ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Mercoledì, 27 Luglio 2016 16:30

Strage di libertà in Francia

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“la jihad uccide in chiesa” in Francia è il titolo di prima pagina de la Repubblica di mercoledì 27 luglio 2016. “Strage di libertà” in Turchia era il titolo di prima pagina de Avvenire di giovedi 21 luglio 2016.

Io faccio mio quest’ultimo titolo, che oggi diventa Strage di libertà in Francia.

Abbiamo alle spalle un anno e mezzo dalla strage al Charlie Hebdò, che fece scendere in piazza un milione di persone in difesa della libertà di espressione, in spregio della fraternità con i musulmani irrisi dalle vignette su Maometto e dell’eguaglianza di tutte le fedi.

Associate a questa riflessione: Tra gli amici di Adel, “Era allegro, si è trasformato dopo Charlie Hebdo”. Adel Kermiche (mamma della Nuova Guinea) è uno dei due assassini in chiesa. Paolo Berizzi racconta il processo di rapida radicalizzazione del diciannovenne, prima giovane allegro e spensierato, poi cupo cospiratore. Qua, il lettore può fare 2 + 2: se la mia libertà di francese autoctono offende la libertà di un francese immigrato quello s’incazza!

Nella stessa pagina: la politica. La destra chiede nuove norme antiterrorismo. Hollande: “L’Is ci vuole dividere” [la Repubblica di mercoledì 27 luglio 2016 ].

Badate che Hollande intende: L’Is vuole dividere la Francia e la Francia combatterà. Comico! Naturalmente, non intende: l’Europa deve unirsi, deve mettere insieme i servizi di intelligence e di polizia, nonché le forze armate. Solo in questo modo il nano del mondo, tale è l’Europa odierna i cui leaders non vennero fatti neppure parlare ai funerali di Mandela, pur essendo tutti presenti, nano perchè divisa, deve smettere di esserlo.

Unisca subito almeno tutti i servizi di intelligence, se vuol dare a noi l’idea di essere governati. Smetta di esibire potenze che non ha, smetta con i muri e con le limitazioni dei movimenti dei cittadini normali.

Buono, invece, è il messaggio dell’anziano sacerdote ucciso: “Il messaggio ai fedeli: -Siate vicini al prossimo chiunque esso sia- [: 3  la Repubblica di mercoledì 27 luglio 2016].

Naturalmente: dobbiamo essere capaci di unirci tutti. Non dividiamoci in ungheresi, francesi, polacchi etc.. Questa è già la fine. Avete in mente come si muovono insieme sciami di pesci o di uccelli? Qualcuno può venir colpito o catturato, ma nessuno pensa neppure a fermare lo sciame!

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