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Mercoledì, 11 Agosto 2021 17:44

Secondo anno senza Palio di Siena: si spera solo in un'edizione straordinaria

Written by  Augusto Mattioli
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Altre corse saltarono durante la seconda Guerra mondiale con la sospensione dal 1940 fino a tutto il 1944 e nel corso della Grande guerra dal 1915 fino al 1918. Ma successe anche durante un'altra pandemia, quella di 'spagnola'.

Due anni senza. Sarebbe sufficiente questa affermazione 'monca' per descrivere la sensazione di scoramento che si percepisce girando per i rioni e le contrade di Siena, conseguenti all’assenza da 24 mesi del 'suo' Palio.

Quest’anno, dopo la mancata corsa di luglio, bisognerà digerire anche l’assenza di quella dell'Assunta, il 16 agosto. Siena è in una condizione di mestizia per questo, e ricorda gli anni bui del mancato palio. Gli occhi dei contradaioli si 'illuminano' solo quando si ipotizza una corsa straordinaria.

Erano lontani gli anni delle corse mancate. Nella seconda Guerra mondiale con la sospensione dal 1940 fino a tutto il 1944. O come negli anni della prima guerra mondiale con la piazza del Campo vuota dal 1915 fino al 1918.

Oggi alternative non sembra esserci. E il dover sopprimere le emozioni del palio e dei giorni che lo precedono iniziano a essere pesanti per i senesi, abituati ai tempi certi della festa. Manca il gruppo festante quando viene assegnato 'il cavallo bono' e adatto alla difficile pista di tufo di piazza del Campo.

Mancano e anche quest’anno mancheranno i riti e le abitudini consolidate da tempo con i contradaioli a stretto contatto. Niente piazza affollata in attesa della corsa.
Per un senese il palio non è solo la corsa che si consuma in poco più di un minuto, non è solo rievocazione e fantini da portare in spalla quando vincono. Ma cibo di cui ‘nutrirsi’ tutto l’anno.

Nel tempo anche altre corse sono state annullate per diversi motivi: per ordine pubblico, per le conseguenze di un terremoto, per le tre guerre d'indipendenza, per una epidemia colera (1855), per la pandemia di spagnola nel 1920 e nel 1921. C’è comunque chi anche chi spera in una edizione straordinaria, come quella che si corse nel settembre del 1972 per i 500 anni dalla fondazione di Mps, banca nata per l’appunto nel 1472.
Per questo dopo le mancate due corse del 2020 e del 2021, qualcuna accarezza la flebile speranza di poterlo organizzare il prossimo mese.

Per questo ha un gran lavoro il magistrato delle contrade, di cui fanno parte tutti i priori (i capi 'politici' delle diciassette contrade), che in una nota ufficiale hanno fatto sapere che "in tale ambito è emerso il desiderio e la speranza di poter effettuare prima possibile un Palio senza limitazioni che possano snaturare la Festa stessa. L’ aumento costante delle vaccinazioni potrà offrire maggiori possibilità di svolgimento della Carriera, che rappresenta un simbolo indiscusso della città e in questo periodo, sinonimo di rinascita sociale.

Ma il tempo è galantuomo e solo la situazione sanitaria complessiva e le autorità competenti potranno consentire di dire l’ultima parola sull’effettiva possibilità di svolgimento". Osserva Claudio Rossi, priore della contrada del Drago e rettore del magistrato. "Il dpcm non aiuta molto sulle indicazioni. Le autorità ci dicano quali sono le limitazioni. Che se però snaturano la nostra festa non se ne fa di niente. Bisogna viverla con continuità. Occorre questo approccio".
Sulla stessa linea anche Pier Luigi Millozzi, priore della popolosa contrada della Torre.

"La voglia di fare un palio c’è, restano da capire le condizioni, le regole con le quali si deve svolgere. Per avere il palio come nel 2019 (prima della pandemia ndr) ci vorrà tempo. Ora è difficile fare previsioni. Il desiderio si scontra con la situazione di fatto".
A muoversi dopo la presa di posizione unanime del Magistrato delle contrade per cercare soluzioni è il sindaco Luigi De Mossi. "Sto consultando il Ministero dell’Interno, poi inizierò a lavorare con il prefetto di Siena e il questore e anche con ospedale e usl, per capire quello che si può fare. 

Secondo il nuovo protocollo- aggiunge - anche le manifestazioni all’ aperto le persone devono state sedute. In piazza del Campo non avrebbe senso.  Ho sempre detto chi il palio è una manifestazione di popolo e bisogna sia tale. I  parametri devono essere rispettati ma non devono stravolgere . Ancora di più che sull’accesso in Piazza del campo occorre ragionare ad esempio sull’accompagnamento dei cavalli prima delle prove. 

