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Lunedì, 04 Luglio 2016 08:23

Taranto - Lettera aperta di Luigi Pignatelli contro chi vuol sporcare il PridePuglia 2016

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Pubblichiamo quella che segue perché abbiamo partecipato al Pride2016 e volutamente non abbiamo ripreso quell’immagine che appariva fuori luogo ed ora lo scopriamo lo era anche per gli organizzatori. Ma confermiamo che non ci ha comunque scandalizzato.

Lettera aperta di Luigi Pignatelli, presidente di Arcigay Taranto, indirizzata a coloro i quali, sui social, hanno sporcato la bella immagine del Puglia Pride 2016, con istigazioni all’odio e all’omicidio

Gentili predicatori da social, vi consiglio di eliminare la foto trend topic che avete scaricato su pc e iphone, perché le vostre compagne potrebbero pensare che la simpatica performer sudamericana sia la vostra amante o, cosa ancora più grave, che voi siate suoi clienti. Se è qui da qualche tempo in tournée, ospite del magnaccia più famoso della città, di certo qualcuno dei miei concittadini avrà prenotato i suoi servigi. Chi potrebbe immaginarvi a letto con una persona transessuale o amanti del fetish e del sadomasochismo? Non io, che ho letto con attenzione ogni vostra singola “dichiarazione ufficiale”. Tuttavia c’è un problema: non ho avuto il piacere di conoscervi né so di cosa vi occupate nella vita. Centomila offese gratuite e l’incitamento all’odio e all’omicidio potrebbero farmi supporre che siate persone poco raccomandabili; ma non abbiate timore: io non mi fermo alle apparenze e ho voglia di stringervi la mano e confrontarmi con voi.

Tutte le testate giornalistiche ieri hanno raccontato la gioia e l’animo propositivo del primo pride tarantino, allegando alla cronaca e alle interviste istantanee colorate e festose, con la Città dei Due Mari che mostrava il suo volto più bello. Tra le foto pubblicate sui quotidiani, alcune ritraevano la persona transessuale di cui si discute da 24 ore e ne valorizzavano il look ispirato ad un musical americano. Nessuna critica negativa in calce alle immagini, solo la nota di un ex primo cittadino, mandante di una aggressione ad un circolo omosessuale nei primi anni ’90, che oggi crede di essere il corrispettivo locale di Benedetto XVI e che, quando il sottoscritto versava 200,00 euro a settimana alla emittente di sua proprietà per produrre la trasmissione “Salto nel buio” (da me scritta e condotta in diretta tutti i venerdì sera per una intera stagione nel 2013), non si è mai chiesto che spiegazione dare ai bambini alle mie riflessioni sull’educazione alle differenze.

Orsù, cordiali paladine e paladini del politically correct, supponete che noi organizzatori del Puglia Pride 2016 condividiamo l’atteggiamento della persona che vorreste vedere alla gogna? Credete che ci faccia piacere aver visto eclissarsi in un secondo (grazie ad un giornalista che da sempre insegue lo scandalo e che non ha neppure avuto il coraggio di rispondere alla mia richiesta di chiarimenti) i 3 mila volti di ragazzi, ragazze, uomini, donne, bambini, bambine, over 65 orgogliosi e orgogliose di se stessi e felici di sfilare con i propri sogni in bella mostra? Non aver letto un solo rigo sui marinai giocondi e le centinaia di famiglie (con papà comodamente in mutande) che ballavano sui balconi delle proprie case e poi, indossati i primi capi trovati, scendevano in strada e si univano al corteo? Vedere gettato alle ortiche, a causa di pochi secondi di irrefrenabile creatività di una perfetta sconosciuta, il lavoro di sensibilizzazione, informazione e formazione che le nostre associazioni portano avanti da tantissimi anni sul territorio (ed il giornalista di cui sopra ci conosce bene ed è per questo che trovo la didascalia che accompagnava la foto altamente diffamante nei nostri riguardi)?

