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Giovedì, 07 Aprile 2022 15:40

Il film che aveva previsto la guerra e che racconta come finirà

Written by  Andrea Cauti
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Arriva nelle sale Atlantis, già candidato agli Oscar 2021, del regista ucraino Valentyn Vasjanov. Ambientato nel 2025, descrive la zona orientale dell'Ucraina diventata, dopo l'immaginaria fine della guerra contro la Russia, un deserto inadatto alla presenza umana. 

Dopo 'Reflection' del regista ucraino Valentyn Vasjanovy, attualmente in programmazione in Italia, arriverà nelle nostre sale cinematografiche l'11, il 12 e il 13 aprile distribuito da Wanted Cinema anche 'Atlantis' (Atlantyda, 2019), pellicola che ha vinto il premio Orizzonti per il Miglior Film alla Mostra di Venezia 2019 ed è stato candidato ai premi Oscar 2021 come miglior pellicola internazionale, senza rientrare nella cinquina finale.

Con questo film Valentyn Vasjanovy porta sul grande schermo il tema della violenza disumana della guerra e al contempo sviluppa un'importante riflessione sull'uomo e sull'anima dei soldati che sopravvivono. Ancora una volta, Vasjanovy conferma la sua grande maestria con una regia curatissima nei minimi dettagli, lunghi piani sequenze e inquadrature geometriche e fisse, lasciando parlare le immagini del paesaggio e i suoi protagonisti.

Il film sembra essere quasi frutto di una cupa premonizione. Anno 2025. Ambientato in un futuro molto prossimo in Ucraina orientale diventata, dopo l'immaginaria fine della guerra contro la Russia, un deserto inadatto alla presenza umana, 'Atlantis' ci prospetta un probabile domani divenuto drammaticamente verosimile per la realtà dei fatti attualmente in corso.

Con questo film, Valentyn Vasjanovy porta sul grande schermo i temi dell'orrore e della violenza disumana della guerra, ma anche la speranza di una salvezza.

Il protagonista è Sergeij, interpretato da Andriy Rymaruk, ex soldato che soffre di disturbo da stress post-traumatico e tenta di adattarsi alla nuova realtà. Con una vita in pezzi e in una terra in rovina, Sergeij, quando la fonderia in cui lavora chiude, perso il lavoro e il più caro amico, trova un modo inaspettato per andare avanti unendosi alla missione volontaria "Black Tulip".

Lavorando al fianco di Katya - interpretata da Liudmyla Bileka - capisce che un futuro migliore è possibile. Imparerà a vivere senza la guerra e ad accettarsi così com'è? Forse solo grazie all'amore potrà uscire dell'incubo che la guerra ha costruito intorno a lui.

Valentyn Vasjanovy (nato a ytomyr, Ucraina occidentale, il 21 luglio 1971) è un regista, sceneggiatore e produttore ucraino. Si è formato alla scuola di Andrzej Wajda. Prima di 'Vidblysk' (Reflection, 2021) e 'Atlantyda' (Atlantis, 2019), nel 2014 è stato produttore, direttore della fotografia e montatore del film nella lingua dei segni ucraina 'The Tribe' di Myroslav Slabopyckyj, vincitore del Gran premio alla Semaine de la Critique di Cannes.

In seguito, da regista ha diretto 'Zvychayna sprava' (2012), 'Kredens' (2013) e 'Riven" ornoho' (2017), film che ha rappresentato l'Ucraina all'Oscar come miglior film straniero 2018. Valentyn Vasjanovy è rimasto in Ucraina durante l'invasione russa: "Resto a Kiev. Voglio essere tra persone consapevoli della loro appartenenza etnica, culturale e politica. Voglio essere tra queste persone per acquisire esperienze importanti che mi aiuteranno a creare storie vere su di loro". AGI

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