ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Domenica, 15 Dicembre 2019 18:59

L'ospedale per gli italiani in Venezuela sarà operativo a metà del 2020 e Palazzo Italia sede di tutte le Istituzioni d'Italia a Las Mercedes

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Venerdi 13 dicembre abbiamo partecipato al primo incontro del Sistema Paese, presso il CIV di Caracas. L'incaricato d'affari dell'ambasciata italiana, il dott. Placido Vigo, insieme al console generale Enrico Mora, ha convocato le istituzioni e le organizzazioni italiane in Venezuela al primo incontro del "Sistema Italia", che cerca di integrare tutti i organizzazioni a lavorare sulla base di progetti a beneficio della comunità italo venezuelana.

All'incontro, tenutosi presso il Centro Venezuelano Italo di Caracas, hanno partecipato Nello Colevecchio, membro del CGIE; Ugo Di Martino, Presidente dei Comitati; Alfredo D´Ambrosio, presidente di Cavenit; Marina Di Cicco, Direttrice dell'Istituto di Cultura Italino di Caracas; Carlos Villino, presidente del CIV e altri funzionari dell'Ambasciata e rappresentanti dei Patronati, delle scuole, Imprenditori di vari settori come Michele Buscemi, dell'editoria Umberto Calabrese, i rappresentanti dell'ENI e delle organizzazioni legate alla comunità degli Italiani del Venezuela.

L'Ambasciatore Vigo nella sua introduzione ci ha spiegato che nel 2008 la presidenza del Consiglio dei Ministri d'Italia ha dato istruzioni affinché i capi missione in tutto il mondo potessero coordinare le attività del "Sistema Paese", il che significa promuovere la sinergia di tutte le aziende e istituzioni italiane presenti in un Paese per lavorare insieme. Dopo sei mesi in Venezuela, mi è sembrato indispensabile convocare un simile incontro nel paese.

Ha indicato che lo scopo è quello di informare ciò che hanno fatto in questo periodo; convocare un grande incontro con la comunità per poterti invitare a partecipare al progetto dell'ospedale italiano di Caracas e tenere un incontro con i giovani in modo che i tavoli di lavoro possano essere tenuti e il progetto avviato entro il 2020.

L'Ospedale Italiano di Caracas e l'Ospedale Cattolico San Juan de Dios

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Hospital San Juan De Dios de Caracas - Ospitale Italiano

Tra le priorità per il Venezuela e considerando che ci sono persone che soffrono e necessitano di assistenza, l'Ambasciata ha presentato al ministero un programma integrato per il prossimo anno che include l'assistenza e la creazione di un'associazione che può prendersi cura di un ospedale per gli italiani. Il progetto integrerà il Nunzio Apostolico, Aldo Giordano, attraverso l'alleanza con l'ospedale San Juan de Dios che è un'istituzione religiosa con sede in Italia. Il Console Generale sarà il presidente onorario della struttura in modo che lo stato italiano sappia come funziona l'ospedale.

L'Ospedale Italiano di Caracas – ci ha spiegato l'Ambasciatore Vigo – funzionerà ed avrà come modello l'ospedale italiano di Buenos Aires (in spagnolo: Hospital Italiano de Buenos Aires) è una struttura ospedaliera privata situata a Buenos Aires, capitale dell'Argentina, che ho avuto modo di conoscere ed apprezzare personalmente, nei miei anni di Console Generale in Argentina. Il 3 settembre 1853 alcuni esponenti della comunità italiana di Buenos Aires, su iniziativa del diplomatico sardo Marcello Cerruti, si ritrovarono e diedero vita alla Prima Commissione Provvisoria, presieduta dall'ammiraglio Giovan Battista Albini, per la costruzione di un ospedale al servizio degli emigranti e dei loro discendenti.

