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Sabato, 21 Dicembre 2019 07:07

Editoriale: "Sulla Popolare di Bari l’ombra dell’estorsione della UE"

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Gli attori del disastro della Popolare di Bari sono, a nostro avviso molti. Al primo posto e senza ombra di dubbio il gruppo dirigente, ma subito dopo la Vigilanza della Banca d’Italia, la Bce, la Commissione Europea.

Questi attori della crisi hanno usato strumenti tecnici dalle sigle strane, come ELA (Emergency Liquidity Assistance; sono operazioni straordinarie di finanziamento concesse a istituzioni finanziarie solvibili, in crisi temporanea di liquidità), AQR (Asset Quality Review, cioè la verifica rigorosa da parte della BCE dei crediti e la loro qualità, presenti negli attivi delle banche). Nei precedenti articoli, sulla Popolare di Bari abbiamo più volte scritto che la Banca d’Italia ne ha iniziato, a rilevare lo stato critico nelle ispezioni del 2011. Al primo posto la mala gestione, ma subito dopo bisogna considerare la storia della acquisizione della Cassa di Risparmio di Teramo (TERCAS) in Amministrazione Straordinaria dal 2012. Nel dicembre di 7 anni fa la Banca d’Italia concesse, a “titolo di liquidità di emergenza “(ELA), 480 milioni di euro. L’ELA è di competenza della Banca Centrale Europea e assoggettata a valutazione del suo Consiglio Direttivo. Viene concesso se la banca, che li riceve può dare garanzie che nel caso specifico era il possesso di titoli di Stato e/o obbligazioni garantite dallo Stato.

ELA fu rimborsato da Tercas nel novembre 2013. Contemporaneamente avvenne il finanziamento della Banca Popolare di Bari, a Tercas per 480 milioni. Una triangolazione! La considerazione da fare è che ELA si eroga a banche, che sono solvibili e quindi la Vigilanza della Banca d’Italia ha comunicato alla BCE che TERCAS lo era! Era tale lo stato di Tercas? Aveva acquistato Tercas, la Popolare di Pescara (CARIPE) e a fine 2011 quel parametro, che misura la solidità patrimoniale (CET 1) era pari a 5,82% !! Si pensi che oggi il CET 1 della Popolare è pari a 6,6 !!! Bassissimo. In sintesi Tercas aveva problemi seri e, quindi nasce il rischio della “figuraccia”, che la Banca d’Italia avrebbe fatto con una BCE che aveva erogato ELA, sulla base delle garanzie e della solvibilità di Tercas. ELA di fatto rimborsata dalla Popolare di Bari attraverso il prestito a Tercas. Nasce poi il problema dell’AQR che, in verità non si applicava alla Popolare perché inferiore ai 30 mld di euro. Alla fine in quelle condizioni critiche comunque alla Popolare di Bari viene tolto il blocco, per le operazioni straordinarie e quindi può acquistare  Tercas. A questa storiaccia manca un pezzo. IL Fondo Interbancario del quale abbiamo parlato nei precedenti articoli. IL piano di salvataggio della Popolare, prevede, che debba mettere dai 300 ai 500 milioni. Una cifra minima se solo si pensa che, in caso di liquidazione della Popolare, le banche che alimentano il Fondo avrebbero dovuto finanziarlo con 4,5 mld. Sul Fondo c’è da fare altre osservazioni e valutare soprattutto gli errori della Commissione europea, che molto hanno inciso su tutte le crisi bancarie italiane. Al tempo dell’acquisto di Tercas, proprio perché la Popolare di Bari non riusciva con i suoi capitali, fu coinvolto il Fondo Interbancario.

La Commissione UE blocco il Fondo che è costituito su base volontaria e con i soldi di banche private, classificandolo “aiuto di Stato”. Lo abbiamo già scritto, in precedenti articoli ma lo ripetiamo. A marzo, la Corte di giustizia europea ha dato ragione all’Italia sulla vicenda Fondo Interbancario/Tercas, condannando la Commissione che aveva utilizzato parere dell’Antitrust UE, e decretando che non si trattò di aiuto di Stato. Una Commissione, che palesemente discrimina se solo si pensa che un mese fa i Lander di Germania sono stati autorizzati dalla Commissione UE, a salvare con 3,5 miliardi di euro la banca NordLB Bank. Dalla posizione della Commissione UE sul Fondo sono discese molte conseguenze, per esempio nel 2015 sulla 4 banche Etruria, Marche, Cariferrara e Carichieti fu posto il divieto di intervento del Fondo.

Evento drammatico, che azzerò l’investimento di azionisti e possessori di obbligazioni subordinate. E’ stato su ricorso della Popolare di Bari che aveva acquisito Tercas, alla Corte di Giustizia UE, che si è avuto il pronunciamento di condanna della Commissione. Popolare di Bari, che aveva preannunciato azioni di rivalsa e risarcimenti, mente il Presidente di ABI chiedeva le dimissioni della Commissaria all’Antitrust. Attualmente a Bruxelles si discute con la Commissione il salvataggio della Popolare di Bari. Ignobilmente la Commissione UE, per la vicenda Tercas e la sentenza della Corte di Giustizia UE fa capire all’Italia, che se vuole salvare la Popolare di Bari, deve rinunciare al risarcimento di 1800 milioni di euro richiesti dalla banca medesima. Una estorsione dalla magnifica Europa a trazione nibelunga.

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