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Giovedì, 17 Settembre 2015 00:00

Alessandria: Conclude processo Solvay

Written by  Lino Balza
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Riprende il 21 settembre 2015 il processo. Nell’ultima udienza Solvay ha agito come un killer in aula giudiziaria

 Denuncia il Pubblico Ministero al Consiglio superiore della Magistratura. Si inventa un complotto ai propri danni: un intrigo internazionale “dei poteri forti” ordito dai congiurati Ausimont, Arpa, carabinieri Noe, Comune, Provincia, Regione, giunte di sinistra e di destra, amministratori e funzionari, Montedison, Edison, Eridania, Coopsette, Esselunga, associazioni ambientaliste. Tutti dediti a tangenti e mazzette. Il Pubblico Ministero diventa il deus ex machina dei congiurati. Una “denuncia” che è una cazzata di fatto e in diritto ma che ha l’ambizione di inceppare i meccanismi giudiziari.

In questi processi industriali sono in gioco interessi enormi, basti pensare alle centinaia di milioni dei costi di bonifica del disastro ambientale di Spinetta Marengo in caso di sentenza di colpevolezza, dunque tutti i mezzi sono ammessi per la difesa, senza scrupoli.

Tra questi ci sta, ad opera della Solvay, la denuncia del Pubblico Ministero al Consiglio superiore della Magistratura.

Obbiettivo immediato dell’annuncio in aula della Corte di Assise di Alessandria è aggredire i giudici popolari con una cannonata: Solvay denuncia che il PM Riccardo Ghio ha concorso a un complotto contro la multinazionale belga, ha falsificato gli atti del processo, ha commesso un serie gravissima di reati al fine della “concussione ambientale”, cioè estorsione di soldi.

 

Più la spari grossa e più fai impressione, se poi aspetti a sparare all’ultima udienza il botto che ti proponi è il massimo. Il teorema dell’avvocato “best” Luca Santamaria è fantasioso, ma è talmente pesante da diventare subdolo, teso a indurre il dubbio fra i giurati, e il dubbio serve quando il confine è “al di là di ogni ragionevole dubbio”. Non dovrebbero però avere dubbi i giudici dopo aver seguito decine di udienze per anni, non dovrebbero lasciarsi abbacinare dal pirotecnico teorema.

 

 L’annuncio è probabilmente un bluff, petardo più che una bomba, non è così scontato che partirà la denuncia, soprattutto in caso di condanna in Assise. Però una cosa è assolutamente certa:

 

se la Corte assolverà dal dolo gli otto imputati, Solvay procederà senza esitazioni contro il PM

usando la carta assoluzione come grimaldello nella denuncia.

 

Gli obbiettivi di prospettiva diventerebbero allora più ambiziosi e concreti. Il polverone sollevato al Consiglio superiore della Magistratura servirebbe per altri due scopi. Uno, nel ricorso in Appello: il boato della denuncia, proprio perché al limite del ridicolo, sarebbe talmente clamoroso da fuorviare tutto il dibattimento e trascinarlo per il largo e il lungo (prescrizione).

 

L’altro obbiettivo guarda al filone processuale che si sta per aprire per le morti e le malattie provocate dall’inquinamento soprattutto atmosferico. Questo secondo processo per Solvay è ancora più pericoloso dell’attuale perché essa non può neppure attuare lo scaricabarile su Ausimont. Dunque le diventerebbe essenziale, tramite la denuncia, fare della Procura di Alessandria “l’anatra zoppa” (l’Accusa sotto accusa!!), sostituire il PM, o chiedere addirittura lo spostamento del processo in altra sede (tentativo fallito in precedenza).

Questa manovra contro il PM Riccardo Ghio (ignobile sul piano personale, tipica di chi passerebbe sul cadavere della madre) è stata scelta per regia di Giorgio Carimati nell’impossibilità di agire direttamente sulla Corte di Assise. Noi abbiamo spesso criticato la Presidente Sandra Casacci perché agli avvocati difensori è stato concesso di fare e dire qualunque cosa. Alla luce degli avvenimenti, ora dobbiamo ammettere che la pazienza è così riuscita a non offrire il benchè minimo pretesto di killeraggio processuale.

 

Chieti il presidente della Corte d’assise Geremia Spiniello è stato ricusato da Montedison semplicemente per aver dichiarato in una intervista l’ovvio impegno di rendere giustizia al territorio e sostituito da Camillo Romandini. Le accuse di alcuni giurati per pressioni indebite da parte del subentrato presidente sono al vaglio del Consiglio superiore della Magistratura [vedi riquadro].

 

Ad Alessandria, nel 2008, all’impostazione del processo (differente da Chieti), termini e capi di imputazione compresi, Riccardo Ghio aveva lavorato sotto la guida del Procuratore generale Michele Di Lecce trasferitosi a Genova nel 2012 e sostituito da Mario D’Onofrio. A quel tempo Solvay non se l’era sentita di attaccare Di Lecce, mentre ora evidentemente reputa che Ghio sia isolato.

In conclusione, la denuncia della Solvay di Spinetta al Consiglio superiore della Magistratura è una bolla, anzi una balla. Si reggerebbe solo se riuscisse a dimostrare l’esistenza delle tangenti che, afferma Solvay, sarebbero state pagate (collusione e concussione) da Ausimont agli Enti locali (e non solo) per renderli complici nel nascondere gli inquinamenti. Solvay dovrebbe portare le prove delle mazzette, che nella contabilità aziendale non possono sfuggire. Se le ha e non le tira fuori è perché rischierebbe di scoprire i propri altarini. Senza questa prova regina, il teorema di Santamaria è ridicolo, un bluff, un polverone, una messa in scena cinica. L’aveva già enunciato per sei ore nell’udienza del 17 novembre 2014.

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