Il proprietario del ristorante, per sensibilizzare le future generazioni e renderle attente alle meraviglie del mare, ha infatti deciso che l’animale non verrà cucinato. Il crostaceo avrà maggiori possibilità di sopravvivere rispetto al mare aperto: a causa del suo colore, infatti, sarebbe una facile preda. Secondo l'Istituto per le aragoste dell'Università del Maine la colorazione è dovuta a una mutazione genetica, che si presenta in un caso ogni due milioni di aragoste, solo una è blu. Ovviamente il preziosissimo crostaceo, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non è finito in pentola, ma nell’acquario statale del Maine. Quindi mettetevi l’anima in pace: difficilmente in vita vostra avrete la fortuna di vedere una “vera aragosta blu”, e tanto meno di mangiarla.