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Martedì, 28 Marzo 2023 13:31

Intervista a Giovanni Santese 

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Giovanni Santese Giovanni Santese

- Ciao, benvenuto sulle pagine di Agorà Magazine. In radio e in digitale il tuo nuovo singolo. Quali sono le sensazioni a caldo in merito e come stai vivendo l’uscita della nuova release?

Il pezzo non è il classico singolo immediato, e il tema è a tratti crudo e cruento, perciò sono contento che sia uscito per il semplice fatto che volevamo con l’etichetta far ascoltare qualcosa di diverso rispetto alla mia produzione un po’ più classica. Chi lo ascolta ne rimane comunque sorpreso, e questo mi fa piacere.

- Di cosa parla il brano, come lo descriveresti?

La canzone immagina un futuro distopico in cui qualsiasi azione umana è governata dagli algoritmi, così anche le azioni più disumane vengono giustificate alla luce di questa assenza totale di responsabilità. Alla fine della canzone, le macchine impietosite e lacrimanti, mettono fine al genere umano. Insomma, un pezzo abbastanza ottimistico.

- Da quale idea nasce la scelta del titolo?

Beh il titolo è la sintesi di quello che dicevo nella risposta precedente. L’algoritmo è quello governa le nostre vite.

- Quali artisti influenzano o hanno influenzato il tuo modo di fare musica?

Sicuramente i cantautori italiani, soprattutto per l’attenzione verso la scrittura. Citarli tutti sarebbe fare una lista infinita.

- Quale esperienza credi sia stata più formativa per te fino ad oggi?

La cosa più gratificante e che mi arricchisce è suonare in giro. Le persone che incontro, i luoghi che conosco, e la bellezza portare ovunque la propria musica.

- Cosa dobbiamo aspettarci dopo questo brano?

Tra poco uscirà l’intero disco e siamo già in giro con i concerti, per il Forever Vecchio Tour, uno spettacolo che ho scritto insieme a Lorenzo Kruger (Nobraino) e che non vedo l’ora di portare dappertutto in Italia.

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