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l'ospedale italiano di Buenos Aires

Il 12 marzo 1854 fu posta la prima pietra dell'ospedale. L'edificio, progettato dall'architetto Pietro Fossati, era situato all'incrocio di calle Bolívar e avenida Caseros, nel barrio di San Telmo, a breve distanza dai quartieri della Boca e di Barracas, densamente abitati da imIl 12 marzo 1854 fu posta la prima pietra dell'ospedale. L'edificio, progettato dall'architetto Pietro Fossati, era situato all'incrocio di calle Bolívar e avenida Caseros, nel barrio di San Telmo, a breve distanza dai quartieri della Boca e di Barracas, densamente abitati da immigrati italiani migrati italiani. Una migrazione italiana pre unitaria formata da Liguri, Lombardi, Piemontesi e Veneti, regioni all'epoca povere, ma l'iniziativa fu profetica e dopo l'Unità d'Italia quando furono costretti ad immigrare le popolazioni dell'ex Regno delle Due Sicilie oltre un milione e mezzo di migranti (siciliani, calabresi, pugliesi, molisani, lucani, campani e abruzzesi), arrivarono in tutta America, e in buona parte in Argentina. Oggi l'Ospedale Italiano di di Buenos Aires è un eccelenza italiana in Argentina ed ha sedi in tutta l'Argentina.

Intervento dell'Ambasciatore Placido Vigo incaricato d'affari dell'ambasciata italiana

Il progetto dell'Ospedale italiano di Caracas, nella sua prima fase, consiste nell'ampliare la struttura per assistere gli italiani bisognosi, utilizzando due piani dell'edificio e costruendo 5 sale chirurgiche. Inoltre, 25 medici si uniranno al team di medici che assisterà i pazienti della comunità italo venezuelana.

Ha spiegato – l'Ambasciatore Vigo - che con il finanziamento concesso dall'Istituto europeo di oncologia di Veronesi e il contributo del governo italiano, saranno utilizzati per realizzare la struttura fisica. Ma quei prestiti devono essere rimborsati in un secondo momento, quindi dovrà essere gestita la struttura per pagare i medici, attrezzature, servizi e forniture, ecc.

Sebbene l'ospedale sarà supportato dal Consolato Generale di Caracas per garantire il sostegno agli italiani indigenti, il centro deve cercare un reddito alternativo attraverso la sottoscrizione di pazienti, ricordando che sarà costituito sotto un'associazione senza scopo di lucro e che i guadagni devono essere investiti in miglioramenti per l'ospedale stesso. Quindi ci sarà un gruppo di italiani che pagano e altri che beneficiano del loro status sociale, ha aggiunto il capomissione.

Il dott. Vigo ha commentato una volta concluso l'evento, che questo primo incontro è servito a spiegare l'iniziativa che si sta portando avanti con l'ospedale di San Juan de Dios. Ha trovato interlocutori interessati e convinti che è necessario partecipare. Dissero di essere felici di essere stati convocati e desiderosi di lavorare, condizioni indispensabili per ottenere i risultati desiderati.

Ha sottolineato che durante i suoi viaggi all'interno del paese, che accumulano 17 città visitate, ha ricevuto molta ricettività e spera che queste persone si uniranno al progetto della fondazione dell'ospedale per gli italiani, poiché sono necessarie collaborazione e raccolta fondi.

Ottimisticamente, ha indicato che spera di essere in grado di rispettare i tempi previsti per il progetto. Tuttavia, ha avvertito che non può garantirlo. Quello di cui è sicuro è che quando vuoi qualcosa nella vita, questo viene raggiunto. "Se la comunità italiana vuole dimostrare che è in grado di realizzare quel risultato, può farlo."

Inoltre, durante il suo discorso nel giorno della presentazione del "Sistema Italia", ha affermato che, considerando la situazione venezuelana, al momento non c'è tempo per costruire una nuova edizione per funzionare come un ospedale. Pertanto, è meglio sfruttare le strutture e le alleanze esistenti che possono verificarsi. Ha ricordato che l'ospedale è un'iniziativa che deve essere amministrata dalla stessa comunità beneficiaria. Sapere che il progetto sarà coordinato in sinergia con l'Ospedale italiano di Buenos Aires, dalla Fondazione Veronesi, e durante gli interventi è stato richiesto di coinvolgere il Bambin Gesù di Roma (proposta accolta dall'Ambasciatore Vigo che ha assicurato l'immediato contatto) e che ha già una sede Ospedale Cattolico San Juan de Dios di Caracs, personalmente, ci ha convinti. Ed ha convinto tutti i presenti.

