ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Lunedì, 04 Aprile 2022 17:17

Perché per l'Europa è difficile dire 'no' al gas russo

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I governi di Vienna e Berlino sono contrari a colpire le forniture in arrivo da Mosca. Nella riunione odierna all'Eurogruppo, i ministri valuteranno quindi "quali siano le implicazioni per l'economia" europea derivanti dall'aggressione russa all'Ucraina. 

"Le discussioni" sulle sanzioni "sono in corso, ma per la Commissione europea nulla è fuori discussione". Questa è la posizione espressa dal vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, al suo arrivo all'Eurogruppo in risposta a una domanda sulla possibilità di colpire, con le sanzioni, le forniture di combustibili fossili russi.

"Non avremo una valutazione quantitativa" delle conseguenze sull'economia europea dell'invasione russa dell'Ucraina. "La nostra attuale valutazione è che con le implicazioni della situazione in Ucraina avremo un sostanziale rallentamento della crescita economica nell'Ue, ma non una recessione".

"Penso che sia molto chiaro che come Ue dobbiamo fare di più per fermare questa guerra e queste atrocità. Quindi la Commissione sta già preparando il prossimo pacchetto di sanzioni e spero che i Paesi membri potranno decidere su prossimi passi ambiziosi per quanto riguarda le sanzioni. Dobbiamo aumentare la pressione sulla Russia e il sostegno all'Ucraina", ha spiegato ancora.

Nella riunione odierna quindi, i ministri valuteranno "quali siano le implicazioni per l'economia" europea derivanti dall'aggressione russa all'Ucraina. "E tra le altre cose dobbiamo valutare degli scenari", ad esempio "che cosa significhi il taglio delle forniture russe del gas per l'Ue per qualunque ragione, se l'Ue decidesse di imporre sanzioni o la Russia decidesse di tagliarlo", ha continuato Dombrovskis.

Sull'argomento è intervenuto anche il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni: "C'è una discussione in corso, la Commissione dice sempre che per noi nessuna misura è esclusa. Certamente quello che abbiamo tutti visto merita una reazione ulteriore". 

Il "no" di Germania e Austria

Interrompere le importazioni di gas russo "nel breve termine" non è possibile e danneggerebbe piu' l'Unione Europea che Mosca. Lo ha dichiarato il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, a margine dell'Eurogruppo.

"Abbiamo a che fare con una guerra criminale, è evidente che dobbiamo porre fine il più rapidamente possibile ai legami economici con la Russia", ha detto Lindner, avvertendo però che "il gas non puo' essere sostituito nel breve termine".

Lindner ha sottolineato che un blocco totale delle importazioni di energia dalla Russia causerebbe più danni economici all'Unione Europea che a Mosca e che l'Ue deve considerare la possibilita' di un blocco specifico del petrolio, del carbone o del gas, rimpiazzando progressivamente gli approvvigionamenti mancanti.

Anche l'Austria "non è favorevole a imporre nuove sanzioni" alla Russia "riguardanti il gas" perché "siamo molto dipendenti dal gas russo e tutte le sanzioni che colpiscono noi più della Russia non vanno bene, per questo siamo contrari alle sanzioni sia sul petrolio che sul gas". Lo ha dichiarato il ministro austriaco della Finanze, Magnus Brunner, al suo arrivo alla riunione dell'Eurogruppo.

"Quello che è successo è orribile", ha aggiunto il ministro riferendosi a quanto accaduto nella città ucraina di Bucha "ma quando si parla di sanzioni bisogna restare calmi e se queste fanno più male a te che alla controparte, non è il modo giusto di procedere". Brunner si è detto infine favorevole a nuove sanzioni che riguardino altri settori.

Le reazioni del governo italiano

"L'Italia non si tirerà indietro" sul blocco dell'import di petrolio e di gas dalla Russia: lo ha affermato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a Zagabria, dove ha partecipato alla Trilaterale dell'Alto Adriatico con i colleghi sloveno e croato.

"Noi - ha aggiunto Di Maio - non abbiamo mai posto alcun tipo di veto sui pacchetti di sanzioni e non porremo alcun veto. I fatti atroci di Bucha ci dimostrano non solo che questa guerra non è finita, ma che la sua intensità e la sua atrocità continuano ad aumentare. Di fronte a 410 civili morti e ai bambini utilizzati come scudi umani, l'Italia e i suoi partner continueranno a fornire alla Corte penale Internazionale tutte le prove che servono per trovare tutti i responsabili di questi crimini di guerra".

Il titolare della Farnesina ha quindi sottolineato che "continueremo a lavorare in sede europea per reagire con fermezza rispetto a ciò che la Russia, e in particolare Putin, sta portando avanti in Ucraina. All'Ue - ha proseguito il ministro - chiediamo anche di accelerare le iniziative per tutelare famiglie e imprese".

"È importante che venga stabilito il prima possibile un tetto massimo al prezzo del gas, a maggior ragione se viene bloccato l'import dalla Russia. E serve un fondo compensativo per le famiglie e imprese europee che stanno pagando il costo di questa guerra". "L'Ue - ha concluso Di Maio - deve infine reagire con forza e fermezza il prima possibile con un quinto pacchetto sanzionatorio, soprattutto dopo i fatti di Bucha". AGI

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