Se si tiene fuori chi non ha il green pass o i tampone si rischiano assembramenti nelle strade adiacenti del centro storico: farebbero un tappo gigantesco”.

Dalle parole del sindaco emerge una situazione potenzialmente molto complicata difficile da sbrogliare. Il dibattito è aperto e anima la città.  
“Quei quattro giorni sono davvero di difficile gestione“ osserva con una battuta Fulvio Bruni, priore dal 2012 al 2015 della contrada dell’Oca, in passato responsabile del pronto soccorso del policlinico universitario delle Scotte. 

Non ci sono le condizioni di sicurezza per correre un palio – sostiene Maura Martellucci, storica e archivista della contrada del Nicchio - e neanche di quella socialità che ha  la nostra festa. Rischia la stessa idea di contrada come la conosciamo oggi. Il palio è contatto tra i contradaioli che con le regole covid non potremmo riuscire ad avere”. 

La pensa diversamente Marco Donati un fotografo professionista, della contrada della Tartuca. ”Se questa situazione prosegue il palio non si fa neanche l’ anno prossimo. Bisognerà per forza adeguarsi alle regole. Penso che il palio come una volta non si possa fare. O ci si adegua o si finisce tutto”. 

E tra i contradaioli c’è anche di dice di essere addirittura disposto “a non andare in Piazza del campo purchè si corra”. Ma c’è chi ribatte. “A patto che certe regole per correre non siano definitive e non restino quando la pandemia sarà finita”. 
Anche il mondo dei fantini, oggi veri e propri professionisti che vanno in giro alle varie manifestazioni storiche italiane, guarda con attenzione alle prossime decisioni.  

Giuseppe Zedde, detto Gingilllo, è tra quelli più in vista della corsa senese.  Tre corse vinte, l’ultima nella Lupa nell’ agosto del 2018. Una famiglia di origini sarde la sua che con il palio ha da molto tempo uno stretto rapporto. Il fratello Virginio ha corso anche lui, peraltro con meno fortuna. Il padre Antonio ha vinto due volte negli anni settanta.

In questo periodo mi sono comunque allenato – dice il fantino - mi tengo pronto. Faccio una professione che mi piace. Per i contradaioli il palio invece è passione. Speriamo che ci sia qualche possibilità ma non sarà facile. Altrimenti si andrà all’anno prossimo”. 

Ma c’è anche tutto il mondo di proprietari di cavalli che vorrebbe che la corsa si tenesse. Silvano Vigni detto Bastiano, senese, tra gli anni settanta e novanta è stato uno dei fantini protagonisti del palio di Siena, cinque vittorie in trenta corse: oggi segue ancora il palio, cercando cavalli che possano parteciparvi e magari vincere. “E togliersi qualche soddisfazione”. Ma entrando nel merito della questione aggiunge: “Dire e non dire mette in  difficoltà chi lavora per preparare i cavalli. Ne avevo uno, l’ho venduto.  Anche qui occorre chiarezza”.

L’ex fantino, che conosce bene il mondo delle contrade, non nasconde la sua preoccupazione. “Sto percependo un malessere generale, la rassegnazione in qualche contradaiolo vero. Segnali da non sottovalutare.  Se c’è un minimo di possibilità di fare il palio, anche con il green pass facciamolo. Non vorrei che le persone si allontanassero dalle contrade, soprattutto i giovani”.

Vigni tocca indirettamente il tema del ruolo che hanno le contrade nella vita della città.  Con attività appunto per i giovani e giovanissimi, ma anche per anziani, per famiglie in difficoltà.  E come organizzatrici del tempo libero. Temi meno eclatanti del palio e anche meno pubblicizzati. Ma che sono la base dell’esperienza unica delle contrade che hanno resistito fino a oggi alle difficoltà che la storia, nel tempo, ha provocato.  

Guarda – confessa Emilio Gennai, 87 anni, contradaiolo dell’Istrice- non mi crea preoccupazione solo il palio che non si fa. Per uno come me che ha passato le difficoltà dell’ultima la guerra, il problema maggiore è lo stare in casa dove mi manca la socializzazione, essere insieme agli altri, che è aspetto importante della vita contrada, incontrarli gli amici prendersi anche in giro, giocare a carte o a biliardo. Insomma fare comunità nel rione”. Il Palio non è tutto, ma per Siena è molto. AGI

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