Scontro tra il governatore lombardo, Attilio Fontana, e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sulla gestione dell'emergenza coronavirus.
"Non prendiamo nulla sotto gamba - ha attaccato lunedì sera il premier - altrimenti non avremmo adottato misure di estremo rigore. Non possiamo prevedere l'andamento del virus: c'è stato un focolaio e di lì si è diffusa anche per una gestione di una struttura ospedaliera non del tutto propria secondo i protocolli prudenti che si raccomandano in questi casi, e questo ha contribuito alla diffusione. Noi proseguiamo con massima cautela e rigore".
Immediata la replica di Fonrtana: 'Spero che queste uscite siano una voce scappata, senza rendersi conto, oppure vuol dire che il governo inizia ad essere fuori controllo. Sono dichiarazioni infondate e inaccettabili. Il problema - prosegue Fontana - è che il Presidente del Consiglio non conosce i protocolli e getta la palla in tribuna per coprire delle falle gigantesche di un sistema di protezione Civile nazionale che non sta dando alcun tipo di risposte ai problemi organizzativi e gestionali che avrebbero dovuto prevedere e predisporre". E l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, ribadisce : "Noi veniamo in maniera ignobile attaccati da un presidente del Consiglio che non sapendo di cosa parla dice che noi non seguiamo i protocolli, quando Regione Lombardia i protocolli non solo contribuisce a livello nazionale a realizzarli, ma li segue in maniera puntuale".
"Questo è il momento di confrontarsi con tutti i governatori, per concordare le prossime azioni. Noi proporremo un protocollo condiviso con tutti per evitare di andare in ordine sparso": ha detto il presidente del Consiglio alla protezione Civile. "Da parte nostra c'è la predisposizone alla collaborazione. E noi ce la faremo lavorando tutti insieme", ha aggiunto.
Salvini presenta il piano della Lega.
"Speriamo che le nostre proposte non vengano messe in quarantena, siano utilizzate". Lo dice Matteo Salvini in conferenza stampa al Senato, riferendosi al 'decalogo' che la Lega presenterà all'esecutivo per far fronte all'emergenza coronavirus. Con Salvini, al tavolo, i responsabili economici della Lega: Claudio Durigon, Massimo Garavaglia, Massimo Bitonci, Armando Siri, Claudio Borghi, Alberto Bagnai. Presente anche il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari. "Stiamo preparando un decalogo, con le nostre proposte, misure che porteremo al governo. Io, personalmente consegnerò a Conte le proposte", dice il numero uno della Lega, per poi aggiungere: "Se Conte vuole chiamare un senatore basta un numero giusto".
"E' chiaro - spiega ancora Salvini - che i 20 milioni stanziati dal governo e i 200 milioni ipotizzati dall'Ue non bastano, forse servono solo per l'emergenza a Codogno". Per il leader del Carroccio serve una cifra "che non sarà inferiore, stimata a spanne, sperando che il contagio sia contenuto, ai 10 miliardi". Per fronteggiare l'emergenza, aggiunge, "serve piano straordinario per il turismo, stiamo arrivando al 90% di disdette dei viaggi per l'Italia".
"Le nostre proposte" economiche le presentiamo "sperando che nessuno ci accusi di razzismo e fascioleghismo", continua parlando delle conseguenze eonomiche dell'emergenza coronavirus. "Occorre un piano straordinario per le famiglie, da nord a sud, serve denaro fresco", aggiunge il leader della Lega: "Evitiamo di accorgerci del problema in ritardo, come si è fatto sul piano sanitario".
"Qualcuno in maniera sgradevole indica operatori, medici, infermieri, come responsabili", continua Salvini riferendosi implicitamente al premier Conte, che ha parlato di alcuni errori nei protocolli ospedalieri che non sarebbero stati osservati in modo appropriato. "Da inizio crisi - spiega - stiamo lavorando sul fronte sanitario, con sindaci, medici sul territorio, operatori e infermieri che stanno facendo un grande lavoro".