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Giovedì, 28 Luglio 2016 00:11

Arancino in siciliano aràncinu

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Per chi come me è nato a Catania, l’aràncinu, fa parte dell’alimentazione quotidiana, fin dai primi passi, ancora barcollanti, con nostro aràncinu nelle mani, andiamo alla conquista del mondo.

L'arancino (in siciliano aràncinu o arancina) è una specialità della cucina siciliana. Come tale, è stata ufficialmente riconosciuta e inserita nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (PAT) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MiPAAF) con il nome di "arancini di riso".

Si tratta di una palla o di un cono di riso impanato e fritto, del diametro di 8–10 cm, farcito generalmente con ragù, piselli e caciocavallo. Nella forma a palla ricorda il frutto della pianta dell’arancio, che in italiano prende il nome di arancia, ma che in siciliano si chiama arànciu e a Catania e in tutta la Sicilia orientale per questo lo chiamiamo aràncinu in italiano arancino.

A Palermo e nella Sicilia occidentale, lo chiamano arancina, e si vede che loro sono italiani e noi catanisi siamo siciliani.

Pertanto in siciliano il nome di questa pietanza è originariamente al maschile (arancinu), come testimoniato dal Dizionario siciliano-italiano del palermitano Giuseppe Biundi, che nel 1857, al lemma arancinu, scrive: "[...] dicesi fra noi [in Sicilia] una vivanda dolce di riso fatta alla forma della melarancia". Il termine della lingua italiana arancino deriverebbe dal siciliano aràncinu. Si diano pace i palermitani l’ha scritto un palermitano nel 1857 che si chiama aràncinu ed in italiano arancino.

La sua storia sì perde nella notte dei tempi, di sicuro l’arancio come pianta lo portarono gli arabi, se come dice l’etimologia si fa risalire il nome al frutto, non c’è dubbio che almeno come nome a quel tempo è nato.

A sostegno di questa tesi , in mancanza di fonti storiche, ci sono i suoi ingredienti in primis lo zafferano anch’esso importato nella Trinacria dai mussulmani, come risale a loro l'usanza di consumare riso e zafferano condito con erbe e carne. La panatura e la frittura sarebbe invece evoluzione siciliana.

Di certo e storicamente provato è che Federico II lo stupor mundi re di Sicilia, ne andava ghiotto, e nelle sue partite a caccia con i suoi falchi, si portava sempre il suo aràcinu, c’è addirittura chi afferma che a lui sia attribuita l'invenzione della panatura.

Di certo si è supposto che, inizialmente, l'arancino si sia caratterizzato come cibo da asporto, possibilmente anche per il lavoro in campagna. E chi è siciliano sa che tutt’oggi, è cibo d’asporto.

Insomma chiamatelo Arancino o Arancina fatelo a forma di palla o a cono, è, e rimane una delizia del palato.

Per me la forma a palla, è la più antica e certamente non c’era il ragù ai tempi sia degli arabi sia nei tempi di Federico II essendo il pomodoro arrivato in Sicilia dopo la scoperta dell’America 1492. Suppongo che a Catania si volle distinguere quello tradizionale in bianco come lo è tutt’ora a forma di palla e quello di ragù il nuovo a forma di cono … non né ho, ovviamente le prove, ma intuito catanese di cui mi sono sempre fidato, non mi ha mai tradito!

E ora a voi che potete buon apetito!

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