Nella prima giornata di lavori del vertice della Nato gli alleati hanno deciso che l'ingresso dell'Ucraina sarà agevolato, ma una volta finita la guerra. L'Italia era favorevole a questo percorso facilitato, ovvero senza il requisito di un piano d'azione per l'adesione (Map), in linea con il sostegno già assicurato a Kiev.
Nel corso della giornata, che si conclude con una cena offerta ai capi di Stato e di governo dell'Alleanza da parte del presidente lituano Nauseda, Meloni ha avuto due incontri bilaterali. Il primo con il premier britannico Rishi Sunak, con il quale è evidente una buona sintonia; il secondo è stato con il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan.
Con quest'ultimo, ha fatto sapere Meloni in un tweet, "abbiamo dialogato sul comune interesse a rafforzare l'impegno nella sponda sud del Mediterraneo e su come potenziare la collaborazione e le relazioni economiche tra le nostre nazioni. Continuiamo a lavorare per una pace giusta e duratura".
Secondo quanto si apprende, nel faccia a faccia, durato circa 50 minuti, Erdogan "ha apprezzato il ruolo dell'Italia nello scenario del Mediterraneo" e ha anche invitato Meloni ad Ankara per una visita ufficiale. I due presidenti, secondo le stesse fonti, hanno affrontato il tema degli investimenti nei settori dell'industria e della difesa e confermato l'obiettivo di un ulteriore slancio nei rapporti economici per arrivare a un interscambio di 30 miliardi di euro.
Meloni ha posto l'accento sulla strategia per il Mediterraneo e il contrasto all'immigrazione clandestina e ha confermato l'interesse alla collaborazione in diversi settori. Nel discorso tenuto a porte chiuse con gli altri leader dei Paesi membri, Meloni, che al suo arrivo al vertice ha abbracciato il premier olandese Mark Rutte, il cui governo è caduto pochi giorni fa, ha ribadito il sostegno all'Ucraina "a 360 gradi" finché necessario e ha sottolineato l'importanza della "nuova postura della Nato" di fronte alle nuove sfide e il tema della qualità degli investimenti, oltre a quello della quantità. Infine, l'attenzione da porre sul fronte sud, cioè l'Africa, afflitta da guerre e migrazioni. AGI