ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Sabato, 12 Ottobre 2019 08:49

La mattanza del popolo Curdo, L'Europa non può permetterselo

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Se cercate il nome, il Kurdistan, individuate più un’etnia, un area geografica, una nazione, non uno stato indipendente, esiste persino un Kurdistan iracheno e uno siriano, tutto schiacciato sotto la Turchia di Erdogan.

I Curdi sono un popolo. Dovrebbero avere e questo lo sa Washington ma anche l’Europa, un riconoscimento per il loro valore, per aver combattuto e liberato il medio oriente dall’Isis. Non è un caso che ora, con i bombardamenti si stiano aprendo le prigioni ai feroci miliziani del Daesh. Questo preoccupa tutti, tranne il diavolo turco che sta procedendo verso una sostituzione etnica per liberarsi dall’invasione dei rifugiati siriani. L’Europa non può stare a guardare. Pena la sua fine morale.  

I Curdi in Italia reagiscono con una forte dichiarazione:

  "L'Occidente ha tradito la nostra popolazione. Ha usato i curdi per sconfiggere l'Isis e, adesso che non servono piu', li abbandona. È un tradimento, dell'Occidente in generale e degli Stati Uniti in particolare. Nella regione del Rojava, il Kurdistan siriano, sono morti 11 mila partigiani curdi, uomini e donne che hanno sacrificato la loro vita per combattere Daesh. È questo il riconoscimento?".

David Issamadden, presidente della Comunità curda in Italia e vice presidente dell'associazione Bologna-Kurdistan, trattiene a stento la rabbia per la decisione del presidente Trump di ritirare le truppe americane dal nordest della Siria, lasciando di fatto le mani libere all'omologo turco Erdogan per l'annunciata operazione militare volta alla realizzazione di una safe zone, una zona cuscinetto, sul confine tra Turchia e le aree siriane controllate dello Ypg, la milizia curda delle Unità di protezione popolare. L'idea di Ankara e' quella di spostare in quella zona le migliaia di profughi siriani rifugiati in Turchia, trasformando in minoranza la popolazione curda. "La verita' e' una sola: l'obiettivo e' annientare l'esperienza democratica nata in Rojava. Erdogan odia i curdi, li considera terroristi. La comunità turca parla di pulizia etnica: lo sappiamo già, se Erdogan invaderà quelle zone sarà per perpetrare un genocidio. E la responsabilità sarà anche dell'Occidente". Nelle ultime ore, l'amministrazione americana ha frenato: "Nessun ritiro delle truppe Usa dalla Siria. Solo tra 50 e 100 uomini delle forze speciali Usa nel nord della Siria- ha affermato un funzionario della Casa Bianca- sono interessati dall'ordine del presidente americano, che non vuole metterli in pericolo". "Non c'e' fa fidarsi- ammonisce Issamadden -. Trump capisce molto poco di politica, a lui interessa solo il business".

Tuttavia il gigante americano non può affatto sottovalutare la pericolosità della ripresa del terrorismo Isis che potrebbe risorgere come sia rivalsa nei confronti di un abbandono dell’Occidente, sia anche per la liberazione fortuita dei terroristi pronti a nuovi reclutamenti.

Quanto può spingersi Erdogan? Questa sua guerra appare davvero solitaria, nessuna la vuole e la giustifica, non la vuole la Siria e neanche l’Iran che vedono la prospettiva dell’invasione dei rifugiati curdi, non la vuole certo l’Europa che ancora non ha deciso l’ingresso della Turchia o ora c’è il rischio che non lo deciderà più verso un regime dittatoriale. Ma basterà questo o la minaccia di Erdogan di aprire le frontiere con l’invasione dei poveri siriani la mette sotto ricatto? L’Europa non  può permettersi questo - che ha generato già nel recente passato un ondata di sovranismo -  ma neanche rinunciare alla sua storia. 

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