Le sue parole di incoraggiamento all’iniziativa di mons. Guglielmo Motolese “così articolata e lungimirante” non si sono esaurite in quel breve intenso momento, ma sono un costante ammonimento a non smarrire la rotta della “Carità”. Il magistero e la presenza di un Papa Santo hanno lasciato un’eredità preziosa, una fonte di fede e di speranza che ha sempre sostenuto tutto il personale nei momenti difficili.
“Coloro che nelle strutture sanitarie sono a servizio dei malati e conoscono l’arte di curare e di guarire, sappiano esercitare anche l’arte di consolare e confortare. Nella società odierna si è tutti un po’ tentati dalla fretta e dall’individualismo: occorre reagire, specialmente quando davanti a noi c’è un fratello reso debole dall’età o dalla malattia. Grazie alla formazione etica e professionale, l’operatore sanitario deve ricordare sempre che non la scienza ma la carità trasforma il mondo”.
A ricordare la presenza di un grande Papa e di un grande Santo ci sarà S.E.R.ma mons. Filippo Santoro, appena di ritorno dal Sinodo sull’Amazzonia. Mercoledì 30 ottobre alle ore 10.00 nella Cittadella della Carità, l’arcivescovo di Taranto racconterà, in conferenza stampa, la visita di Papa Giovanni Paolo II e avvierà l’anno di celebrazioni che la Fondazione presieduta dall’avv. Salvatore Sibilla realizzerà, in ricordo della presenza, tra le corsie della Cittadella, del Papa oggi Santo che ha lasciato, con il suo esempio e la sua testimonianza, strade da percorrere e progetti da realizzare.