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Mercoledì, 09 Ottobre 2019 16:02

Tagliati 345 parlamentari Per gli eletti all'estero, da 12 a 8 i deputati e da 6 a 4 i senatori,

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Il taglio dei parlamentari votata dalla Camera porterebbe da 630 a 400 i deputati e da 315 a 200 i senatori. Per gli eletti all'estero, da 12 a 8 i deputati e da 6 a 4 i senatori, Michele Schiavone, segretario generale del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (Cgie), "questa decisione riporta indietro nel tempo il processo di integrazione degli oramai sei milioni di cittadini italiani, nella vita sociale e politica del nostro paese"

E sforbiciata sia. Alla fine il taglio dei parlamentari è diventato legge. La Camera ha approvato ieri in via definitiva la riforma costituzionale che riduce il numero di senatori e deputati. Ora passeranno rispettivamente dagli attuali 315 a 200 e da 635 a 400. Il voto ha raccolto un consenso bulgaro: i voti favorevoli sono stati 553 su 567 votanti, 14 i contrari e due astenuti. Nessun voto contrario nei 5 Stelle. Nonostante alcune previsioni parlassero di dissidenti 'in sonno', pronti a venire allo scoperto in Aula al momento del voto, il gruppo è rimasto compatto. Su 215 deputati, cinque risultavano in missione e cinque non hanno partecipato al voto. Tutti

I 14 no vengono tutti dal gruppo Misto oltre a quello di Marzia Ferraioli di Fi. Due gli astenuti: Bruno Tabacci del Misto e la dem Angela Schirò. Per quanto riguarda le singole forze politiche, nei 5 Stelle risultavano in missione 5 deputati (Francesca Businarolo, Andrea Colletti, Federica Dieni, Maria Marzana e Leda Volti) mentre non hanno partecipato al voto: Sebastiano Cubeddu, Massimiliano De Toma, Paolo Giuliodori, Stefania Mammì e Roberto Rossini. Mentre nel Pd non hanno partecipato al voto Micaela Campana, Paolo Gentiloni e Francesca La Marca. Nessun deputato dem in missione. Due deputati di Italia Viva non hanno partecipato al voto (si tratta di Nicola Carè e Massimo Ungaro) e poi Rossella Muroni di Leu. La più corposa compagine dei non partecipanti al voto è stata quella azzurra con 25 deputati, i leghisti sono 8 (Virginio Caparvi, Luis Di San Martino Lorenzato, Cristian Invernizzi, Donatella Legnaioli, Augusto Marchetti, Carlo Piastra, Tiziana Piccolo e Adolfo Zordan), uno di Fdi (Salvatore Caiata).

A Montecitorio la festa dei Cinquestelle è contagiosa, con i deputati grillini che hanno aperto un enorme striscione con disegnate poltrone rosse, tenendo in mano cartelli e delle forbici giganti in cartone simboleggianti la sforbiciata. Esultano tutti a partire dal leader pentastellato: "E' una grandissima vittoria del popolo e dei cittadini italiani" dice Luigi Di Maio ai cronisti che lo attendono davanti a Montecitorio. "Quando abbiamo iniziato nessuno ci credeva. Passiamo da 945 parlamentari a 600 parlamentari e lo facciamo con una riforma storica di cui tutti si ricorderanno: i nostri figli, i nostri nipoti". Gli fa eco il segretario del Pd, Nicola Zingaretti: "La riduzione dei parlamentari è una riforma che il centrosinistra e il Pd portano avanti, in forme diverse, da 20 anni - scrive su Facebook - Oggi abbiamo deciso di votarlo tenendo fede al primo impegno del programma di Governo e anche perché abbiamo ottenuto, così come da noi richiesto, che si inserisca dentro un quadro di garanzie istituzionali e costituzionali che prima non c'erano". Soddisfatto anche il premier Giuseppe Conte: "Per l’Italia è una giornata storica" twitta il presidente del Consiglio.

Anche dall'opposizione, alla fine, non c'è alcun dietrofront. "A differenza del Pd e dei 5 stelle, la Lega non tradisce e mantiene la parola" spiega il numero uno della Lega Matteo Salvini. "Fiera" del risultato il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Il testo approvato tuttavia, per ora non avrà effetto. C'è già chi, come Benedetto Della Vedova di +Europa e Roberto Giachetti di Italia Viva, sta già preparando le richieste per il referendum confermativo. "La mia lealtà finisce qui - annuncia Giachetti - un minuto dopo sarò al lavoro per raccogliere le firme per chiedere un referendum per dire no a questa riforma".

