“Vi è davvero un problema di educazione, di formazione, anche di verifica dei meccanismi e degli strumenti di lavoro e di vigilanza sul rispetto delle misure di sicurezza del lavoro. Perché un Paese con morti sul lavoro, con disabili da lavoro, è un Paese che non ha raggiunto un livello di civiltà adeguato”. È quanto affermato ieri 3 dicembre (NdR) dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, in occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità, ha partecipato, nella sede dell’Inail, all'evento organizzato da Istat, Comitato Italiano Paralimpico e Inail, con il patrocinio della Camera dei Deputati, per illustrare il Rapporto dell'Istituto nazionale di statistica.
In Italia, 3 milioni 100mila persone, pari al 5,3% della popolazione, ha gravi limitazioni nelle attività abituali. Di queste, 1,5 milioni ha più di 75 anni; in 600mila sono privi di una rete di aiuto; solo il 19,2% si dice soddisfatto della sua vita (la percentuale nel resto della popolazione è del 44,5%)
Dal rapporto emerge che il 61% è in cattive condizioni di salute; 1milione e 400mila anziani con disabilità non sono autonomi.
Nelle scuole (anno scolastico 17/18) l’Istat certifica 272mila alunni con disabilità, ma solo il 31,5% delle scuole non ha barriere fisiche; ancora meno – il 17,5% - non ha barriere senso-percettive.
Quanto al lavoro, il numero degli occupati con gravi limitazioni in Italia è al 31,3% (è del 57,8 tra le persone senza gravi limitazioni); di questi, il 65,4% si dice soddisfatto delle proprie mansioni (lo è il 75,9% di chi non ha disabilità). Soltanto il 9,3% va al cinema, o in teatro, ad un cocnerto o visita un museo, almeno una volta l’anno (contro il 30,8% delle persone senza limitazioni), mentre il 9,1% pratica sport (36,6% persone senza limitazioni).
Infine, il dato sul welfare e il disagio economico nelle famiglie con disabili: dal Rapporto emerge che esse ricevono 2.852 euro l’anno, pro capite, dai Comuni, per l’integrazione sociale. Il 28,7% si trova in uno stato che l’Istat chiama di “deprivazione materiale”, contro il 18% del dato nazionale.
Cifre, ha detto Mattarella, che “inducono tutti quanti qui a riflettere, e indurrà a riflettere coloro che leggeranno il Rapporto, perché dispone di dati scientificamente asseverati sui vari profili della condizione di disabilità. È molto importante anche per le Istituzioni per poter adeguare interventi e modulare meglio tutto quanto è necessario, come dal suo rapporto emerge con chiarezza”.
Visto che “dal rapporto e dalle parole del Professor Franzini emerge con chiarezza che il problema della disabilità non riguarda l’assistenza”, il “vero problema”, ha sottolineato il Presidente, è garantire “sostegno e interventi per consentire le opportunità e la realizzazione delle persone con disabilità”.
“Il nostro Paese ha nei nostri concittadini con disabilità un giacimento di energie, di risorse e di contributi di cui si priva perché non li mette adeguatamente in condizione di potersi esprimere e realizzare”, ha osservato. “Questo è quindi l’obiettivo di carattere sociale e politico che va sviluppato e realizzato. E lo Sport è indicativo di questo, non soltanto per i grandi successi di cui gli atleti sono portatori, ma per la ricaduta che ha sulle abitudini e l’impegno di bambini, ragazzi, giovani, adulti, con disabilità”.
“C’è un piccolo evento di questi giorni che sembra poco significativo ma è, al contrario, molto importante: è stata confezionata una Barbie con il volto di Bebe Vio”, ha ricordato Mattarella, secondo cui “questo dimostra che i successi sportivi hanno una ricaduta sulla vita sociale quotidiana. Questa bambola indurrà molti bambini e ragazzi a impegnarsi nello sport. Questo è importante perché per tutti i nostri concittadini - con disabilità o senza disabilità, o con disabilità non apparenti - impegnarsi nello sport è fondamentale per poter trovare la misura di se stessi ed essere così incoraggiati a spendere i propri talenti”.
Tra i dati del rapporto “particolarmente importanti”, il Presidente si è detto “colpito” da quello sulla lettura dei libri: “la parità di condizione di lettura di almeno quattro libri tra cittadini con disabilità e senza. Questo dimostra – ha concluso – quanto sia assolutamente importante consentire a questo giacimento di energie e di risorse di esprimersi adeguatamente, come agli altri è consentito con maggiore facilità”. (aise)