Infatti lei, la Dama, sarà Sara Luce Cruciani, una giovanissima donna di 17 anni la cui immagine, insieme a quella della madre Stefania, la mattina di quel fatale 6 aprile 2009 che sconvolse L’Aquila, apparve con i segni della tragedia sul volto. Lui, il Giovin Signore, si chiama Federico Vittorini, ed è il figlio di quel Vincenzo Vittorini, medico, che nel terremoto perse la moglie e una figlia, e che nei giorni successivi alla tragedia, con il cuore squarciato dal dolore e con immenso commovente coraggio, era in una delle tendopoli allestite nella periferia della città ad offrire alla popolazione ferita nell’anima la sua competenza professionale.
Questo nostro concittadino meriterebbe la medaglia al valor civile, come leggevamo da ragazzi in quel libro Cuore di Edmondo De Amicis che non è più di moda. Federico, dunque, il Giovin Signore, ha perso la madre e una sorellina nel crollo della sua casa in via Sturzo. Quest’anno il Corteo sarà il più bello mai visto, giacché a sfilare, insieme alla bellezza fisica dei due giovani, ci sarà la memoria del dolore, che, essendo l’altra faccia dell’amore, è la vera bellezza cristiana, quella più intonata all’autentico spirito celestiniano: l’unico vero patrimonio “culturale” da conservare.
Vi assisterò con piacere, e passerò volentieri sopra i disinvolti anacronismi e i garruli sbandieramenti di quella che è una manifestazione che mescola il sacro con il profano e la fede con il folclore. Complimenti al sindaco e all’amministrazione comunale per questo salto di qualità.