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Sabato, 13 Febbraio 2021 16:44

Giancarlo Giorgetti (Lega) ministro dello Sviluppo Economico. Salvini soddisfatto del governo: "Abbiamo 3 incarichi importanti"

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Giancarlo Giorgetti, lo stratega Lega della scelta Draghi.Il segretario della Lega: "Sono davvero molto contento. Io non avevo chiesto alcun ministero" 3 Ministeri di primo livello con portafoglio: Giancarlo Giorgetti (Lega) ministro dello Sviluppo Economico; Erika Stefani (Lega), ministro per le Disabilità; Massimo Garavaglia (Lega) ministro per il Turismo.

Giancarlo Giorgetti, lo stratega Lega della scelta Draghi

Di Varese, 54 anni, esperto di conti. "N.2" nel governo Conte I

Numero due della Lega e braccio destro di Matteo Salvini, Giancarlo Giorgetti è considerato il 'mediatore' che ha favorito la svolta del leader della Lega alla virata europeista, ma ritenuto da mesi uno strenuo sostenitore di un eventuale governo Draghi. Il suo endorsement è arrivato forte e chiaro all'indomani dell'incarico dato all'ex presidente della Bce dal Capo dello Stato: "Draghi è un fuoriclasse come Ronaldo.

Uno come lui non può stare in panchina", ha detto Giorgetti dopo la segreteria della Lega.

Approda al Ministero dello Sviluppo economico al posto di Stefano Patuanelli segnando la sua seconda volta al Governo. La prima esperienza è stata sempre in una posizione forte, come sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri nel Conte I, un ruolo chiave nel quale ha gestito tutti i più importanti dossier dopo che si era distinto anche allora come uomo in grado di mediare tra le diverse forze politiche, uno dei protagonisti della trattativa per la costituzione dell'esecutivo giallo-verde.

Già uomo macchina della Lega Nord di Umberto Bossi, Giorgetti è stato segretario nazionale della Lega Lombarda dal 2002 al 2012, nonché capogruppo per la Lega Nord alla Camera nella XVII legislatura dal 2013 al 2014 e nella XVIII.

Nato a Cazzago Brabbia (Varese) il 16 dicembre 1966, si è diplomato perito aziendale e laureato alla Bocconi, diventando commercialista e revisore contabile. Ma è l'attività politica, targata Lega Nord, a coinvolgerlo già prima dei 30 anni. Entra in Parlamento nel 1996 e non vi esce più, ricoprendo il ruolo di presidente della commissione Bilancio della Camera dal 2001 al 2006 e dal 2008 al 2013. Di fatto è nella Lega tra gli uomini che conoscono meglio i conti pubblici e l'economia.

Schivo, riflessivo, pontiere nato, Giorgetti si occupa da decenni dei rapporti della Lega con gli altri partiti ma ne è anche un po' l'ambasciatore presso le più alte istituzioni e le sedi diplomatiche stranieri, facendo da contraltare, in questi ultimi anni, al ben più impulsivo Salvini.

Nel 2013, tra l'altro, viene nominato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano membro del Gruppo dei Saggi. Diversi i provvedimenti in cui c'è stata la sua impronta, dalla legge 40 sulla procreazione assistita alla manovra economica varata nella convulsa estate del 2011. Uomo forte che porta avanti le proprie convinzioni, nel settembre 2020 ha deciso di votare convintamente 'no' al referendum costituzionale per il taglio dei parlamentari, contrariamente alla linea del partito. Spesso interpellato sulle voci di dissidi e contrasti con Salvini, Giorgetti ha sempre smentito qualunque disaccordo. Tra i due c'è una "perfetta e totale sintonia" garantita alla vigilia dell'arrivo di Draghi anche dallo stesso Salvini.

