Il presidente della corte d'assise che ha letto la sentenza, dopo circa 10 ore di camera di consiglio. Bossetti è rimasto impassibile quando il presidente della corte d'assise di Bergamo ha pronunciato la parola 'ergastolo'. L'imputato non ha detto nulla e ha ascoltato in silenzio la lettura della sentenza, poi è uscito dall'aula del tribunale di Bergamo scortato dalla polizia penitenziaria.
La Corte lo ha anche condannato a un risarcimento danni in questa forma: 400 mila euro per ogni genitore di Yara, 150 mila euro per ogni fratello di Yara e 18 mila euro per gli avvocati. Bossetti lasciando l'Aula dove ha assistito alla lettura del dispositivo della sentenza di condanna si e' limitato ad alzare gli occhi al cielo.
"Non e' una sentenza definitiva, e' il primo step di una battaglia lunghissima. Certamente faremo ricorso" ha detto Paolo Camporini, uno dei legali di Bossetti,
"La pena e' quella prevista per chi commette un omicidio a cui non sono riconosciute le attenuanti" ha commentato il procuratore capo della Repubblica di Bergamo, Massimo Meroni, dopo la lettura della sentenza "la prova scientifica e' stata determinante".
Da parte dei genitori di Yara "nessun moto di gioia o di felicita'". "Adesso sappiamo chi è stato" hanno detto il pade e la madre della ragazzina all'avvocato Enrico Pelillo, uno dei legali della famiglia. "E' normale - ha aggiunto il legale - questa e' una tragedia e nessuno potra' riportare in vita Yara". I legali della famiglia hanno poi sottolineato che "e' andata come doveva andare. I genitori di Yara hanno atteso l'esito del processo con serenita' e con altrettanta serenita' hanno accolto la sentenza". A chi chiedeva se vi fossero stati dubbi nell'inchiesta, l'avvocato ha risposto: "Dall'arresto di Bossetti in poi nessun dubbio".
BOSSETTI - "Una mazzata grossissima, avevo fiducia nella giustizia". Così Bossetti si sfoga con i suoi legali dopo la condanna all'ergastolo. "Una sentenza già scritta: in 45 udienze, in 60 faldoni, non abbiamo trovato nessuna certezza contro Massimo Bossetti", dice l'avvocato Claudio Salvagni. "Non è una sentenza definitiva e una volta lette le motivazioni faremo appello", aggiunge il difensore. "Bossetti era molto fiducioso nella giustizia, ora il contraccolpo è forte, ma ha la scorza dura e saprà reagire", conclude.
I GENITORI - "E' andata come doveva andare, ma questa è e resta una tragedia per tutti che non ci restituisce indietro nostra figlia", dicono i genitori di Yara Gambirasio, mamma Maura e papà Fulvi. I legali, che hanno avvisato la famiglia della vittima che si è sempre tenuta lontano dai riflettori, riferiscono che i genitori della 13enne hanno accolto l'esito "con la massima serenità, così come con serenità hanno seguito tutta la vicenda". Dal momento dell'arresto del muratore di Mapello, i Gambirasio "non hanno mai avuto dubbi", dice l'avvocato Enrico Pelillo.
IL PROCURATORE - "La pena è quella prevista per una persona che commette un omicidio a cui non sono riconosciute le attenuanti". Così il procuratore di Bergamo, Massimo Meroni, commenta la sentenza. Un processo in cui "il Dna, la prova scientifica è stata decisiva". Per il procuratore si tratta di un primo passo di un'inchiesta "difficile" e il pm Letizia Ruggeri "è stata fantastica".
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