Le forze israeliane hanno aperto il fuoco contro un posto di osservazione della forza di mantenimento della pace Unifil nella sua base principale a Naqoura, nel Libano meridionale, ferendo due persone. Lo riferisce una fonte delle Nazioni Unite al Times of Israel. L'Idf non ha rilasciato dichiarazioni immediate in merito al rapporto.
"Qualsiasi attacco deliberato ai peacekeeper è una grave violazione del diritto internazionale umanitario e della risoluzione 1701 (2006) del Consiglio di sicurezza". Le sparatorie dell'esercito israeliano al confine con il Libano rappresentano un "rischio molto grande per i nostri soldati". Questa la posizione espressa dalla Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite (Unifil) in una dichiarazione, confermando che il suo quartier generale a Naqoura, nel Libano meridionale, è stato colpito da esplosioni per la seconda volta in 48 ore. "Due peacekeeper sono rimasti feriti dopo due esplosioni avvenute vicino a una torre di osservazione. Un peacekeeper ferito è stato portato in un ospedale a Tiro, mentre il secondo è in cura a Naqoura", ha precisato.
I vertici Unifil hanno inoltre riferito che diversi muri della posizione delle Nazioni Unite sono crollati dopo che un bulldozer militare israeliano ha colpito il suo perimetro e i carri armati "si sono mossi in prossimità della posizione delle Nazioni Unite", ma i peacekeeper delle Nazioni Unite sono rimasti in posizione e hanno chiamato rinforzi.
Le operazioni in Libano
Le forze di difesa israeliane stanno potenziando le loro operazioni nel Libano meridionale, dove è stata dispiegata la 205a Brigata corazzata di riserva, già entrata in azione nelle scorse ore, ha annunciato il comandante della brigata, il colonnello Yoav Scheider, in un messaggio radio alle sue truppe prima che entrino in Libano, rilanciato dal quotidiano Times of Israel.
"La brigata ha eliminato diversi terroristi e distrutto decine di obiettivi terroristici dall'aria, da terra e con l'artiglieria", secondo l'Idf. "Oggi elimineremo la minaccia di un attacco al nostro Paese", ha detto ancora il colonnello Scheider. "Questa è la nostra missione, questo è ciò di cui siamo incaricati. Abbiamo una battaglia difficile davanti, a la missione è chiara, importante e urgente", ha sottolineato il comandante della brigata. Il primo ministro libanese, Najib Mikati, ha chiesto al Consiglio di sicurezza dell'ONU di prendere una decisione per un "cessate il fuoco immediato e completo" e ha affermato che il suo governo è disposto a schierare l'esercito libanese nel sud del Paese, e che il gruppo filo-iraniano Hezbollah è d'accordo.
"Abbiamo deciso di chiedere al Consiglio di Sicurezza dell'ONU di adottare una risoluzione per un cessate il fuoco immediato e totale", ha detto Mikati in una conferenza stampa dopo una riunione del Consiglio dei ministri libanese. Per la prima volta, il premier ha sottolineato che anche Hezbollah "è d'accordo". Mikati ha ribadito "l'impegno del governo libanese ad attuare la decisione 1701 del Consiglio di sicurezza con tutte le sue clausole, compresa quella sullo spiegamento dell'esercito nel Libano meridionale e a rafforzare la sua presenza al confine libanese in modo da garantire la corretta applicazione di questa risoluzione".
Attacco Unifil su tavolo Consiglio Esteri
"Certamente gli attacchi all'Unifil in Libano saranno trattati al Consiglio Esteri" dell'Ue che si terrà lunedì a Lussemburgo. Lo ha annunciato un'alta fonte diplomatica europea. "Si tratta di una missione di pace che viene attacca e che coinvolge membri dell'Ue. Non so che tipo di discussione sarà, ma sicuramente la questione verrà affrontata dai ministri", ha aggiunto.
"Spetta agli Stati membri decidere se gli israeliani si stanno spingendo troppo oltre", "Israele ha attaccato sistematicamente l'Onu, il Segretario generale dell'Onu e le agenzie specializzate dell'Onu come l'Unrwa, attaccare e ferire, se non addirittura uccidere, dei caschi blu è qualcosa di molto grave", ha dichiarato un alto funzionario dell'Ue in vista della riunione dei ministri degli Esteri che si terrà lunedì a Lussemburgo. "Immaginate le conseguenze nel resto del mondo con le migliaia e migliaia di caschi blu dispiegati in tutto il mondo. Non stiamo parlando dei Grandi Laghi o in altre aree dove piccoli gruppi completamente fuori controllo, paramilitari, compiono degli attacchi. Qui stiamo parlando di uno Stato, lo Stato di Israele. Quindi, ovviamente, è uno sviluppo molto serio", ha ragionato il funzionario con i giornalisti. "Abbiamo sottoposto all'attenzione degli Stati membri una possibile dichiarazione in merito. Vedremo se ci sarà accordo", ha aggiunto.
