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Sabato, 25 Aprile 2020 05:15

Anche il WWF in piazza virtualmente per il Global digital Strike sul Clima dei Fridays For Future

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la ripartenza deve essere verde e per il futuro, non per il passato, dicono i giovani di wwf young. Il WWF, anche tramite  la community dei giovani di WWF YOUng, ha partecipato oggi  alla quinta mobilitazione globale dei Fridays For Future, trasformatasi in digitale a causa del lockdown in vigore in molti Paesi per la pandemia di Covid-19.  

Questa volta, infatti, la mobilitazione per il clima si svolgerà sul web: accedendo a questo sito ognuno potrà partecipare con diverse azioni, ad esempio creando un proprio avatar e posizionandolo virtualmente nei pressi di Palazzo Chigi, oppure facendo un post sui propri canali social. 



Il WWF, insieme ad altre associazioni, partecipa anche alla campagna #RitornoAlFuturo indetta dai Fridays fo Future per chiedere un ambizioso piano per la rinascita, per non rischiare di trovarsi, una volta usciti dalla pandemia  "un futuro ancora più indifeso di fronte all’emergenza climatica”. Proprio oggi, in occasione del primo del primo #GlobalDigitalStrike nonché quinto Sciopero Globale, i ragazzi sveleranno i punti della campagna Ritorno al Futuro, sul sito ufficiale www.ritornoalfuturo.org

Da “rilanciare l'economia investendo nella riconversione ecologica” a “realizzare la giustizia climatica e sociale” e “tutelare la salute, il territorio e la comunità”, una serie di proposte condivise da un’ampia schiera di movimenti e organizzazioni, che insieme costituiscono il programma e la soluzione proposta per la ripartenza.



"Con il movimento dei Fridays condividiamo la preoccupazione per il futuro. Sarebbe disastroso pensare a una logica dei due tempi –prima salviamo l’economia com’è e poi un domani (lontano) la rendiamo sostenibile- occorre puntare da subito su scelte innovative che vadano nel senso della decarbonizzazione, della salvaguardia degli ecosistemi, dell’economia circolare e dell’innovazione”, dichiarano i giovani di WWF YOUng.



"Le scelte green non devono esser considerate una variabile indipendente e accessoria dell’intervento dello Stato, ma devono essere la base dell’innovazione del nostro sistema economico e produttivo. La crisi climatica avanza e gli eventi catastrofici del 2019, le temperature record dei primi mesi di quest’anno, la siccità in corso in molte regioni del mondo, anche per paesi industrializzati, ci ricordano che è la più grande sfida che l’umanità abbia mai dovuto affrontare e che l’inazione, o l’azione troppo lenta per uscire dai combustibili fossili, fermare la deforestazione e il consumo del suolo, ecc. comporta rischi inimmaginabili: non vogliamo essere noi giovani a pagare il conto”, concludono

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