"Approvato dal Parlamento il ddl costituzionale per ridurre il numero dei parlamentari - ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio Giuseppe Conte -. Una riforma che incide sui costi della politica e rende più efficiente il funzionamento delle Camere. Un passo concreto per riformare le nostre Istituzioni. Per l'Italia è una giornata storica". 

"Una riforma storica, una grandissima vittoria per i cittadini italiani", ha detto Luigi Di Maio davanti alla Camera. "Questa è la vostra vittoria", ha detto poi rivolgendosi ad alcuni sostenitori venuti a celebrare la riforma.

"A differenza del Pd e dei 5 stelle la Lega non tradisce e mantiene la parola". Così il leader della Lega, Matteo Salvini, sul taglio dei parlamentari.

"È il giorno che aspettiamo da sempre - ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro -. Con il sì trasversale delle forze politiche alla riduzione dei parlamentari il M5S fa la storia di questo Paese, scrivendo una stupenda pagina di democrazia. Dopo oltre trent'anni di promesse mancate il taglio di deputati e senatori è realtà: inizia una nuova stagione politica, ora al centro ci sono i cittadini". Fraccaro ha garantito "il massimo impegno per quella che sarà a tutti gli effetti una legislatura costituente". 

"La riduzione dei parlamentari è una riforma che il centrosinistra e il Pd portano avanti, in forme diverse, da 20 anni - ha scritto su Facebook il segretario del Pd Nicola Zingaretti -. Oggi abbiamo deciso di votarlo tenendo fede al primo impegno del programma di Governo e anche perché abbiamo ottenuto, così come da noi richiesto, che si inserisca dentro un quadro di garanzie istituzionali e costituzionali che prima non c'erano. Ecco il motivo del nostro sì, rispetto al no che avevamo dato qualche mese fa. Ora andiamo avanti per migliorare la vita degli italiani". 

"Fratelli d'Italia voterà oggi a favore del taglio del numero dei parlamentari - dichiara il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni -. I nostri voti sono stati decisivi nel corso dell'iter parlamentare e lo rivendichiamo con orgoglio. Diminuire il numero di deputati e senatori è un primo passo per ridurre la distanza tra i cittadini e il palazzo ma non basta assolutamente. Due i passi da compiere: l'elezione diretta del Presidente della Repubblica e l'abolizione dell'istituto ottocentesco dei senatori a vita. Su queste due riforme, richieste da anni dai cittadini e sostenute da sempre dalla destra, Fratelli d'Italia lancia un appello a tutto il Parlamento e le forze politiche. Basta perdere tempo".

"Non c'è dubbio alcuno che il nostro sistema vada riformato, lo si dice da decenni e lo si è tentato di fare, e più andiamo avanti e più il ritardo è colpevole. E' il taglio dei parlamentari la risposta? E' evidente che non lo è. Lo sappiamo tutti che la risposta sarebbe il superamento del bicameralismo". Lo ha detto Roberto Giachetti in Aula alla Camera annunciando il proprio sì, per lealtà alla maggioranza, ma annunciando l'intenzione di raccogliere le adesioni dei deputati per chiedere il referendum.

Forza Italia vota a favore del taglio dei parlamentari perché "interpreta una parte del contenuto della riforma del centrodestra del 2005": ad annunciarlo Roberto Occhiuto. "Ci siamo chiesti - ha detto Occhiuto - quale atteggiamento tenere. Avevamo la preoccupazione di essere confusi con M5s: differenziarci dal populismo o rimanere coerenti con i programmi del centrodestra che nel 2005 votò il taglio dei Parlamentari". Fi ha deciso di privilegiare la "coerenza". "Il taglio dei parlamentari - ha aggiunto Occhiuto rivolgendosi a M5s - non è una vostra invenzione, addirittura è stato votato due volte, nel 2005 e nel 2015 che affrontavano in maniera più organica il tema delle nostre istituzioni. Si voterà per la terza volta, e noi la voteremo".

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