Perché in Venezuela non c'è un Ospedale per gli italiani? Si domandera più di un lettore, la risposta è semplice l'immigrazione italiana in Venezuela nel '800 non c'era. I primi italiani ad eccesione di Cristoforo Colombo ed Americo Vespucci, arrivarono in Venezuela al seguito di Simon Bolivar nel 1805, come ufficiali, e militari per la lotta d'Indipendenza: i Baretto, i Castelli, i Codazzi, i Lupi, i Milani solo per citare i più noti fra gli ufficiali di Simon Bolivar e qui rimasero e qui sono tutt'ora i loro discendenti italiani di sangue si ma no di cittadinanza essendo provvenienti in maggioranza dal Gran Ducato di Toscana, Stato Pontificio e Regno delle Due Sicilie. Ricordo ai lettori che fra i sette firmatari dell'atto di Indipendenza del Venezuela figurano due italiani, e che fu redata proprio da i due italiani: Francisco Isnardi torinese, medico e giornalista e da Juan Germán Roscio Nieves, avvocato, giornalista e figlio del milanese Giovanni Roscio. Dopo l'Unità d'Italia 1861, e la conseguente apertura della sede diplomatica secondo le fonti ufficiali nel 1900 vi era una Comunità italiana di 5 mila unità. E sino al 1946 in Venezuela gli italiani presenti erano poche centinaia di migliai. Nel secondo dopo guerra arrivarono invitati da un bando internazionale del Governo del Venezuela che richiedeva espressamente italiani diplomati o laureati in settori tecnici oltre 360 mila italiani, che si sono inseriti costituendo da subito l'ossatura della classe dirigente del Venezuela, arrivando ad esprimere due Presidenti della Repubblica del Venezuela: Raúl Leoni, presidente dal 1963 al 1969 e Jaime Lusinchi, Presidente del Venezuela (1984-1989).

Gli italiani nel censimento del 1961 costituivano la comunità straniera più numerosa del Venezuela, precedendo sia quella spagnola che portoghese. Il Venezuela sino al 1998 era in campo sanitario la migliore sanità dell'America Latina, Ospedali pubblici e privati erano all'avvanguardia e la Comunità italiana si è concentrata a costruire a spese proprie una capillare rete di Case d'Italia, e CIV Centri Italo Venezuelani che sono il fiore all'occhiello della Comunità, Una Casa di Riposo per italiani a Sant'Antonio. Oggi dopo 20 anni di regime chavista , il Venezuela da ricco Paese con una sanità d'avanguardi e in una profonda crisi sanitari, economica e sociale. Si ora abbiamo bisogno di un Ospedale Italiano a Caracas!

La nuova sede “La Casa degli Italiani”

L'Ambasciatore ha annunciato che l'altra iniziativa, la nuova sede dell'Ambasciata, è in attesa di approvazione. In esso dovrebbero operare tutti gli uffici delle istituzioni italiane. La nuova sede dovrebbe funzionare in un edificio di 11 piani situato nella Mercedes. Ci sarebbero l'Ambasciata, il Consolato, l'Istituto Italiano di Cultura, Cavenit, i Comitati e altre unità. Tutti funzionerebbero nella stessa struttura, perché "la casa degli italiani è una casa aperta".

Vigo ha affermato che una struttura comune può essere creata in un clima di rispetto e fiducia e con quella mentalità si può fare un buon lavoro.

Ha sottolineato che l'ospedale deve diventare realtà perché molte persone ne hanno bisogno. Ecco perché l'ambasciata e il consolato devono lavorare per far funzionare meglio le istituzioni italiane e iniziare a costruire una vera rete.

Dopo tutto ciò, ha detto, arriverà un'applicazione digitale. Ciò consentirebbe di comunicare attraverso una guida che diffonderà l'Ambasciata. In questo modo, le informazioni sarebbero trasmesse in tempo reale alla comunità. Tuttavia, l'ambasciatore Vigo ha chiarito che la priorità al momento è portata delle cure.

E seguito un Agape italiano, un momento informale nel ristorante VIP del CIV , dove ci siamo potuti ulteriomente confrontare con l'Ambasciatore Placido Vigo e il Console Generale Enrico Mora e scambiarci gli auguri natalizi.

Si le confermo anche dalla mia Agorà Magazine Ambasciatore Vigo Lei è partito con il passo giusto e le due iniziative Ospedale Italiano di Caracas e La Casa degli Italiani le condividiamo e le sosterremo!

 

L'immagine può contenere: 6 persone, tra cui Dimitri Fulignati e Umberto Calabrese, persone che sorridono, persone sedute, tabella e spazio al chiuso

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