Salvini soddisfatto del governo: "Abbiamo 3 incarichi importanti"

"Sono davvero molto contento. Se in questo governo non ci fosse la Lega, saremmo a guardare da fuori un governo di sinistra", dice in un'intervista al Corriere della Sera Matteo Salvini, il segretario del Carroccio, che aggiunge: "Io non avevo chiesto alcun ministero. Ma sono molto contento davvero, non è una dichiarazione di rito. Sviluppo e turismo sono fondanti per la ripartenza, e l'attenzione per la disabilità è davvero un mio pallino da anni, lo sanno tutti. No, guardi: abbiamo tre incarichi importanti e tre persone che sapranno interpretarli al meglio".

Nemmeno una parola, una garanzia, una richiesta?, insiste nel chiede il Corriere. E Salvini: "'Sulle infrastrutture siamo tranquilli? Lui mi ha detto 'sì, riapriamo'" e "quello per noi era fondamentale. Oggi ho letto che il Mose da ottobre ha salvato Venezia dall'acqua alta venti volte. E io penso al Ponte sullo Stretto, alla Gronda, all'alta velocità al Sud, alle strade in Sicilia", puntualizza Salvini, che sui ministri Speranza e Lamorgese chiosa: "Conto che siano affiancato da leghisti in gamba che sappiano contribuire a un robusto cambio di rotta. So che non sembrerà oggi una priorità, però nei giorni scorsi mi sono andato a riguardare le tabelle degli sbarchi. Nel 2019, 11 mila arrivi. L'anno scorso, 33 mila. Tre volte tanto. Una delle non molte cose che ho detto a Draghi è che a Lampedusa la musica deve cambiare".

Nemmeno una parola, una garanzia, una richiesta?, insiste nel chiede il Corriere. E Salvini: "'Sulle infrastrutture siamo tranquilli? Lui mi ha detto 'sì, riapriamo'" e "quello per noi era fondamentale. Oggi ho letto che il Mose da ottobre ha salvato Venezia dall'acqua alta venti volte. E io penso al Ponte sullo Stretto, alla Gronda, all'alta velocità al Sud, alle strade in Sicilia", puntualizza Salvini, che sui ministri Speranza e Lamorgese chiosa: "Conto che siano affiancato da leghisti in gamba che sappiano contribuire a un robusto cambio di rotta. So che non sembrerà oggi una priorità, però nei giorni scorsi mi sono andato a riguardare le tabelle degli sbarchi. Nel 2019, 11 mila arrivi. L'anno scorso, 33 mila. Tre volte tanto. Una delle non molte cose che ho detto a Draghi è che a Lampedusa la musica deve cambiare".

Massimo Garavaglia, il turismo torna alla Lega. Viceministro all'economia nel primo governo Conte

Massimo Garavaglia © ANSA

Con il lombardo Massimo Garavaglia, classe '68, viceministro dell'economia nel primo governo Conte, il ministero del Turismo, che per la prima volta nella storia repubblicana assume una sua connotazione autonoma, torna ad essere amministrato da un esponente della Lega come fu nel governo giallo verde, quando ad occuparsi delle politiche turistiche - in quel caso accorpate a quelle agricole - fu Giampaolo Centinaro. Sindaco per due mandati del suo comune di residenza, Marcallo con Casone ( Milano), Garavaglia è un leghista della prima ora vicino all'ala moderata di Giorgetti, in Parlamento dal 2006 con il record di senatore più giovane della Repubblica nel 2008 (aveva 40 anni), a lungo capogruppo della Lega nord in commissione bilancio.

Risale al 2015 un suo coinvolgimento in una vicenda giudiziaria per la quale deve essere ancora fissato il processo di appello: Garavaglia, che all'epoca era assessore all'economia della Regione Lombardia, venne indagato per turbativa d'asta nell'inchiesta un'inchiesta che ha coinvolto molti altri imputati e che portò all'arresto dell'allora vicepresidente della Regione Lombardia Mario Mantovani. Nel luglio 2019 lui è stato assolto "per non aver commesso il fatto" Mantovani è stato invece condannato in primo grado.

