La presente poesia affronta il tema delle morti in mare. Fino a questo mese di Luglio i morti sono oltre tremila, mille in più dello stesso periodo dello scorso anno.
Come a guardare il sole, come a sfidare la luna
inermi e sospinti dali'onde del mare i barconi avorio speranza,
blu i volti d'avorio di trecento speranze,
e il barcone era spinto dal vento, freddo, come freddi tutti gli inverni di mare ma come ogni stagione
come speranze funebri, avanti senza un destino.
E la notte è lunghissima
e il barcone si trascina sull'onde nervose del blu della notte
nel gelido mare d'inverni incazzati, come incazzate tutte le stagioni.
E il giorno è infinito e i barconi avorio speranza
il sole riflesso sui volti d'avorio, sorrisi di ghiaccio e occhi sbarrati e i pianti, la paura, e le preghiere e i bambini terrorizzati.
E galleggiano i corpi, e le notti e i giorni e galleggiano i corpi trascinati dal mare come le buste al vento
gonfi, come a guardare il sole, come a sfidare la luna inermi, sospinti dali'onde del mare blu i volti d'avorio a galleggiare muti, e i barconi avorio speranza.
Mute speranze, muti i sogni, muto il futuro.
Come a guardare il sole, come a sfidare la luna.
Partirono speranze su quel barcone avorio speranza partì la speranza e con lei trecento persone come a guardare il sole, come a sfidare la luna.
Ma solo il mare,
il blu della notte, e barconi avorio speranza.
Sostieni il tuo quotidiano Agorà Magazine I nostri quotidiani non hanno finanziamento pubblico. Grazie Spazio Agorà Editore