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Martedì, 02 Agosto 2016 11:39

Taranto nella Vie Francigene, è mozione alla Regione Puglia

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Introdurre anche Taranto, e la sua provincia, negli itinerari delle vie Francigene. È quanto chiede in una mozione, depositata in Consiglio regionale, il consigliere Gianni Liviano e la cui ricostruzione storica è stato opera del gruppo di studio del Comitato per la qualità della vita composto da Maria Rosaria Piccinni, Anna Maria La Neve, Salvatore Marzo, Carmine Carlucci e Antonio Fornaro, e che ricalca l’analoga mozione approvata dal Consiglio comunale di Taranto.

“Alla giunta regionale e all’assessore all’Industria turistica e culturale ho chiesto - spiega Gianni Liviano - di rivedere la scelta del percorso pugliese delle vie Francigene, compiuta con la deliberazione di giunta regionale n. 1174 del luglio 2013, includendo anche il territorio di Taranto e della sua provincia. Tale approvazione - aggiunge Liviano - consentirà alla giunta regionale di includere nel percorso individuato nell’ambito degli “Itinerari Culturali del Consiglio D’Europa” l’area jonica, che potrà così partecipare alle misure di valorizzazione, promozione e recupero destinate a tali itinerari”.

La mozione di Liviano prende le mosse dopo l’approvazione di una mozione presentata lo scorso 26 aprile dai consiglieri Ernesto Abaterusso, Erio Congedo e Andrea Caroppo, che comprendeva nel percorso delle vie Francigene anche la provincia di Lecce fino a Santa Maria di Leuca.
“Questa decisione - fa presente Liviano al presidente del consiglio regionale, Mario Loizzo, e all’assessore Loredana Capone - esclude completamente dal percorso delle vie Francigene Taranto e la sua provincia, e ciò a grave danno dell’identità socio-culturale del territorio jonico, che perde significative possibilità di valorizzazione, anche a fini turistici, dei propri percorsi di religiosità, di arte, di architettura rurale e di sviluppo economico e commerciale che costituiscono parte integrante della propria storia, nonché patrimonio comune dell’intera Regione da salvaguardare e valorizzare”.

Secondo Liviano, infatti, la scelta operata dalla giunta regionale di escludere Taranto e la sua provincia dal percorso delle vie Francigene non tiene conto di importanti testimonianze storiche che attestano la presenza di flussi di pellegrini i quali, attraverso un fitto reticolo di strade, vie consolari e tratturi per la transumanza, passavano da Taranto per recarsi a Roma, Santiago di Compostela, presso la Grotta dell’Arcangelo Michele sul Gargano e presso una serie di santuari minori. Un lungo tratto della via Francigena - fa presente Liviano - coincide con la via Appia (Roma-Taranto-Brindisi), considerata l’asse principale di tutte le comunicazioni dell’Impero Romano, che conservò il suo ruolo di arteria di comunicazione durante tutto il Medioevo. L’ultimo tratto della via Appia, da Taranto a Brindisi, e la via Appia Traianea che giungeva sino ad Otranto, nella prima metà del VII secolo risultavano ancora funzionali al pellegrinaggio in Terrasanta, come attesta il ritorno da Gerusalemme di San Cataldo, Santo Patrono di Taranto, che, sbarcato a Otranto, “sub habitu peregrini” raggiunse Taranto che è sempre stata un importante nodo viario, attraversato da flussi di pellegrini diretti verso la Terrasanta. Riferimenti a Taranto come tappa dei pellegrini si rinvengono anche nell’ “Itinerarium Bernardi monachi Franci”, documento storico di grande importanza che attesta le tappe di viaggio di un monaco bretone dell’Abbazia di Mont Saint Michel che compì un pellegrinaggio in Terrasanta tra l’867 e l’870, imbarcandosi proprio da Taranto”.

Il consigliere regionale tarantino, inoltre, fa riferimento ad una copiosa produzione storico-letteraria a supporto della propria richiesta. 

OGGETTO: Inserimento di Taranto e della provincia jonica nel percorso delle vie Francigene.

                                                           MOZIONE

                                      Il Consiglio Regionale della Puglia

Premesso che:

1) La Giunta Regionale, con Deliberazione n. 1174 del 1 luglio 2013 ha approvato il percorso delle vie Francigene di Puglia che, partendo dal Gargano, giunge fino a Brindisi.

2) A seguito della mozione presentata in data 26/04/2016 a firma dei Consiglieri Ernesto Abaterusso, Erio Congedo e Andrea Caroppo, in tale percorso è stata inclusa anche la provincia di Lecce fino a Santa Maria di Leuca.

