ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

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Domenica, 03 Luglio 2016 06:06

Taranto – Pride Puglia 2016, quando il diritto si fa colore è arcobaleno

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Cronaca di un pomeriggio. Alle sette siamo scesi da casa e dopo pochi isolati siamo arrivati in Via Di Palma. Abitare al borgo ti dà questo vantaggio, rispetto a chi viene dalle periferie di una città tra le più estese. Era previsto il passaggio del corteo del Pride Puglia 2016 in quel punto intorno alle sette e trenta. Una puntata al Coin che chiude (ma chiude davvero?) e fa saldissimi per perdere tempo e poi eccolo il corteo colorato. Qualche passante, pochissimi in verità, storce il muso, altri guardano con malcelata indifferenza che fa dire a una bambina ben educata: “che schifo!”.  Per fortuna i più sono accorti come il mio medico di base che,  incontrato lungo il percorso, mi dice: “sempre diritti civili sono”.  Al di là di ogni ragionevole dubbio.

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Ecco le immagini di una manifestazione giovane, allegra, colorata, anzi con tutti i colori dell’iride per mostrare le grandi risorse del riconoscimento della diversità come valore e non come discrimine. Avevo sentito parlare di carri allegorici e forse è mancata qualcosa nell’organizzazione, ma tenuto conto che tutto è organizzato dal basso con qualche sponsor non crea problema: la festa è riuscita. Non sono in grado di stabilire quante persone c’erano in un pomeriggio afoso oramai di piena estate, ma stavolta la cronaca punta su altro, sulla sostanza di una manifestazione che è stata un atto d’amore per Taranto. E la città ha risposto – abbiamo visto le bandiere della Cgil, quella dei verdi e poi tanti vessilli, striscioni, volti dipinti di un mondo che mostra orgoglio di essere diverso ma restare umani. Ecco il messaggio che dovrebbe vedere qui politici che non vedo, quelli che manifestano di solito per i diritti civili; sì c’erano i rifondaroli comunisti – l’avevano annunciato – forse i pantestallati – avevano detto: "no bandiere per non strumentalizzare" – e quindi li pensiamo nell’onda che passa. Chi predica bene e poi si chiude nel suo orticello cosa pensa di raccogliere? Questa manifestazione aveva come tema anche diritto alla salute, qualche incoerenza tra sigle partecipanti – a detta di alcuni – ma gli altri assenti?

 Luigi Pignatelli parla del palazzo degli uffici, mentre si passa l’ultimo tratto di Via D’Aquino – emblema del Borgo ferito, dall’insipienza e dalla mancanza di cura. Siamo al giro di boa di un decennale con lo stesso pediatra al governo e quel palazzo è simbolo di tutto, anzi potrebbe esserne logotipo.  Ma non insistiamo su questo, lo stesso Pignatelli è bonariamente stoppato dalla trans che guida la manifestazione che insiste su questa risposta della città, commercianti che escono e fanno foto; del resto le foto che metto mostrano il corteo festoso e sono un documento. La festa si è chiusa sulla rotonda del lungomare dove è stato allestito un palco e un grande schermo per vedere la lunga partita-sofferenza degli azzurri. 

Per concludere potremmo dire che Taranto è stata per la Puglia -, c’erano baresi, foggiani, brindisini e leccesi - centro e riferimento per un pomeriggio di festa, una festa diversa che parla d’amore e tocca il cuore. Chi non si senta contaminato da questo orgoglio è problema suo, anch’egli libero d’essere diverso. 

 

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