Ambasciata d'Israele: "Costretti a rispondere"
Israele "apprezza gli sforzi dell'Italia per prevenire l'escalation nelle nostre aree e il suo contributo all'UNIFIL". Tuttavia, come si legge in un comunicato stampa dell'Ambasciata d'Israele in Italia, lo Stato ebraico è "costretto a rispondere" agli attacchi di Hezbollah. "Purtroppo l'organizzazione terroristica Hezbollah ha installato indisturbata le sue capacita' militari vicino alle basi UNIFIL - si legge ancora - Da tempo Hezbollah attacca Israele operando nei pressi di queste basi, sparando sul territorio israeliano e scavando tunnel nelle vicinanze delle suddette basi per trascinare Israele in qualche provocazione".
"Israele - spiega ancora la nota dell'ambasciata - è costretto a rispondere a questi attacchi, per proteggere le proprie forze e l’incolumità dei propri cittadini".
"Israele ribadisce che non è interessato a un'escalation in Libano, ma è tenuto a proteggere i propri cittadini in conformità con il diritto internazionale. Come promesso, Israele ha aperto un'indagine sugli ultimi casi e trasmetterà i risultati in maniera trasparente alla controparte in Italia. A questo proposito, l'attaché militare israeliano incontrerà oggi i vertici dell'esercito italiano, per illustrare i dettagli dell'indagine. Israele agisce in modo trasparente e in stretta collaborazione con l'Italia e con le forze UNIFIL che operano sul campo, e si rammarica per qualsiasi danno alle Nazioni Unite e alle forze non coinvolte".
"La comunità internazionale - conclude la nota - deve esigere il disarmo e il ritiro delle forze di Hezbollah in conformità con la risoluzione Onu 1701".
L'Onu: "Caschi blu sempre più a rischio"
La sicurezza degli oltre 10.400 caschi blu dell'Onu in Libano è "sempre più in pericolo", le operazioni sono state praticamente interrotte dalla fine di settembre, in concomitanza con l'escalation di Israele contro Hezbollah in Libano. Lo ha detto il capo delle forze di peacekeeping dell'ONU Jean-Pierre Lacroix al Consiglio di sicurezza. "I peacekeeper sono stati confinati nelle loro basi e hanno trascorso lunghi periodi di tempo nei rifugi", ha affermato, aggiungendo che la missione Unifil continua a rimanere pronta a sostenere tutti gli sforzi verso una soluzione diplomatica.
I caschi blu di Unifil sono comunque determinati a rimanere al loro posto nonostante gli attacchi israeliani e gli ordini di spostarsi da parte dell'esercito israeliano, ha aggiunto il portavoce della forza Onu, Andrea Tenenti. I 50 paesi contributori hanno concordato ieri di continuare a schierare i peacekeeper tra il fiume Litani a nord e il confine riconosciuto dall'ONU tra Libano e Israele. "Siamo lì perché il Consiglio di sicurezza ci ha chiesto di esserci. Quindi resteremo finché la situazione non diventerà impossibile per noi operare", ha detto Tenenti.
Tajani: "I soldati italiani non si toccano". Crosetto: "Nessun ritiro"
"Continuiamo a mandare messaggi chiari al Governo di Israele, che i soldati italiani non si toccano". Ad affermarlo, il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, arrivando a Torino per partecipare ad un incontro sui collegamenti Italia - Francia. "Non sono militanti di Hezbollah i nostri soldati - ha aggiunto - ma sono quelli che hanno sempre garantito con un grande rispetto delle regole lavorando per la pace una situazione che permettesse anche alla popolazione civile israeliana di essere tutelata".
"Non si parla di ritiro delle truppe italiane, parliamo sempre di missione Unifil. Qualunque decisione comunque viene presa dalle Nazioni Unite", ha affermato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in visita in Kosovo, spiegando che non è in discussione un ritiro delle truppe italiane.
Il Libano condanna "con la massima fermezza" gli attacchi
Il ministero degli Affari esteri del Libano ha denunciato un nuovo attacco israeliano su una posizione delle forze di peacekeeping dell'Onu, la missione Unifil, ferendo due caschi blu di nazionalità singalese.
In una dichiarazione, il ministero ha affermato di "condannare con la massima fermezza gli spari intenzionali e sistematici da parte dell'esercito israeliano contro la Forza ad interim delle Nazioni Unite in Libano (Unifil)", l'ultimo dei quali ha preso di mira la base srilankese, provocando due feriti. L'agenzia ufficiale Ani riferisce da parte sua che "un carro armato israeliano Merkava ha preso di mira una torre dell'Unifil, ferendo soldati del contingente dello Sri Lanka".
Mosca: "Indignata per l'azione dell'IDF"
"Mosca è indignata per l'azione dell'esercito israeliano. La parte russa chiede di astenersi da qualsiasi azione ostile contro le forze di pace dell'UNIFIL che svolgono la loro missione in Libano in conformita' con l'attuale mandato del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, esprime sostegno e auspica un rapido recupero dei feriti". È quanto si legge in una nota del ministero degli Esteri russo secondo quanto riporta la Tass. AGI