Il ministro delle comunicazioni di Nicolás Maduro, Freddy Ñañez, ha riferito attraverso il suo account Twitter che, dei 759 casi, 745 sono di trasmissione comunitaria e 14 sono casi “importati” da migranti venezuelani rimpatriati.
Lo stato nordoccidentale di Zulia (confinante con la Colombia) è stata la regione con il maggior numero di casi, con 104 contagiati, nelle ultime 24 ore, davanti al Distretto della Capitale (102), epicentro della pandemia in Venezuela.
Dietro, Yaracuy (101), Lara (84), Miranda (63), Aragua (61), Vargas (52), Táchira (38), Sucre (25), Anzoátegui (25), Cojedes (20), Carabobo (18), Mérida (17), Apure (11), Bolívar (10), Nueva Esparta (10), Falcón (3), Monagas (1).
D'altra parte, dei 14 casi “importati”, 13 erano migranti dalla Colombia e uno dal Brasile.
Ñañez ha aggiunto che, finora, sono state recuperate 65.225 persone che soffrivano di COVID-19, il che equivale all'87% del totale infetto.
Sono quindi 9.269 le persone affette dalla malattia.
Tra i sette morti nelle ultime 24 ore, ci sono tre uomini di 89, 81 e 69 anni nello stato occidentale di Apure, al confine con la Colombia.
Anche una donna di 55 anni e un uomo di 78 anni sono morti ad Aragua, così come un uomo di 57 anni di Caracas e un uomo di 71 anni a Miranda, uno stato che ospita gran parte dell'area di Caracas.
Il deputato dell'opposizione al madurismo José Manuel Olivares ha denunciato questo lunedì che, fino a domenica, avevano contato la morte di 1.227 persone da parte del COVID-19, cifra che raddoppia quella offerta dal governo in contestazione.