3) Tale decisione esclude completamente dal percorso delle vie Francigene Taranto e la sua provincia, e ciò a grave danno dell’identità socio-culturale del territorio jonico, che perde significative possibilità di valorizzazione, anche a fini turistici, dei propri percorsi di religiosità, di arte, di architettura rurale e di sviluppo economico e commerciale che costituiscono parte integrante della propria storia, nonché patrimonio comune dell’intera Regione da salvaguardare e valorizzare.

Considerato che:

1) La scelta operata dalla Giunta Regionale di escludere Taranto e la sua provincia dal percorso delle vie Francigene non tiene conto di importanti testimonianze storiche che attestano la presenza di flussi di pellegrini i quali, attraverso un fitto reticolo di strade, vie consolari e tratturi per la transumanza, passavano da Taranto per recarsi a Roma, Santiago di Compostela, presso la Grotta dell’Arcangelo Michele sul Gargano e presso una serie di santuari minori.
Un lungo tratto della via Francigena coincide con la via Appia (Roma-Taranto-Brindisi), considerata l’asse principale di tutte le comunicazioni dell’Impero Romano, che conservò il suo ruolo di arteria di comunicazione durante tutto il Medioevo.
L’ultimo tratto della via Appia, da Taranto a Brindisi, e la via Appia Traianea che giungeva sino ad Otranto, nella prima metà del VII secolo risultavano ancora funzionali al pellegrinaggio in Terrasanta, come attesta il ritorno da Gerusalemme di San Cataldo, Santo Patrono di Taranto, che, sbarcato a Otranto, “sub habitu peregrini” raggiunse Taranto.
2) Taranto è sempre stata un importante nodo viario, attraversato da flussi di pellegrini diretti verso la Terrasanta. Vi afferivano infatti cinque strade: la via Appia da Roma, la via Appia per Brindisi, la mulattiera per Bari, la via per il Salento e quella per il Bruzio.
Riferimenti a Taranto come tappa dei pellegrini si rinvengono anche nell’ “Itinerarium Bernardi monachi Franci”, documento storico di grande importanza che attesta le tappe di viaggio di un monaco bretone dell’Abbazia di Mont Saint- Michel che compì un pellegrinaggio in Terrasanta tra l’867 e l’870, imbarcandosi proprio da Taranto.

3) Questo percorso è entrato nella tradizione come “Francigeno”. Lo dimostra anche l’itinerario in Terrasanta del nobile Dauferio nell’817, ricco di dettagli topografici. Da Benevento, seguendo la direttrice Traiana, anche questa più tardi nota come strada “Francisca”, i pellegrini pervenivano prima alla grotta di San Michele sul Gargano, poi a Bari “civitas Sarracenorum” e, infine, attraverso la Via per compendium, a Taranto, dove s’imbarcavano alla volta di Alessandria per raggiungere la Terrasanta.

4) Tra l’XI e il XII secolo la via Appia-Traiana era l’arteria stradale più importante del Mezzogiorno, funzionale sia all’attività portuale delle città adriatiche, sia al collegamento tra l’Europa e l’Oriente. L’itinerario litoraneo adriatico, da Siponto a Bari, alternativo alla direttrice Traiana- Francigena, e la via per compendium da Bari a Taranto, segnalata fin dagli itinerari più antichi, costituivano, nei secoli centrali del Medioevo, degli assi viari molto importanti nel complesso quadro dei collegamenti tra le città costiere pugliesi e le regioni limitrofe. Di ciò si trova conferma anche nell’Itinerarium Burdigalense del 333 d.C.

5) Tra le vie terrestri per la Terrasanta, nell’alto Medioevo, accanto agli assi viari maggiori è ricordata l’esistenza di un’articolata viabilità secondaria, non molto estesa e organica al territorio, fatta di sentieri rurali e di piste di origine magnogreca.
Questa trama di strade era frequentata normalmente da eserciti, mercanti e pellegrini, e dalle transumanze. Su questi percorsi sono sorte nel tempo masserie, insediamenti rupestri con santuari minori, ma ricchi di testimonianze artistiche di pregio, che esprimono la contaminazione tra stili e culture diverse. E’ storicamente dimostrato che i pellegrini si muovessero anche per strade interne e alternative, maggiormente segnate dalla brevità del percorso e dalla presenza di qualche santuario. Testimonianze evidenti sono le iscrizioni di pellegrini e le croci templari incise in diverse chiese rupestri a Massafra, Laterza, Palagianello, Statte, in particolare la Chiesa di Santa Lucia di Palagianello e l’ipogeo di San Posidonio a Massafra.
San Nicola Pellegrino passò per Massafra nel suo viaggio da Taranto alla Terrasanta, lasciando traccia in un affresco del XIII secolo nella chiesa rupestre della Candelora, che lo raffigura in abito e sacca da pellegrino accanto a santo Stefano protomartire.
Nel tarantino era presente anche il culto per san Giacomo e il pellegrinaggio a Santiago di Compostela: lo dimostrano una conchiglia giacomea rinvenuta in una tomba a Laterza e una chiesa rupestre dedicata a San Giacomo con affreschi che raffigurano un pellegrino rappresentato con le  tipiche insegne: il bastone e la conchiglia.

