Il confronto con il predecessore a Palazzo Chigi è inevitabile, ma il commissario europeo, con un passato da presidente del Consiglio, evita i paragoni. "Non esageriamo. Draghi era molto forte. Certamente l'Italia è centrale, lo è stata e lo è tuttora", risponde. "C'era attesa di un governo italiano molto aggressivamente anti-europeo. I primi mesi hanno fatto ricredere chi aveva questi timori. È vero che, almeno fin qui, il governo ha preso decisioni molto utili e importanti".
La conversazione vira sugli impegni stringenti e Gentiloni avverte: "Il governo italiano è consapevole che ci sono le scadenze del Pnrr. La modifica della scadenza del 2026 richiederebbe la ratifica di 26 parlamenti, lo trovo difficile. Abbiamo distribuito 144 miliardi di euro di cui 67 all'Italia. La responsabilità italiana è grande, perché se va male per l'Italia va male per l'Ue".
Non manca un passaggio sulla polemica del momento, legata al decreto approvato appena ieri sera dal Consiglio dei ministri. "Prendiamo atto della decisione del governo italiano sul Superbonus. Tra gli obiettivi della misura ve ne era uno che ci stava molto a cuore, quello di migliorare le classi energetiche delle abitazioni. Riconosco però le preoccupazioni del ministro Giorgetti sulle conseguenze sui conti pubblici".