Quello che dal 1967 accade in questo borgo medievale della Val d'Orcia, dichiarato patrimonio dell'umanità dall'Unesco, è un intero paese che affronta la vita attraverso il teatro, attraverso uno spettacolo ideato e messo in scena dai suoi abitanti. Il momento dell'incontro col pubblico è il tentativo di creare un senso condiviso delle trasformazioni in corso, delle nuove sfide, riavvolgendo ogni volta quel filo rosso che riporta alle origini culturali, sociali e umane di quest'esperienza. Tutto iniziò in un piccolo centro senza un teatro, senza alcun grande regista o esperto a guidare il progetto; e accadde mentre nel resto del mondo fervevano esperienze teatrali che dell'abbattimento del confine tra palcoscenico e vita avevano fatto il centro dell'attività.
"Parliamo di una straordinaria esperienza creativa - ha sottolineato la vicepresidente e assessora alla cultura Monica Barni - sviluppata insieme da un'intera comunità che così è stata capace di darsi un'identità che ha rafforzato i valori condivisi anche nella vita quotidiana. I cittadini di Monticchiello non fanno semplicemente del teatro universale, parlando di se stessi sono stati capaci di superare i problemi e gli interrogativi posti dal cambiamento profondo di questi cinquant'anni lì come in Italia e nel mondo".
Monica Barni ha presentato stamani l'evento insieme a Gianpietro Colombini, assessore alla cultura del Comune di Pienza di cui Monticchiello è frazione, Anna Bacchilega, vicepresidente Cooperativa del Teatro Povero, Andrea Cresti, storico regista e direttore artistico, Gianpiero Giglioni, presidente Commissione Cultura Compagnia popolare del Teatro Povero di Monticchiello.