ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Giovedì, 28 Luglio 2016 19:59

Il mondo nelle mani di adolescenti del terrore?

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Quello che sta avvenendo ora appare la conseguenza di quello che si leggeva e si scriveva nei mesi scorsi. Più di un anno fa fece scalpore negli Usa, come raccontava il New York Times, quella ragazza che insegnava catechismo nella chiesa  presbiteriana che entra attraverso il computer, il suo tablet, unica finestra sul mondo, con l’Isis.

La pianificazione appare chiara agli inquirenti del FBI che chiamati dalla nonna riescono a fermare la giovane proprio prima di partire. Una lentissima radicalizzazione che sceglie vittime deboli. La ragazza viveva in una casa isolata nella campagna con nonni e disoccupata passa moltissime ore nella sua stanza davanti al Pc.  Si capisce già da due anni che il proselitismo si sviluppa seguendo questi canoni. Si sente in questi giorni di ragazzi con turbe psichiche, non scolarizzati e senza rapporto con le moschee. Nel caso della ragazza americana le era proibito avere rapporti con le moschee o altri mussulmani dove lei avrebbe desiderato di comunicare l’accettazione della nuova fede.  Nel giugno dello scorso anno fece scalpore la vicenda di Ali Shukri Amin, 17 anni, residente in Virginia, che ammise di aver fornito consigli e incoraggiamento all'ISIS e ai suoi sostenitori. “Colpevole, signore», ha risposto l'adolescente, quando gli è stato chiesto dal giudice del tribunale di Alexandria, in Virginia di dichiararsi colpevole o non colpevole. Con una corporatura snella e una peluria del viso appena accennata, lo studente del liceo ha ammesso di aver inviato più di 7.000 messaggi su Twitter a sostegno dell' IS.

Il suo avvocato, Joseph Flood, disse che il caso era senza precedenti, che Amin è stato il primo minore che rischiava di essere condannato negli Stati Uniti per aver fornito aiuti materiali all' IS. "E 'profondamente pentito," ha dichiarato ai giornalisti dopo l'udienza, aggiungendo che il suo cliente ha collaborato con le forze dell'ordine. Sotto la maniglia TwitterAmreekiwitness, Amin ha fornito agli ammiratori le istruzioni su come usare la moneta virtuale Bitcoin per occultare le donazioni finanziarie al gruppo islamico radicale e consigliando di crittografare gli scambi di notizie on-line considerandolo il modo migliore per non essere scoperti.

Aveva usato quello che il funzionario dell'FBI che condusse le indagini chiamò la sua " prolific online presence " per offrire una guida ai sostenitori che cercano di recarsi in Siria per combattere con l'IS. Il Dipartimento di Giustizia ha dichiarato che Amin fornito protezione per un altro giovane recluta ISIS, Reza Niknejad, 18, che ha viaggiato in Siria per unirsi al gruppo nel mese di gennaio.

Per questi gruppi la rete si è trasformata nel principale strumento d’intercettazione, attraverso pagine specializzate e forum dove si glorifica l'attività jihadista. Il ciberspazio offre due vantaggi a questi radicali: anonimato e isolamento, dato che la gran maggioranza degli utenti si collega ad internet da solo e con nickname. Ora nasce la raccomandazione ai genitori controllare le interazioni online dei propri figli. La cronaca che riportiamo è di un anno fa.

Le notizie di bambini e adolescenti che, volontariamente o involontariamente, finiscono nelle reti dello Stato Islamico e di altri gruppi jihadisti, sono ormai quasi all'ordine del giorno. Infatti negli ultimi mesi, i mezzi di comunicazione hanno riportato diversi casi di reclutamento di questi giovanissimi con una strategia deliberata da parte di tali organizzazioni di lavaggi del cervello e indottrinandoli. I meccanismi psicologici che portano migliaia di giovani a unirsi a questa causa sono relazionati alle angosce e alle motivazioni di quasi tutti gli adolescenti. Così, il primo consiglio per quei genitori che vogliano evitare che i loro figli finiscano nelle mani di questi terroristi sarebbe prestare attenzione al loro comportamento, tentando di scoprire possibili carenze emozionali e momenti di vulnerabilità, tenendo gli occhi ben aperti quando si avvicinano al web.

Le ultime vicende tra Francia e Germania in questi giorni mostrano questi adolescenti in azione. Il cyberspazio è il collegamento fra l’inquietudine di adolescenti sclerati che finiscono come pesciolini nella rete e diventano gli adolescenti del terrore. 

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