ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Venerdì, 06 Marzo 2020 04:03

Corona Virus da conoscere, tra irrazionalità, paure, rassicurazioni e censure

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I novelli ipocondriaci sostituiscono la paura, che è una emozione che da sempre segna il genere umano di fronte a un pericolo. La paura è una risposta positiva perché ti obbliga a stare attento, a prestare cautela nelle azioni quotidiane.

 

L’ipocondriaco nato con il coronavirus invece è in preda all’angoscia. L’ipocondriaco diversamente da chi ha paura ha un timore verso il futuro e quindi confusamente, antepone la questione economica, di certo importante, agli effetti che possono derivare in termini sanitari da un’espansione della epidemia.

L’espansione della infezione colpirebbe proprio una delle caratteristiche fondamentali del nostro modello economico: l’export. In presenza di un aumento dell’infezione gli altri chiuderebbero i loro confini. Il novello ipocondriaco però vuole certezze, rassicurazioni, che solo la conoscenza può dare. Ed ecco il punto. Conoscenza verso un virus nuovo? Certo! Ma ci vuole tempo. A Padova nel laboratorio di Virologia e Microbiologia si stanno studiando le mutazioni del virus. La difficoltà maggiore oggi è proprio la gestione dell’incertezza, che è qualcosa di molto diverso dal rischio, che può come noto essere calcolato. I novelli ipocondriaci, ma non per colpa loro, forse non sanno chi è Knight lo studioso che distingueva il rischio, dove puoi calcolare la probabilità di qualcosa che potrà accadere in futuro, dalla incertezza dove l’evento non è prevedibile. Del corona virus ci dicono i virologi, unici esperti delle patologie da virus, appartiene a una famiglia composta da centinaia di specie che colpiscono gli animali e nell’uomo 6 specie 4 (due dal topo e due dal pipistrello) che generano raffreddori e due detti zoonotici perché sono stati trasmessi all’uomo da un animale (il zibetto nel caso della SARS e i dromedario nel caso della MERS).

Un coronavirus denominato SARS 2-19 perché ha un genoma per il 75% simile a quello della SARS, il suo acido nucleico RNA ha 25 geni. Ha un diametro di 400 miliardesimi di metro e muore a una temperatura tra i 27 e i 35 gradi. Ha una affinità di legarsi alle nostre cellule superiore di 30 volte al virus della Sars. E’ il più grande virus costituito da RNA. Ha un’altissima diffusività, ma una bassa letalità. Essendo nuovo non ci sono antivirali o vaccini. La paura serve a rendere rigorosi i comportamenti. L’angoscia è la traduzione contingente degli ipocondriaci. Oltre all’incertezza la paura deriva anche nel dover modificare i comportamenti come tenersi, per mani o stringere mani, appoggiarsi al corrimano in una metropolitana, considerare pericoloso uno che starnutisce. A me pare normale che una passione come la paura (così la considerava Spinoza) prevalga sulla ragione e spinga a gesti come fare incetta di amuchina, pagare 600 volte in più una mascherina, saccheggiare un supermercato. Questa percezione e reazione popolare, a eventi legati a “entità” sconosciute sono stati descritti. Da Manzoni, Elias Canetti, Camus e, indietro nei secoli, da Tucidide o nelle composizioni dell’abate siciliano Zumbo la “pestilenza “conservate nel Museo della Specola di Firenze. Forse il capolavoro è “Massa e Potere” di Elias Canetti che da antropologo indagava sul rapporto tra potere, paura e morte. L’espansione di questo virus è velocissima e i casi crescono esponenzialmente. Vari dipartimenti universitari come quello della Sapienza, di Pavia e di Torino hanno usato i classici modelli deterministici usati nelle epidemiologie. Hanno immesso i dati forniti dalla Protezione Civile, nel periodo 25 febbraio / 2 marzo. Le simulazioni restituiscono risultati molto preoccupanti. Noi auspichiamo, che ci siano errori nei modelli. Diversamente la conseguenza sarà, che il sistema sanitario nazionale verrà messo a durissima prova. Sono convinto che questa vicenda è pari per gli effetti, che produrrà a quelli della seconda guerra mondiale. Felicissimo di essere smentito dagli eventi nelle prossime settimane.

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