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Lunedì, 15 Giugno 2020 16:49

M5S, dai rapporti con Caracas al non riconoscimento di Guaidò come Presidente ad Interim

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Caracas 5 marzo 2017 Delegazione M5S (Manlio Di Stefano, Ornella Bertorotta, Vito Petrocelli ) ospite del Governo Maduro Caracas 5 marzo 2017 Delegazione M5S (Manlio Di Stefano, Ornella Bertorotta, Vito Petrocelli ) ospite del Governo Maduro

Le notizie di presunti finanziamenti al M5S da parte del regime chavista riportate dal quotidiano spagnolo Abc riaprono la discussione sulla posizione italiana riguardo alla crisi venezuelana. A gennaio dello scorso anno Juan Guaidò, capo dell'Assemblea Nazionale di Caracas, il Parlamento venezuelano dominato dall'opposizione, si era proclamato presidente ad interim del Venezuela con il benestare del presidente americano Donald Trump, primo a riconoscerlo.

Un annuncio che aveva provocato la durissima reazione del presidente 'detronizzato' del Venezuela Nicolas Maduro, che aveva annunciato la rottura dei rapporti diplomatici con Washington dando tempo 72 ore al personale diplomatico americano per lasciare il paese. "Giuro di assumere formalmente le competenze dell'esecutivo nazionale come presidente incaricato del Venezuela per arrivare alla fine dell'usurpazione, ad un governo di transizione e indire libere elezioni", aveva dichiarato Guaidò, pronunciando il suo giuramento a piazza Juan Pablo II a Caracas, davanti alla folla di migliaia di persone che partecipavano alla manifestazione contro il governo. Maduro si era insediato due settimane prima per un secondo mandato da presidente del Venezuela, ma l'opposizione e diversi paesi lo ritenevano illegittimo, non avendo riconosciuto i risultati delle elezioni.

 Dopo l'annuncio di Donald Trump erano arrivati i riconoscimenti di altri paesi ed organizzazioni, primi tra tutti quello di Luis Almagro, segretario generale dell'Organizzazione degli Stati Americani (Osa), quindi quelli del Brasile e Paraguay, dell'Argentina, del Cile e del Canada. Il 31 gennaio arrivava il riconoscimento del Parlamento europeo con una risoluzione non vincolante. Tra gli italiani - all'epoca al governo c'era la coalizione gialloverde Lega-M5S - erano emerse le astensioni dei deputati leghisti, del M5S e di alcuni del Pd. Successivamente, il 28 marzo, la Lega aveva cambiato posizione nel Parlamento Europeo sulla crisi venezuelana. Gli eurodeputati del partito guidato da Matteo Salvini, Mara Bizzotto, Oscar Lancini, Mario Borghezio, Giancarlo Scottà e l'indipendente dell'Enf Marco Zanni avevano votato a favore della risoluzione che chiedeva il riconoscimento di Juan Guaidò come presidente legittimo ad interim e che invitava i Paesi Ue che non avevano ancora provveduto (tra cui l'Italia) a farlo il prima possibile. Il Movimento Cinque Stelle, invece, aveva votato contro.

Con un'altra risoluzione, approvata il 18 luglio, il Parlamento europeo chiedeva poi nuove sanzioni contro il regime di Nicolas Maduro ribadendo il pieno sostegno per il "presidente legittimo a interim Juan Guaidò". La risoluzione non vincolante, adottata con 455 voti a favore, 85 contrari e 105 astensioni, aveva visto il voto contrapposto di Lega e M5S, con il sì della Lega e l'astensione del M5S. A votare a favore della risoluzione anche Pd, Forza Italia e Fratelli d'Italia. Quanto al governo, ai primi di febbraio aveva chiarito la sua posizione esprimendo appoggio "al desiderio del popolo venezuelano di giungere nei tempi più rapidi a nuove elezioni presidenziali libere e trasparenti", spiegando che andava "garantita la sicurezza dei cittadini astenendosi da ogni forma di violenza", ma senza chiedere la rimozione di Maduro, né riconoscere Juan Guaidó come presidente ad interim. Riconoscimento che non è arrivato neanche adesso, dopo il cambio di governo la scorsa estate.

La deputata venezuelana in Italia Mariela Magallanes : "Soldi dal regime? Non mi sorprende"

"Si tratta di un'inchiesta giornalistica, ma non ci sorprende, perché sappiamo che è una pratica del regime di Nicolas Maduro finanziare alcuni movimenti, politici, dirigenti e candidati". Mariela Magallanes, la deputata dell'opposizione venezuelana arrivata in Italia il primo dicembre scorso insieme al collega Amerigo De Grazia grazie all'impegno di Pierferdinando Casini, dopo mesi passati nella nostra ambasciata a Caracas in seguito alla revoca dell'immunità parlamentare, commenta così le rivelazioni del quotidiano spagnolo Abc su un presunto finanziamento di 3,5 milioni di euro al M5S da parte del regime chavista. Rivelazioni che sono state smentite dal governo di Caracas e dal Movimento, che minacciano querele.

"Penso che le autorità italiane dovrebbero comunque aprire un'indagine", sostiene Magallanes, parlando con l'Adnkronos e chiarendo tuttavia di "non voler entrare in una discussione di politica interna italiana". "Il nostro lavoro - sostiene la deputata di Cambio Radicale, che dal 6 marzo scorso è la rappresentante a Roma dell'Assemblea nazionale - è quello di ottenere il riconoscimento da parte del governo italiano di Juan Guaidò come presidente ad interim. Noi speriamo che ci sia consenso politico per appoggiare il nostro percorso verso la democrazia, che ha già fatto progressi importanti". Magallanes ha poi definito "terribile" la situazione attuale in Venezuela, dove, "il regime usa pandemia per controllare e perseguitare sempre di più l'opposizione e chi la sostiene e i cittadini che protestano per la mancanza di acqua, benzina e servizi essenziali". Con informazione dell'Adnkronos

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