ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Domenica, 23 Febbraio 2020 03:14

L’Italia verso misure straordinarie per il virus, moderate buone notizie sul fronte medico

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Il Governo, ora che i casi sono circa 60, ha finalmente scoperto e quasi dopo un mese e mezzo la necessità di adottare misure di quarantena verso tutti quelli, che arrivano o sono stati in Cina.

Io aggiungo e perché non anche quelli che provengono dai 30 Paesi in cui si è manifestato il virus? Finalmente stanno preparando un decreto con misure straordinarie. L’unico dato moderatamente positivo oggi è la sperimentazione clinica di un farmaco, la clorochina che si è dimostrato efficace, in vitro contro molti virus e il coronavirus della SARS. Cloroachina usata insieme a un altro farmaco idoneo contro l’Aids. Fine delle moderate buone notizie. L’aspetto che inquieta del virus arrivato in Italia è, che cade in una sanità pubblica disastrata dal morbo dell’austerità imposto dall’UE al nostro paese. Nel Libro Bianco del SIMIT del 2013 (ultimo rapporto) si legge, che nel processo di riassetto strutturale e di qualificazione della rete d’assistenza ospedaliera venivano istituite dieci reti ospedaliere.

Nelle 10 reti nazionali identificate non era stata prevista la rete infettivologica. Sembra che in poche regioni sia operativa funzionante una Rete Infettivologica specifica o aree tematiche solo di competenza infettivologiche.

Inoltre i posti letto nelle UOC di malattie infettive è passato dai 2894 del 2012 a 2200 del 2015.

Retrospettivamente possiamo dire, che il rigore contabile UE ha mutilato gravemente la sanità italiana e Dio non voglia, che i casi d’infezione si diffondano in tutto il Paese.

Il costo, in termini reali, cioè rapportato all'intera variazione (nominale) del PIL, è in costante diminuzione, negli ultimi anni, a causa del perseguimento del pareggio strutturale di bilancio (l’art 81 della Costituzione novellato e Fiscal Compact come Trattato Intergovernativo UE ).

Spesa diminuita, nonostante siano in aumento la popolazione anziana e la crescente assistenza fornita a numeri sempre più ampi d’immigrati (regolari e non). Chi lo dice questo? La Corte dei conti, e tantissimi studi in cui, (per ; in questo dossier, del maggio 2019, della Camera dei deputati). Questo un pezzo del consuntivo della Corte dei conti aggiornato al giugno 2019 (riportato dal "Quotidiano Sanità").

Nei documenti ufficiali la locuzione OUT OF POCKET , identifica la spesa sanitaria che ogni persona si paga con i propri soldi . Questa continua a crescere in Italia, come certificato dal sistema dei conti pubblici nazionali. Questo scrive l’Istat! La spesa privata a giugno 2019 è passata da 33 miliardi e 930 milioni del 2016 (pari al 22,7 % della spesa sanitaria corrente e al 2 % Pil) a 35 miliardi!! Quali le motivazioni della spesa diretta?

Leggere alcuni studi effettuati recentemente da Crea-Sanità. IL ricorso al PRIVATO? Riguarda spesso i tempi di accesso alle prestazioni. Tempi di attesa nelle strutture pubbliche e private convenzionate sono notevolmente più lunghi, in alcuni casi anche dieci volte superiori, sia rispetto a quelli delle strutture private e sia rispetto ai tempi delle prestazioni fornite nel pubblico in regime di intramoenia. I dati che ho riportato su incidenza rispetto al PIL e stato di salute della sanità? Due rapporti pubblicati di recente. IL primo dall’Ufficio parlamentare di bilancio, l’altro dalla Commissione europea . Cosa dicono : a) la spesa sanitaria pubblica in Italia è ormai al di sotto della media dei paesi Ocse e dell’Unione Europea. In rapporto al Pil, il nostro dato 2018 è 6,5 % contro il dato Ocse del 6,6 per cento. Siamo distanti da Germania e Francia, che superano il 9 % Pil, e dalla Gran Bretagna, che spende il 7,5 % Pil; certo non siamo la Grecia, che alla sanità assegna il 4,7 %. Sempre riprendendo la spesa di tasca propria Il 9° Rapporto Rbm-Censis ha spiegato che 20 milioni di italiani pagano le cure mediche di tasca propria mentre altri 6 milioni hanno rinunciato del tutto a curarsi. Inoltre, il 62 per cento di chi ha ricevuto una prestazione sanitaria nel pubblico ne ha richiesto almeno un’altra in quella a pagamento. E questo riguarda sia i redditi bassi (56,7 per cento) sia quelli alti (68,9 per cento). La tendenza è di indurre il cittadino a rivolgersi al privato, quando può pagare (nonostante già finanzi il SSN con le imposte e tasse pagate alla fiscalità generale), nella consapevolezza che il taglio reale della spesa pubblica sanitaria gli pone davanti "liste di attesa" che vanificano le più elementari esigenze di diagnosi e cura tempestive . Alla luce di questi CERTIFICATI dati da soggetti pubblici e comunitari che prima di qualunque considerazione sui tagli ai fondi regionali e al sistema sanitario (e sugli effetti di questi tagli), come se la salute e il diritto alla salute fosse equiparabile a qualunque altra merce in svendita al mercato, occorre invece ricordare che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti” (art. 32 Cost). IL sistema sanitario è passato da un sistema basato su numerosi "enti mutualistici" o "casse mutue" (dove l’assicurazione sanitaria era finanziata con i contributi versati dai lavoratori e dai loro datori di lavoro e copriva il lavoratore e la sua famiglia e dove il diritto alla tutela della salute era correlato non all'essere cittadino ma all'essere lavoratore con conseguenti casi di mancata copertura) sino ad approdare, con la legge 23 dicembre 1978, n. 833,  all’attuale Servizio sanitario nazionale.

Il nostro Servizio Sanitario Nazionale, quindi, è, oggi, un sistema pubblico di carattere universalistico, che garantisce l’assistenza sanitaria a tutti i cittadini (in ossequio all’art. 32 Cost) , finanziato attraverso la fiscalità generale (tasse), le entrate dirette (ticket sanitari) e le prestazioni a pagamento.  Liberismo è trasferire nel mercato trasformando tutto in un equilibrio tra domanda e offerta ogni MERCE.

Questo equilibrio è il PREZZO.

Ridurre la sanità pubblica attraverso un’incidenza della spesa rispetto al PIL cosa produce se non il trasferimento al mercato della prodotta sanità? Quanto ha inciso il parametro del debito e del deficit in rapporto al PIL e come vincolo estero nel semidistruggere la sanità pubblica italiana? Di certo il Trattato di Maastricht, quello di Lisbona e il cinico Fiscal Compact, come ha modificato l’art 81 della Costituzione hanno pesantemente colpito il welfare a iniziare da quello sanitario e finire con quello previdenziale !! Ciliegina finale è il modificato art 119 della Costituzione che coinvolge Comuni e Regioni negli obiettivi europei di contabilità. La riduzione del welfare sanitario mostra tutta la durezza del cosiddetto riformismo che oggi grida al razzismo se, in un’emergenza di sanità pubblica come questa legittimamente e razionalmente si mette coattivamente, in quarantena chi proviene da paesi in cui ci sono focolai epidemici.

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