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Sabato, 02 Luglio 2016 00:02

La Colombia verso la pace

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Bogotà (Colombia) - L’Esercito di Liberazione Nazionale, gruppo armato che si ispira alla rivoluzione cubana, è ormai l’ultimo grande ostacolo alla fine di oltre 50 anni di conflitto in Colombia.


Non ci sono stati sviluppi dopo l’annuncio, il trenta marzo, della prossima apertura di negoziati ufficiali. Il presidente Juan Manuel Santos esige che per cominciare l’Eln rinunci alla cattura di ostaggi.

A maggio la guerriglia ha sequestrato tre giornalisti che ha trattenuto per diversi giorni, aggravando le percezioni negative nei suoi confronti. I rapimenti hanno attirato i riflettori sull’Eln, che rischia così di diventare il bersaglio principale dell’esercito colombiano, ora che le Farc hanno firmato con il governo di Bogotà un accordo di cessate il fuoco e di cessazione delle ostilità bilaterale e definitivo, inclusa la resa delle armi lo si legge in una nota dell’agenzia Euronews.

Siglato all’Avana, dopo tre anni di negoziati a Cuba, si tratta di un passo storico verso la firma della pace definitiva, essendo le Farc il maggiore avversario militare interno dello Stato colombiano.

E in Colombia la popolazione questo l’ha capito bene, accogliendo l’accordo con gioia e sollievo. Ma resta ancora altra strada da fare, come sottolinea questa militante per i diritti umani e la pace: “Non ho mai sentito una parola che riguardi la decisione politica del processo di pace. Sono felicissima e voglio pensare che anche l’Eln vi parteciperà, perché la Colombia merita un paese più giusto e un paese in pace”.

In Colombia le Farc sono solo uno dei numerosi gruppi armati ispirati ai precetti marxisti o alla rivoluzione cubana. Il conflitto, cominciato come una rivolta contadina nel 1964, è degenerato in una guerra civile che ha fatto più di 260 mila morti, 45 mila scomparsi e quasi 7 milioni di sfollati.

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