"A decidere contenuto e direzione degli Stati generali non saranno le figure apicali del M5s ma un processo partecipato dal basso in cui tutti avranno spazio". È quanto assicura Vito Crimi, in un'intervista al 'Fatto quotidiano'. Il capo politico del M5s conferma che il documento frutto del lavoro degli Stati generali in programma il 7 e l'8 novembre sarà sottoposto al voto di Rousseau e dell'assemblea degli iscritti. Rousseau sarà centrale? "È naturale: è la nostra piattaforma, è lì che votiamo", risponde.
Crimi si dice certo che non vi saranno cause tra il Movimento e Davide Casaleggio, perchè "non c'è motivo" ma rifiuta di rispondere a chi gli chiede se ha ricevuto offerte da parte del figlio del fondatore del M5s per rendere Rousseau un fornitore esterno.
Poi parla dell'esito dei ballottaggi di domenica. "Sono fiero di aver avallato i progetti e le proposte che sono dietro quelle intese. Ho verificato tutto e ho detto anche dei no", rivendica. Era obbligatorio allearsi? "Dipende dall'obiettivo: se è per eleggere un rappresentante che dia voce ai cittadini o governare le città - risponde -. Se vuoi governare nella maggior parte dei casi non c'è alternativa alle alleanze, a patto che ci siano le condizioni". Quindi il Pd non è la 'morte nera'? "Quella battuta di Alessandro Di Battista si riferiva all'alleanza strutturale. E io francamente non vedo che senso abbia parlare di alleanze strutturali".
Fico chiede ai Cinque Stelle di "evitare la scissione"
“Abbiamo avuto buoni risultati e penso che questo sia un punto di partenza per dare risposte alle esigenze dei cittadini sui territori”. Si esprime in questo modo in un’intervista a la Repubblica il presidente della Camera Roberto Fico a proposito dei ballottaggi nei quali il M5S ha corso in diversi comuni assieme al Pd. Per poi aggiungere: “Soprattutto, ora che abbiamo fatto questo primo passo, dobbiamo aiutare quei sindaci affinché il cambio di rotta sia evidente già nei loro primi 100 giorni”. Fico si esprime poi a favore della replicabilità di questo modello di alleanza purché “con una grande discussione territoriale che coinvolga Movimento e Pd, ma anche con pezzi importanti di società civile”.
Secondo Fico, infatti, “bisogna creare dei laboratori civici che si mettano al lavoro sulle questioni che interessano le comunità che si vogliono rappresentare” perché “siamo entrati in una nuova fase e credo che siamo i primi ad aver capito che c’è bisogno di creare qualcosa di nuovo, così come abbiamo fatto nel 2010 quando la politica aveva bisogno di un profondo rinnovamento”. Quindi precisa il presidente dell’Aula di Mointecitorio, “non possiamo stare fermi e il percorso degli Stati generali servirà proprio a cambiare in senso positivo e costruttivo”. Pertanto, M5S e Pd possono “lavorare dove esistono le condizioni, dove abbiamo la stessa visione e gli stessi progetti. Non credo nei matrimoni a prescindere”, chiosa.
Quanto poi all’obiezione che l’alleanza M5S-Pd sia “la morte nera”, come dice Di Battista, Fico risponde: No. E per capirlo basta guardare a tutto quel che abbiamo fatto da quando siamo al governo con il Pd, la riforma costituzionale, questo decreto immigrazione, le misure che hanno tutelato la popolazione durante l’emergenza Covid, anche dal punto di vista economico. Però nulla può avvenire a prescindere. Abbiamo l’opportunità di creare un laboratorio per attualizzare anche le agende politiche. E lo stiamo facendo: qualcuno dimentica che gli iscritti al M5S hanno votato l’alleanza di governo con il Pd e, adesso, le intese local”.
Fico dice poi di non temere la scissione dei 5 Stelle e che “mi sembrerebbe assurdo” che con Casaleggio la vicenda possa finire in tribunale: “Negli anni ho sempre cercato una composizione, non vedo perché non si debba tentare anche stavolta”. Così anche per il governo: “La maggioranza e il governo devono andare avanti perché abbiamo da gestire il Recovery fund, fondato su progetti ispirati alle cose per cui il Movimento si è sempre battuto. Sarebbe una pazzia vanificare quest’opportunità. Poi c’è la vita interna del Movimento che va dibattuta, sviluppata, ma alla fine si trova una sintesi e si va avanti”, conclude il presidente Fico.