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Venerdì, 15 Novembre 2019 15:19

Venezuela, Guaidò chiama gente in piazza per domani. Bolivia, nominati altri 5 ministri

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Il leader dell'opposizione venezuelana Juan Guaidó, presidente ad interim, ha invitato tutti i venezuelani a "inondare le strade" domani, sabato 16 novembre, riprendendo le proteste promosse un anno fa allo scopo di spodestare Nicolas Maduro. Quest'ultimo ha visto l'alleato Morales spodestato e sommovimenti politici di vario genere in tutta l'America Latina nelle ultime settimane. Guaidò e i suoi metteranno di nuovo alla prova la risposta delle masse, nonostante lo scarso seguito ottenuto ultimamente da una popolazione sempre più delusa e sofferente.

La presidente ad interim boliviana Jeanine Anez ha designato ieri sera altri cinque ministri, oltre agli undici già nominati, che l'accompagneranno nella tappa di transizione, ricordando il loro profilo tecnico e la loro responsabilità a termine.
Si tratta, riferisce l'agenzia di stampa statale Abi, di Víctor Hugo Zamora (Idrocarburi), Wilfredo Rojo Parada, (Sviluppo produttivo ed Economia plurale), Aníbal Cruz (Salute), Martha Yujra Apaza (Cultura e Turismo) e Milton Navarro Mamani (Sport).

Incoraggiato dalla situazione in Bolivia, dove Evo Morales si è dimesso a causa della pressione popolare e dell'intervento dell'esercito, Juan Guaidó proverà ad accendere la scintilla delle proteste contro il regime di Nicolás Maduro sabato.

Guaidó ha chiesto manifestazioni, ma l'accoglienza che potrebbe avere è incerta dopo sei mesi senza ripubblicare le massicce manifestazioni che hanno accompagnato il suo giuramento come presidente responsabile del Venezuela lo scorso gennaio.

Un sondaggio della ditta Datanlisis condotto dal 18 al 25 ottobre indica che il 32% degli intervistati è disposto a protestare per sostenere il capo del Parlamento, l'unico potere che controlla l'opposizione.

Convalidato da una cinquantina di paesi guidati dagli Stati Uniti, Guaidó ha dichiarato di aver sentito una "fredda libertà" dopo che Morales è stato molestato dalle accuse di frode alle elezioni che gli hanno dato un quarto mandato il 20 ottobre.

E solleva un parallelo tra la crisi boliviana e la richiesta dell'opposizione che Maduro "cessi l'usurpazione" e abbia nuovi voti, poiché afferma che la sua rielezione nel 2018 è stata "fraudolenta".

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