ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Martedì, 05 Luglio 2016 11:53

Taranto - Sviluppo dell’agro-industria. A passo di gambero, aspettando i delfini

Written by  Dante Capriulo *
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Tra le opportunità di cambiamento del modello di sviluppo del nostro territorio più volte abbiamo condiviso e proposto di sostenere il sistema dell’agro-industria.

Nel passato si sono sprecati fiumi di parole, visti molti progetti e spesi anche milioni di €uro. Purtroppo assistiamo, anche su questo tema, al passo del Gambero: uno avanti e due indietro.

Ultimo in ordine di tempo quello visto ieri in commissione consiliare: dove abbiamo ascoltato la accorata “segnalazione” del dirigente comunale alle attività produttive, che ha chiesto decisioni sul “ME.TA”: il Mercato Ortofrutticolo generale del comunale di Taranto. Tale importante struttura è in stato di degrado diffuso, con la zona refrigerata piombata per evitare furti, abbandonata a se stessa, con problemi strutturali e di gestione; attenzionata di recente anche dalla Guardia di Finanza. Mercato con un excursus amministrativo contraddittorio ed inefficace che ha coinvolto l’Amiu, la Infrataras e le direzioni comunali. Per ritornare sempre al punto di partenza o peggio per fare passi indietro. Il tutto condito da morosità di alcuni concessionari e gestione non lineare di un bene pubblico.

Eppure il ME.TA. era nato sotto la spinta dei Patti Territoriali, con un investimento pubblico di circa 10 milioni di €uro, sull’onda della possibile diversificazione industriale e della retroportualità (per questo si scelse di collocarlo sulla strada 106 alle spalle del porto mercantile). Con l’obiettivo di muoversi sul mercato pugliese e lucano, sfruttando la viabilità ottimale ed il collegamento con il porto.

Sogni svaniti nell’inerzia del governante di turno.

Per allargare l’orizzonte dello sviluppo dell’agro-industria ha avuto ancora peggior sorte il progetto Agromed, pomposamente nato anche esso come elemento di sviluppo retroportuale (insieme al Distripark) e ricevendo un cospicuo finanziamento pubblico di circa 10 milioni di €uro (ottenuti con una delibera CIPE del 2000). Soldi “congelati” da oltre 10 anni presso qualche banca.

Agromed doveva rappresentare la retroportualità logistica dell’agro-industria. Ma di agricoltura sono rimasti solo i 162 mila metriquadrati di terreni tranquillamente coltivati dai precedenti proprietari.

Il comune di Taranto ha dovuto in tutta fretta ed maniera maldestra abbandonare anche la compagine societaria, di cui deteneva un terzo insieme alla Provincia ed alla Camera di Commercio. Rimettendoci, a mio avviso, anche qualche decina, se non centinaia, di migliaia di €uro. Oltre ad abdicare ad una visione di prospettiva ed ad un potere d’indirizzo.

Sono questi i fallimenti in tema di sviluppo alternativo più volte contestati al Sindaco. Considerato che non è riuscito nemmeno a mantenere l’esistente ed a realizzare risultati possibili ed a portata di mano, come nel settore strategico dell’agro-industria.

Gli restano 10 mesi per invertire la rotta almeno in questo pezzo di sviluppo alternativo.

Noi continueremo ad avanzare le nostre proposte, solleciteremo il dialogo con i soggetti interessati (mondo dell’agricoltura, operatori professionali, etc.). Verificheremo se ci sarà disponibilità al dialogo ed all’ascolto; ma soprattutto al fare.IMG per agorà

Taranto ha maledettamente bisogno di uno sviluppo alternativo alla grande industria inquinante. Quella agricola può essere un pezzo di questo nuovo sviluppo. Ma al posto dei gamberi ci vogliono i delfini.

* Capo Gruppo Consiliare

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