Il video di Repubblica, il migliore, fra quelli realizzati da siti e testate si sofferma sulla donna (nell’immagine) prona sul feretro. Dopo saranno i colleghi delle Iene - e il video si sofferma solo sulle mani che accarezzano Nadia per l’ultimo saluto -. “Nulla sarà come prima” avevano detto il 13 agosto mattina dando la notizia.

Anche per noi nulla sarà come prima se non partendo da quel gusto sottile della verità che è l’anima di un mestiere, quello sancito dalla Costituzione, per il diritto del cittadino ad essere informato.

Il sacerdote, Don Patriciello parroco della Terra dei fuochi, ha detto che le mamme dei bambini colpiti nel sangue l’avevano conosciuta, perché Nadia era un tornado di verità e aveva scelto il sud per le sue battaglie. Cosi come le mamme tarantine accorse ieri a Brescia con tanto trasporto.

Ora i tarantini si chiedono se, per mantenere un legame con la città, possa essere intitolata una strada o meglio, come dice in un video Francesco D’Eri di Fratelli d’Italia, una scuola dei Tamburi.

Noi semplicemente crediamo che dopo la cittadinanza onoraria donata alla giornalista bresciana ci sia, da parte di tutti, al netto delle stupidaggini e delle brutte cose scritte da infami, sulle quali non torneremo più, il ricordo di un'esperienza che si traduca nel fare, nell’agire, nel determinare, come se fosse un vento buono che ora spira sulla città - e non è Wind Day – uno zefiro benefico che ci conforta e che ha ora un nome.