Sposato e padre di due ragazze, Garavaglia ha natali semplici, papà operaio e mamma casalinga. Ma dopo la maturità scientifica ha portato a casa due lauree - una in economia alla Bocconi l'altra in Scienze politiche alla Statale- inanellando anche una serie di corsi di formazione. Consulente aziendale specializzato in controllo di gestione, qualità e sistemi informativi, è stato anche membro dal 2013 del consiglio di amministrazione della Cassa Depositi e prestiti in rappresentanza del settore delle regioni. Convinto assertore della flat tax , ha sottolineato recentemente in un' intervista a Rai1 la necessità di intervenire in particolar modo abbassando le tasse "in modo mirato su settori specifici come per esempio il turismo, gli alberghi, i ristoranti". Di turismo si è occupato più che altro quando era impegnato nella politica locale, come assessore all'economia crescita e semplificazione in Lombardia, ma c'è da giurare che porterà nel settore la sua competenza in fatto di conti e di gestione.

Nell'intestazione del suo sito personale rivendica un motto, dichiaratamente lombardo: "Tra il dire e il fare gh'è el mètes à drèe!" che la dice lunga sulla sua tenacia e la voglia di non arrendersi mai.
Intanto incassa l'assist del neo ministro della cultura Franceschini che già qualche tempo fa, alla luce dei problemi emersi durante la pandemia, aveva sottolineato l'esigenza per il turismo di un dicastero completamente dedicato e che oggi ringraziando Mattarella commenta: "Giusta scelta un ministero per il solo Turismo, così colpito dalla crisi".

Erika Stefani alle disabilità, già nel Conte 1. Avvocata in politica da '99. Autonomie e giustizia i suoi temi

Erika Stefani © ANSA

Avvocata vicentina, classe 1971, Erika Stefani è la nuova ministra alle politiche per la disabilità del governo Draghi. Stefani è entrata in politica alle amministrative del 1999 come consigliera del Comune di Trissino e dopo una lunga carriera è approdata in Parlamento nel 2013.

A giugno del 2018 è stata nominata ministra del primo governo 'gialloverde' guidato da Giuseppe Conte e ora torna alla carica per occuparsi del delicato tema delle disabilità in quota Carroccio. Si è occupata molto di giustizia e autonomie. Nata il 18 luglio 1971 a Valdagno, nel Vicentino, Stefani ha studiato giurisprudenza all'università di Padova. E' entrata in politica alle amministrative del 1999 con una lista civica come consigliera del Comune di Trissino (piccolo Comune sempre in provincia di Vicenza). Da questo momento in poi, la sua è stata una lunga carriera maturata a livello amministrativo e territoriale. E l'avvicinamento alla Lega è arrivato in corsa.

Alle elezioni Comunali del 2009 si è presentata come candidata del Carroccio a Trissino, è stata eletta e ha ricoperto le cariche di vicesindaca e assessore all'Urbanistica. La 'svolta' politica vera e propria c'è stata 'solo' nel 2013, quando alle politiche e' stata eletta senatrice con la coalizione di centrodestra. Durante la legislatura, è stata vicepresidente del gruppo Ln-Aut dal 15 luglio 2014, membro della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, componente della commissione Giustizia. Inoltre, ha fatto parte della commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere; del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa; della commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza. Era anche membro della commissione di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro. Alle elezioni del 4 marzo 2018 ha ripetuto il successo ottenuto alle precedenti politiche ed è stata rieletta nel collegio uninominale di Vicenza. Poi è approdata, con Giuseppe Conte, al ministero chiamato ad occuparsi dei rapporti con le Regioni.

Ora torna in campo con Draghi. Solo ieri Matteo Salvini era tornato a proporre di far "rinascere" il ministero per le disabilità. Stefani, che si è occupata molto di giustizia, femminicidi e autonomie, durante la prima esperienza come ministra, aveva anche presentato le iniziative per il turismo accessibile definendole "un'occasione di inclusione sociale".

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