Osimhen pareggia i conti all'inizio della ripresa e fa impazzire i tifosi napoletani. Alla Dacia Arena, allo stadio Maradona e in tutta Italia. L'1-1 vale lo scudetto. Il Napoli è campione d'Italia per la terza volta, 33 anni dopo l'ultima volta. Tutto grazie a un secondo tempo che ha riscattato una prima frazione opaca. Il gol di Osimhen è il coronamento della grande stagione in cui nessuno è riuscito a tenere il passo dei ragazzi di Spalletti.
Un primo tempo opaco
Tredici minuti e l'Udinese fa scendere il gelo su Napoli e sullo stadio Maradona, riempito di maxischermi, per la (nuova) festa scudetto annunciata. I friulani, coriacei e fisici, esultano per il grande gol di Lovric, al quinto gol stagionale. Quello di stasera, però, è sicuramente il pesante. E forse anche il più bello.
Il centrocampista sloveno pesca il jolly freddando Meret con un tiro preciso e angolatissimo che si infila sotto la traversa. I bianconeri esultatno, si abbracciano. Il campionato a poco da chiedere, la salvezza è certa. Ma uno scalpo così vale tantissimo. La squadra di Sottil è entrata in campo senza timore reverenziale e ha colpito alla prima occasione. Il vantaggio è sorprendente ma meritato.
Gli azzurri hanno subito il colpo dopo una buona partenza e una forte spinta iniziale, seppur sterile. Dopo la rete subita è cambiato tutto: i partenopei sono imprecisi, nervosi, precipitosi. Per festeggiare basta un gol ma, al momento, i meccanismi di quella che era stata chiamata "la macchina perfetta" sembrano inceppati. Manca tranquillità. E lo si vede nei passaggi sbagliati, nei tocchi troppo corti e nelle verticalizzazioni infruttuose. Lo scudetto è a un passo ma il Napoli, dopo 45 minuti, è fermo.
Nel primo tempo, spento e scialbo, il Napoli è riuscito a produrre un solo squillo: un colpo di testa del solito Osimhen che illude per pochi attimi i tifosi prima di spegnersi a fondo campo, non lontano dalla porta difesa di Silvestri.
Il "coprifuoco" a Napoli
Il coprifuoco è scattato intorno alle 20. Napoli ha abbassato le saracinesche dei negozi, fermato i taxi, chiuso i bar, lasciano aperti solo ristoranti e pizzerie a beneficio di turisti. C’è la partita della vita, c’è quel punticino che mancava per raggiungere la vetta e conquistare il terzo scudetto così agognato.
Dai quartieri spagnoli, da via Toledo i tifosi che non sono riusciti ad andare allo stadio per assistere alla partita dai maxi schermi, si sono ritrovati in piazza Plebiscito, armati di fumogeni azzurri e rossi. Scoppiano anche grossi petardi, boati che raccontano l'evolversi della partita. La piazza è invasa dal fumo e dalle bandiere. Finalmente la città può esultare per uno scudetto atteso ma ampiamente meritato.