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Venerdì, 25 Novembre 2022 09:03

L'Onu condanna la repressione in Iran, ma la Cina è contraria

Written by  Gianluca Zeccardo
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Una donna dà fuoco a un velo Una donna dà fuoco a un velo

Il Consiglio ha votato per un'indagine di alto livello su quanto accaduto dopo la morte di Masha Amini. Secondo una Ong ci sarebbero stati 400 morti, 50 dei quali bambini uccisi durante le proteste. 

Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha condannato la sanguinosa repressione iraniana di manifestanti pacifici dopo la morte di Mahsa Amini e ha votato per creare un'indagine di alto livello su quanto accaduto.

Nonostante le forti pressioni di Teheran e un tentativo in extremis della Cina di minare la risoluzione, una maggioranza più ampia del previsto del consiglio di 47 membri ha sostenuto l'avvio di un'indagine.

Pechino ha presentato un'offerta dell'ultimo minuto per modificare il testo della risoluzione, chiedendo che la rimozione della richiesta di avviare un'indagine. Un fragoroso applauso è scoppiato quando la risoluzione è passata con 25 voti a favore, 16 astenuti e solo sei Paesi - Armenia, Cina, Cuba, Eritrea, Pakistan e Venezuela - contrari.

Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha elogiato il voto. "La missione per l'accertamento dei fatti istituita oggi contribuirà a garantire che coloro che sono coinvolti nella repressione violenta in corso del popolo iraniano siano identificati e le loro azioni documentate", ha affermato in una nota. 

Il voto è arrivato al termine di una sessione urgente richiesta da Germania e Islanda con l'appoggio di 50 Paesi a due mesi dalle manifestazioni scatenate dalla morte in custodia della 22enne Mahsa Amini, dopo che era stata arrestata per una presunta violazione delle rigide regole di abbigliamento delle donne basate sulla legge islamica della sharia.


Le risposta delle autorità alle manifestazioni è diventata sempre più violenta, le proteste si sono diffuse in tutto il Paese e si sono trasformate in un ampio movimento contro la teocrazia che governa l'Iran dal 1979. "L'uso non necessario e sproporzionato della forza deve finire", ha insistito L'Alto commissario per i diritti umani, Volker Turk, il quale ha riferito di essersi proposto per una visita in Iran ma ha detto di non aver ricevuto risposta da Teheran.

Secondo l'Ong iraniana con sede in Norvegia, Iran Human Right, le persone uccise finora nella repressione sono più di 400, tra cui più di 50 bambini. Circa 14.000 persone, compresi bambini, sono state arrestate, "un numero impressionante", ha commentato Turk, denunciando che almeno sei manifestanto sono già stati condannati a morte.


Tra gli arrestati vi sono alcune celebrità che hanno espresso sostegno ai manifestanti, tra cui il calciatore della nazionale Voria Ghafouri, arrestatoper "propaganda anti-statale".L'Iran ha ricevuto il sostegno di alcuni Paesi, come Pakistan, Venezuela e altri che hanno denunciato la crescente politicizzazione del Consiglio. L'ambasciatore cinese, Chen Xu, ha messo in guardia dal "trasformare i diritti umani in uno strumento per intervenire negli affari interni dei Paesi". AGI

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