ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Martedì, 01 Settembre 2020 17:32

Dl Covid, governo pone fiducia alla Camera, rabbia degli eletti M5S per fiducia alla Camera

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Tra le proteste dell'opposizione, il governo, con il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, ha posto la fiducia alla Camera sul disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 30 luglio 2020, n. 83, recante misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione di emergenza epidemiologica da Covid-19 deliberata il 31 gennaio 2020.

Negli ultimi giorni e fino all'approdo in Aula, come raccontato dall'Adnkronos, c'era stato il pressing del capo politico del M5S, Vito Crimi, ma anche del viceministro Stefano Buffagni e altri membri del governo sui deputati grillini firmatari dell'emendamento: obiettivo ritirare la proposta di modifica e lasciare la norma così com'è. E nelle ultime ore, viene raccontato da alcune fonti, era stato tentato un compromesso per modificare il testo del decreto e mettere d'accordo tutti. Ma gli sforzi in tal senso sono stati vani.

L'annuncio della fiducia, fatto in Aula dal ministro Federico D'Incà, è stato commentato con amarezza dalla stessa Dieni, prima della sospensione dei lavori dell'Aula. "La normativa che riguarda i Servizi, quindi la sicurezza nazionale, non riguarda alcuni o pochi ma tutti. Sono profondamente contrariata" dal voto di fiducia "e voglio che resti agli atti". Tanti tra i firmatari dell'emendamento della discordia promettono battaglia: "conteranno parecchie diserzioni sul voto di fiducia - dice un big grillino tra i firmatari della proposta di modifica - siamo stanchi di questi continui ricatti sulla tenuta del governo...".

La decisione fa montare la rabbia dei deputati M5S. Già questa mattina, tra i 5 Stelle, rimbalzavano rumors su una possibile fiducia, mentre si faceva spazio il sospetto che a spingere l'esecutivo all'ennesimo voto di fiducia fosse il muro dei 5 Stelle al ritiro dell'emendamento a firma Federica Dieni -ben 50 firme in calce- volto a cancellare la norma inserita nel decreto di fine luglio che, di fatto, modifica la legge del 2007 sul rinnovo dei vertici dei servizi segreti.

Monta la rabbia dei deputati M5S per la decisione del governo di mettere la fiducia alla Camera sul decreto proroga dell'emergenza Coronavirus.

Già questa mattina, tra i 5 Stelle, rimbalzavano rumors su una possibile fiducia, mentre si faceva spazio il sospetto che a spingere l'esecutivo all'ennesimo voto di fiducia fosse il muro dei 5 Stelle al ritiro dell'emendamento a firma Federica Dieni -ben 50 firme in calce- volto a cancellare la norma inserita nel decreto di fine luglio che, di fatto, modifica la legge del 2007 sul rinnovo dei vertici dei servizi segreti.

Negli ultimi giorni e fino all'approdo in Aula, come raccontato dall'Adnkronos, c'era stato il pressing del capo politico del M5S, Vito Crimi, ma anche del viceministro Stefano Buffagni e altri membri del governo sui deputati grillini firmatari dell'emendamento: obiettivo ritirare la proposta di modifica e lasciare la norma così com'è. E nelle ultime ore, viene raccontato da alcune fonti, era stato tentato un compromesso per modificare il testo del decreto e mettere d'accordo tutti. Ma gli sforzi in tal senso sono stati vani.

L'annuncio della fiducia, fatto in Aula dal ministro Federico D'Incà, è stato commentato con amarezza dalla stessa Dieni, prima della sospensione dei lavori dell'Aula. "La normativa che riguarda i Servizi, quindi la sicurezza nazionale, non riguarda alcuni o pochi ma tutti. Sono profondamente contrariata" dal voto di fiducia "e voglio che resti agli atti". Tanti tra i firmatari dell'emendamento della discordia promettono battaglia: "conteranno parecchie diserzioni sul voto di fiducia - dice un big grillino tra i firmatari della proposta di modifica - siamo stanchi di questi continui ricatti sulla tenuta del governo...". Adnkronos

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