra una vecchia strega che le offre un rimedio magico ai suoi problemi. Invece che acquietare i contrasti con la madre, il rimedio trasformerà questultima in un orso, lanimale più odiato dal battagliero padre, quello che anni prima gli staccò una gamba. Tutto ciò cheRibelle ha da dire di originale e affascinante sui suoi personaggi, lo afferma nei primissimi minuti, in quel segmento che anticipa la comparsa improvvisa del titolo e che, come ogni prologo che si rispetti, oltre a narrare un antefatto fondamentale mette anche in scena un livello di lettura più profondo della trama. Si tratta di quellidea allargata di coraggio intesa come lunione di forza, ardore e sentimentalismo che esprime il titolo originale (Brave) e che in italiano dovrebbe diventare sinonimo, non si sa bene perché, di ribellione. Quello del prologo è un luogo comune del cinema e delle favole che la Pixar ama riproporre dilatandolo, modificandolo, tradendolo e deformandolo. Lha esteso a quasi mezzora inWall-E, lha reso muto e dilaniante inUpma inRibelle (come era accaduto perAlla ricerca di Nemo) torna a una versione classica, come classico sarà tutto il resto del film. Contrariamente al resto della produzione Pixar, infatti,Ribelle è una favola molto canonica, che sfrutta il passaggio di età di una principessa per orchestrare un racconto di responsabilizzazione e risoluzione dei contrasti generazionali attraverso unavventura fantastica. Se la Disney con Rapunzelaveva raccontato di una principessa che capisce di dover conquistare lindipendenza dalla sua figura materna attraverso un atto di ribellione, ora la Pixar propone il rovescio della medaglia: una ribelle che per realizzarsi comprende di dover venire a patti con i genitori e quindi con la tradizione. Non è allora sul versante del racconto che questa volta lo studio di Lasseter riesce a stupire, quanto su quello visivo e attoriale. Merida è probabilmente il personaggio dal look più interessante degli ultimi 20 anni, dotata di una chioma rossa che da sola ne illustra la forza combattiva, la dolcezza e le asperità di carattere. Inoltre, portando avanti uno studio e una sperimentazione sullespressività dei volti in computer grafica (rigorosamente senza uso di motion capture),Ribelle compie un ulteriore passo in avanti verso unidea di vera e propria recitazione da parte di personaggi animati. Proprio la struttura estremamente canonica e priva di sorprese della trama mostra come, nelle scene madri, la qualità e la gestione dellemotività espressa dal film passino soprattutto attraverso volti e sguardi. In un tipo di cinema (lanimazione) che non ha mai potuto puntare sulla recitazione per la veicolazione dei propri significati la Pixar, daToy story 3in poi, sempre di più introduce una propria visione della recitazione di personaggi disegnati al computer

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