Venti le riparazioni effettuate. Realizzato un recupero di acqua di 200 litri al secondo Bari, 31 luglio 2019 - Nuovi interventi di manutenzione effettuati sul Canale Principale di Acquedotto Pugliese, che trasporta il 25 per cento del fabbisogno idrico della Puglia.
I lavori sono stati eseguiti su 20 lesioni riscontrate sulle due canne, al fine di eliminare la dispersione idrica e migliorare la stabilità dell’opera stessa. Tali attività hanno consentito il recupero di circa 200 l/s di acqua.
Il Canale Principale, un’opera ciclopica per lunghezza e tipologia, è la prima condotta che ha portato l’acqua potabile dalla sorgente del Sele, in Campania, alla Puglia sitibonda, oltre un secolo fa. Una lunghissima attesa che ha portato con sé civiltà e progresso. I lavori sono stati effettuati sulle due canne in parallelo in c.a. del diametro di 1,600 mt del sifone denominato Fiumara Venosa. Queste condotte, direttamente collegate al Canale Principale, presentano da sempre complessità nell’attività di manutenzione. Trattasi di lavori su un impianto che nel tempo ha subìto assestamenti del suolo e atti di sabotaggio nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Le scosse più forti subìte dalla rete risalgono al famoso terremoto del 23 novembre del 1980, meglio conosciuto e ricordato come il terremoto dell'Irpinia. Fu colpita la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale. Il suo epicentro fu proprio nei pressi delle sorgenti del Sele (nei comuni di Teora, Castelnuovo di Conza e Conza della Campania). La sua potenza fu devastante: pari al X grado della scala Mercalli. Causò danni ingentissimi all’intera zona coinvolta e furono contati oltre 2.900 morti. Non rimasero indenni le strutture di Acquedotto Pugliese. Le sorgenti di Caposele e Cassano Irpino, ancor oggi, assicurano quella preziosa risorsa di approvvigionamento di acqua pura che soddisfa il 25 per cento del fabbisogno idrico della regione Puglia. “Le sorgenti dell’Irpinia, Caposele e Cassano Irpino sono all’origine dell’essere di Acquedotto Pugliese. Intuizione tecnica, generosità di un territorio ricco di acqua che confluiva verso il Tirreno, grande volontà e capacità politica di pionieri dell’epoca, il lavoro quasi di una moltitudine di persone, riuscirono a portare quella preziosa acqua in Puglia. Fu la salvezza e la civiltà per la nostra regione, da sempre senz’acqua. Acquedotto Pugliese conserva vive tutte le ragioni di quella scelta e di quella grande solidarietà. I nostri costanti e sistematici interventi, i nostri accurati lavori di manutenzione sugli impianti, le nostre campagne per la lotta agli sprechi, sono un segno tangibile che di quella preziosa ricchezza nulla va sprecato”. Così ha commentato questi lavori il Presidente di AQP, Simeone di Cagno Abbrescia.
Per poter effettuare gli interventi necessari, si è proceduto a programmare, grazie all’impiego dei nuovi sistemi di gestione del flusso, una complessa serie di manovre, che hanno determinato una riduzione
del flusso idrico in quel tratto di Canale. Manovre che, con la traslazione delle portate idriche dal Canale Principale agli altri vettori idrici della grande adduzione, riportate anche più a valle nel sistema di distribuzione idrico pugliese, hanno permesso, nell’arco di circa 15 giorni, la riduzione del flusso senza ripercussioni alle utenze. Ciò ha reso possibile il temporaneo fuori esercizio di una canna per volta del sifone, permettendo le diverse riparazioni con l’impiego di tecniche e materiali innovativi.
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Foto 1 - Percorso del Sifone fiumara Venosa sino alla camera di Valle, con evidenza dei dissesti del terreno dovuti alle cospicue perdite |
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Foto 2 - perdita idrica emersa in superficie |
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Foto 3 - condotta scoperta con evidenza della perdita idrica |
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Foto 4 - contenimento temporaneo della perdita con sacchi di sabbia |
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Foto 4 - contenimento temporaneo della perdita con sacchi di sabbia |
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Foto 5 - lesione della condotta evidente dall'esterno |
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Foto 6 - Lesione in evidenza dall'interno della condotta |
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Foto 7 - Riparazione di una lesione dall'interno |
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Foto 9 - Riparazione di lesioni diffuse dall'esterno con resine colabili e rinforzo condotta con malte cementizie e armatura di rete in fibra |