ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Lunedì, 22 Novembre 2021 17:14

Renzi: "Il voto nel 2022 sarebbe un errore, ma Italia viva è pronta ". "Noi siamo ancora qui, non ci fate paura", ha detto Boschi alla Leopolda

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Il leader chiude la Leopolda: "A chi ci dice che siamo in contraddizione con noi stessi, ricordo che dieci mesi fa diceva 'o Conte o morte'". "Noi siamo ancora qui, non ci fate paura", ha detto Boschi alla Leopolda. Rivolta ai populisti: "Con una macchina del fango la mia figura pubblica è stata compromessa come donna, come persona perché non ci riuscivano a battermi a livello politico, come parlamentare"

La previsione che lancia è per i prossimi mesi: nel 2022 i leader dei principali partiti, dal Movimento 5 stelle al Pd, dalla Lega a Fratelli d’Italia, sceglieranno di andare al voto. Matteo Renzi lo dice dal palco dell’undicesima edizione della Leopolda che si è chiusa oggi a Firenze. “Ho l’impressione che abbiano l'interesse ad andare a votare: un interesse che è politico e in alcuni casi personale, perché qualcuno vuole portare in Parlamento il suo gruppo di riferimento".

Per il leader di Italia viva questa scelta sarebbe comunque “un errore per il nostro Paese, perché la priorità deve essere quella di lavorare sul Pnrr, una mole di denari incredibile, che non avremo per anni". Nel suo intervento Renzi guarda anche nella casa del Pd, e non poche sono le frecciate che lancia ai suoi ex compagni. Stilettate che fende anche per difendere Italia viva. "A chi ci dice che siamo in contraddizione con noi stessi, ricordo che dieci mesi fa diceva 'o Conte o morte'. Oggi abbiamo meno poltrone, ma l'Italia è salva grazie a Draghi e a Iv e non grazie a un'allegra combriccola di persone che pensano solo a se stesse”, spiega tra gli applausi della platea.

Al partito di largo del Nazareno il capo di Iv rimprovera la vicinanza con i grillini anche in altri passaggi del suo discorso, e guarda al centro come il “luogo politico di vittoria o di sconfitta che può essere, e probabilmente sarà, decisivo alle elezioni in Europa e nel mondo”.

L’invito ai dem è a lasciare i 5 stelle: "Se il Pd sceglie di fare la sfida contro la destra nel campo del riformismo europeo, deve tagliare i ponti con chi è così populista da non avere neanche un'idea, con chi è così populista da prenderla in prestito da altri, come fa Conte", scandisce.

Prima di affrontare il tema dell’elezione del prossimo Presidente della Repubblica, Renzi ringrazia Mattarella per il suo settennato. E mentre il pubblico si leva in piedi per una lunga stanting ovation, dice di essere “fiero aver concorso all'elezione al Quirinale di un galantuomo come Sergio Mattarella, che ha governato il nostro Paese in un momento in cui qualcuno voleva processarlo per alto tradimento. Ha servito le istituzioni e a lui va il nostro grazie”. Nella scelta del prossimo inquilino del Colle, premette, "dovremmo avere come stella polare una volta di più l'interesse del Paese, il suo prestigio internazionale, la stabilità delle sue istituzioni, la forza della propria influenza culturale, economica, politica".

Si dovrà votare quindi “per un Presidente che sia in grado di garantire la transizione democratica a livello europeo, perché noi abbiamo bisogno di un'Europa più forte". Dopo aver lanciato la candidatura - senza accordi con le altre forze politiche - di Davide Faraone, capogruppo Iv al Senato, a sindaco di Palermo, Renzi torna a criticare duramente la sinistra sul ddl Zan. La stroncatura dell’iter parlamentare del provvedimento dei mesi scorsi, sottolinea, è “il simbolo di una sinistra che sta dalla parte del bla bla bla e non dei valori. La politica – aggiunge - è portare le leggi in Gazzetta Ufficiale, non portare gli striscioni nei cortei. La Leopolda è un vivaio dove nascono le idee che cambiano il Paese. Come quella sulle unioni civili. Tenetevi i vostri post, inseguite gli influencer ma non diteci che questa è la politica".

Concludendo il suo discorso, prima che partano le note di ‘Zitti e buoni’ dei Maneskin, Renzi torna al punto di partenza: alla previsione del voto nel 2022. “Se si voterà ci troveranno "pronti, sorridenti ed entusiasti con tutta la forza delle nostre idee, che non abbiamo cambiato per abbracciare Conte o Meloni", assicura e ribadisce che Italia viva non starà mai con i sovranisti, "perché l'Europa non è il nemico ed è l'esatto opposto di loro", né con i populisti "che danno solo sussidi". L’ultimo invito lo riserva ai più giovani: "Siamo quelli del merito di cittadinanza, non del reddito di cittadinanza, quelli dell'Europa, non del sovranismo, quelli della politica non del populismo".

"Noi siamo ancora qui, non ci fate paura", ha detto Boschi alla Leopolda

boschi commossa alla leopolda macchina del fango

Maria Elena Boschi

"Sono super diplomatica, lo sapete. Ma basta, c'è un momento in cui si raggiunge il limite. Loro hanno fatto la macchina del fango e noi la subiamo. Ma noi siamo ancora qui, non ci fate paura". Così la deputata di Italia viva Maria Elena Boschi, da palco della Leopolda. Commossa, Boschi ha ricevuto una standing ovation dal pubblico.

"Vedo che ci sono persone che prendono 15 minuti di celebrità se attaccano Matteo: noi invece facciamo notizia alla Leopolda - ha aggiunto Boschi - con questa presenza costante". "Con una macchina del fango la mia figura pubblica è stata compromessa come donna, come persona perché non ci riuscivano a battermi a livello politico, come parlamentare", ha detto Boschi dal palco. "I responsabili politici sono quelli che hanno lucrato un vantaggio politico da questa gogna mediatica: sono i populisti che hanno fatto delle fake news e dell'odio social un credo politico".

"I signori della politica, Massimo D'Alema e gli amici suoi hanno ridotto così il Mps. Quella stessa sinistra che ci ha fatto la guerra quando era dentro il partito e poi fuori il partito. Noi i risparmiatori li abbiamo tutelati con la riforma delle banche popolari che era stata scritta 17 anni prima dal direttore generale del Tesoro, Mario Draghi e che era stata scritta dall'allora presidente del Consiglio, Massimo D'Alema".

Ancora: "Noi l'abbiamo fatta - aggiunge - e la responsabilità per i risparmiatori e chi ci ha rimesso in quella situazione è della politica che non ha fatto le riforme negli anni precedenti, degli organi di controllo, e una parte della stampa che ha taciuto su questi scandali".

Secondo la ex ministra "era molto più facile dare la responsabilità a mio padre che è stato 11 mesi vicepresidente di una banca molto più piccola del territorio che era già in crisi. Ci sono voluti anni, ma mio padre è uscito da quei processi, è fuori da tutto, è stato assolto. Nessuno gli restituirà certi anni. Mio padre è uscito dai processi ma la sua dignità è stata compromessa in modo insuperabile".

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