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Giovedì, 07 Aprile 2022 16:03

La strage degli sportivi ucraini che si sono armati contro gli invasori russi

Written by  Marco Marangoni
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Dmytro Martynenko era portiere nella squadra giovanile del Karpaty di Leopoli Dmytro Martynenko era portiere nella squadra giovanile del Karpaty di Leopoli

La guerra ha fatto molti morti anche nel mondo dello sport, compresi gli ex capitani delle nazionali maschili di rugby e pallanuoto, Oleksi Tsibko e Yevhen Obedinsky. 

Nell'elenco delle vittime della guerra in Ucraina si trovano i nomi di tanti sportivi, ex campioni, capitani di nazionale o semplici atleti che sono voluti restare per difendere il loro Paese, stavolta con una divisa militare anziché in maglietta e pantaloncini.

Del resto nei quasi 30 anni di indipendenza lo sport ucraino è molto cresciuto. Il Comitato olimpico di Kiev - il primo presidente fu l'ex velocista Valeriy Borzov mentre quello attuale è l'ex 'zar' del salto con l'asta Sergey Bubka - è diventato membro del Cio nel settembre del 1993. Ai Giochi olimpici, lo sport ucraino ha già conquistato 148 medaglie, di cui 38 d'oro. Il primo storico oro a cinque cerchi fu quello di Oksana Baiul nel pattinaggio di figura a Lillehammer '94.

Inevitabilmente la guerra ha fatto molti morti anche nel mondo dello sport, compresi gli ex capitani delle nazionali maschili di rugby e pallanuoto, Oleksi Tsibko e Yevhen Obedinsky. Il primo, 55 anni, è deceduto combattendo contro le forze russe vicino alla città di Bucha il 31 marzo e la sua morte è stata confermata dalla Federazione ucraina di rugby. Tsibko era stato il capitano della nazionale prima di diventare presidente della federazione. Nella sua carriera anche l'incarico di sindaco di Smela tra il 2015 e il 2018. A rendergli omaggio il presidente di Rugby Europe e membro del Comitato Olimpico Internazionale, il romeno Octavian Morariu, già a capo della commissione di valutazione del Cio che ha esaminato la candidatura di Milano-Cortina 2026.

Caduto in combattimento anche il 39enne ex pallanuotista Obedinsky. Yevhen, che ha una figlia di 12 anni, è stato ucciso il 17 marzo durante l'assedio di Mariupol. E a fine marzo è stato ucciso il campione di kickboxing, Maksym Kagal, arruolatosi nelle forze speciali del battaglione 'Azov'. Il 30enne soprannominato 'Piston', campione del mondo nel 2020, è caduto anche lui nella difesa di Mariupol.

Tra i primi sportivi vittime del conflitto russo-ucraino c'era stato Yevhen Maylshev. Il 19enne ex biatleta di Kharkiv, ritiratosi nel 2020, prestava servizio nell'esercito. Due i calciatori uccisi, Vitalii Sapylo, 21 anni, e Dmytro Martynenko di 25. Sapylo, morto in un combattimento a fine febbraio nei pressi di Kiev, era portiere nella squadra giovanile del Karpaty di Leopoli e il club gli ha reso omaggio: "Conserviamo l'eterno ricordo di questo eroe".

'Dima' Martynenko era stato il capocannoniere dell'Fc Hostomel. Il centrocampista la scorsa stagione era stato nominato miglior giocatore del campionato amatoriale di seconda divisione. Dmytro e sua madre sono stati uccisi quando la loro casa è stata bombardata.

Sono numerosi gli atleti professionisti ucraini che sono tornati in Ucraina con l'obiettivo di difendere il Paese dall'offensiva russa. È il caso del tennista Sergiy Stakhovskym che nel 2013 battè Roger Federer a Wimbledon, rientrato a Kiev. Si è unito alle forze ucraine anche il campione di boxe Vasiliy Lomachenko: il 34enne è stato fotografato con uniforme militare e con il fucile sulla spalla. Dalla boxe il campione del mondo dei pesi massimi, Oleksandr Usyk, ha lasciato Londra per prendere parte alla guerra. 'In campo' anche il pugile più famoso dell'Ucraina, il peso massimo Vitali Klitschko, attuale sindaco di Kiev. AGI

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