Credete che a me abbia fatto piacere incrociare lo sguardo di un’anima turbata, costretta a convivere con una serie di drammi a cui voi non siete stati in grado di prestare attenzione ed ascolto? La risposta a tutte le domande è no.

A me fate più ribrezzo voi con la vostra ipocrisia, il vostro perbenismo becero, la vostra vigliaccheria, che vi fa strumentalizzare quell’unica sbavatura, vi trasforma in predicatori da tastiera e vi impedisce di scendere in piazza, il 2 luglio come in ogni altra occasione utile, per rivendicare#DueMariDiDirittiper salute, ambiente e lavoro in una Taranto che state lasciando morire.

Io non sono un eroe, sono la goccia che ogni giorno, con costanza e devozione, agita e nutre il mare, assieme a tante altre gocce. Dal 2004 ad oggi io ho recitato in mutande, in jeans, con abiti d’epoca, con un camice e con il burqa, ho posato nudo contro l’omotransfobia e la violenza di genere per diversi fotografi, ho fatto di tutto in teatro e nelle piazze, ho pubblicato libri, lavorato come editor, come insegnante, etc. Da due anni e mezzo sono il presidente provinciale di Arcigay, a vostro dire pacato e sensibile, che si veste in maniera “normale” e che sa lavorare bene con i bambini e con gli anziani; sono il presidente che per l’intera giornata di ieri avete chiamato in causa e dal quale pretendete scuse.

Io non chiedo scusa per la persona transessuale che vi ha suscitato orrore. Non condivido il suo atteggiamento provocatorio e in alcuni momenti irrispettoso nei confronti di noi organizzatori, che più volte l’abbiamo invitata a moderare i toni. Ma non la condanno. Il corpo è uno strumento politico. Il movimento omosessuale – di cui l’Associazione che ho l’onore di rappresentare è espressione ed il braccio più operativo, poiché presente in maniera capillare su tutto il territorio nazionale – nasce mezzo secolo fa con gesti simili a quelli compiuti dalla vivace creatura. Io non prendo le distanze da lei. Anzi, vi dico che oggi Luigi Pignatelli è quella persona transessuale, è quell’anima smarrita, è quello sguardo carico di sofferenza, rabbia e voglia di rinascita, è quella seconda pelle fatta di reti, che stringe la carne, soffoca il respiro, imprigiona e demonizza il sesso, il sesso che altri mercificano e da cui ciascuno di noi è nato e di cui ha bisogno per continuare a vivere.unspecified (3)

“Vergogna” urliamolo a noi stessi e a noi stesse, ogni volta che ci arroghiamo il diritto di giudicare senza conoscere. Dobbiamo imparare a prestare ascolto a chi ha il coraggio di dichiarare a testa alta, con la stessa purezza e lo stesso entusiasmo dei bambini e delle bambine che hanno partecipato all’EveryBody Pride tarantino: “Io sono vivo! Io sono viva! Nonostante le brutture di un mondo in continua lotta con se stesso, un mondo non sano, un mondo che ha usato violenza su di me e continua ad usarmi violenza, un mondo che non mi ha ancora privato della capacità di amare, un mondo che continuo ad amare!”

Luigi Pignatelli, presidente provinciale Arcigay Taranto

Meno male che ci stanno i froci che hanno un po’ di fantasia: noi rivendichiamo la libertà di conciarci come ci pare e piace, di optare un giorno per un certo abbigliamento e il giorno dopo per un altro ambiguo, di portare le piume e le cravatte così come le guaine di leopardo e il biberon, le borchie, il cuoio e le fruste da leather queen, gli stracci sudati e bisunti da scaricatore di porto o l’abito di tulle Stefanacci formato premaman. Noi ci divertiamo a sbizzarrirci, pescando nella (prei)storia e nelle pattumiere, le tenute di ieri, di oggi e di domani, la paccottiglia, gli indumenti e i simbolismi che meglio esprimono l’umore momentaneo: come dice Antonio Donato, noi intendiamo comunicare anche mediante l’abbigliamento la “schizofrenia” che sta in “fondo” alla vita, dietro il paravento censorio del “normale” travestitismo. (Mario Mieli)

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