ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Mercoledì, 02 Novembre 2022 08:00

Medvedev: "Pronti al nucleare nelle regioni annesse"

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Dmitri Medvedev Dmitri Medvedev

Nuova minaccia del vicepresidente del Consiglio di Sicurezza: "L'Occidente sta provocando una guerra globale". Polemiche sulle parole dell'ambasciatore Razov: "Non escludo l'invio di uomini dell'Italia a Kiev", poi la retromarcia dell'ambasciata russa "Parlava di cannoni". 

La Russia torna a minacciare l'uso dell'arma nucleare, in caso Kiev volesse riconquistare i territori annessi da Mosca.

Su Telegram, il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitri Medvedev, ha ammonito che se l'Occidente vuole che sia l'Ucraina a vincere la guerra e se l'obiettivo di Kiev è riprendere tutti i territori che in precedenza le appartenevano e quindi "strapparli alla Russia, minacciandone l'esistenza come Stato, questo farebbe scattare "la clausola 19 dei Fondamenti della politica statale della Federazione russa in campo di deterrenza nucleare".

"Non è questa una diretta provocazione di una guerra mondiale con l'uso di armi nucleari?", chiede l'ex presidente, sottolineando quindi che appoggiando Kiev "l'Occidente sta provocando una guerra globale".

"Solo la vittoria della Russia è garanzia di pace", ha aggiunto. 

Razov parla di cannoni "forse italiani" e non uomini

L'ambasciata russa precisa le dichiarazioni rese dal'ambasciatore russo, Serghei Razov, al canale televisivo OVALmedia il 28 ottobre a margine del XV Verona Eurasian Economic forum a Baku. "Non si tratta di persone, ma di cannoni usati per bombardare Donetsk, che potrebbero essere anche di produzione italiana, ma la parte russa non ne ha certezza", si legge sulla pagina Facebok dell'ambasciata, in cui viene pubblicata la traduzione del passaggio dell'intervista.

Intervistatore: "Io quest`estate ad agosto sono stato in Donbass e due cose mi hanno fatto veramente impressione. La prima a Donetsk ogni 40 secondi si sentiva un'esplosione di cannone e a Donetsk non c'è la guerra perché il fronte sta a centinaia di chilometri".
Ambasciatore Razov: "Si".
Intervistatore: "Perché erano arrivati i cannoni italiani che bombardavano la città. Non gli italiani, ma, con i cannoni italiani"
Ambasciatore Razov: "Forse italiani".
Intervistatore: "Forse anche italiani?"
Ambasciatore Razov: "Non escludo, si".

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