6) A 3 km da Taranto, sulla SS 106 per Reggio Calabria, sorge il  monastero di Santa Maria della Giustizia, uno dei monumenti medioevali di maggior interesse di Taranto, voluto nell’anno 1119 da Costanza di Francia e Boemondo II per realizzarvi una domus ad uso del monastero stesso e dei pellegrini. Ivi fu ospitato l’Hospitium peregrinorum, citato nella Bolla del 1188 del Papa Clemente III, con lo scopo di accogliere i pellegrini diretti in Terrasanta (come dimostrano le numerose iscrizioni e testimonianze presenti all’interno) nonchè fungere da ospedale per i  pellegrini malati.
Con una Bolla di Pasquale II, datata 15 febbraio 1113, nel disciplinare l’imbarco dei crociati per la Terrasanta, si assegnavano alla Regione Puglia sei porti: Siponto, Barletta, Bari, Brindisi, Otranto e Taranto.
L’accoglienza dei pellegrini, dunque, è parte del tessuto storico e culturale di Taranto e della sua provincia, che annovera tra le sue confraternite quella di “Santa Maria dei Pellegrini”, che all’interno del proprio statuto prevede l’obbligo per i confratelli di offrire ristoro e ospitalità ai pellegrini.

7) Tali circostanze sono state rilevate e confermate da copiosa dottrina scientifica. Tra i numerosi autorevoli studi si segnalano i seguenti:

Vuolo A. , L’itinerarium del monaco Bernardo, in M. Oldoni (a cura di), Fra Roma e Gerusalemme nel Medioevo: paesaggi umani ed ambientali del pellegrinaggio medievale, Salerno, Laveglia, 2005, pp. 313-334.

Caprara R., Le vie verdi dei pellegrini, Progetto editoriale del GAL Colline joniche, 2016.

Caragnano G., Una inconsueta iconografia di San giacomo in ambito rupestre: il miracolo dell’impiccato nella Chiesa di San Giacomo a Laterza, in Alètes, Miscellanea per i settant’anni di Roberto Caprara, Massafra, 2000, pp. 115-130.

Bouet P., ‎ Otranto G., ‎ Vauchez A., Culto e santuari di San Michele nell’Europa Medievale, Università di Bari, Edipuglia, 2007.

Avril F., Gaborit J.R., L'Itinerarium Bernardi Monachi et les pèlerinages d'Italie du Sud pendant le haut-Moyen-Age, Mélanges d'archéologie et d'histoire,   Année 1967, Volume 79,  pp. 269-298

Dalena P., Dagli Itinera ai percorsi: viaggiare nel Mezzogiorno medievale, Mario Adda Editore, 2003.

Oursel R., Vie di Pellegrinaggio e Santuari, da Gerusalemme a Fatima, Jaca Book, Milano, 1998.

Speziale G., Taranto sul mare, in Taranto per il XXXI congresso della Dante Alighieri, 1926, p. 7.

Borghi B. (a cura di), Vie e mete dei pellegrini nel Medioevo euromediterraneo:atti del convegno di  Bologna, 21 ottobre 2005, Dipartimento di discipline storiche, Università di Bologna, Patron Editore, 2007.
D'Angela C., Edilizia religiosa a Taranto (secc. V-XIV), in AA.VV., Taranto. La chiesa/le chiese, a cura di C. D. Fonseca, Fasano 1992, pp. 287–311.
Giovine G., De antiquitate et varia Tarentinorum fortuna, Napoli 1589, ed. Graevii-Burmanni, Thesaurus Italiae, XII, 5, Lugduni Batavorum 1793.

Blandamura G., Santa Maria della Giustizia, in Taras, I, 1926, n. 3-4, pp. 17–26.

Stopani R., Guida ai percorsi della Via Francigena nell'Italia Meridionale, Firenze, 1992


TANTO PREMESSO E CONSIDERATO

Si chiede alla Giunta Regionale e all’Assessore all’industria turistica e culturale, previa approvazione del Consiglio Regionale,  di:

rivedere la scelta del percorso pugliese delle vie Francigene, compiuta con la Deliberazione di Giunta Regionale n. 1174 del luglio 2013, includendo1 anche il territorio di Taranto e della sua provincia.

Tale approvazione consentirà alla Giunta Regionale di includere nel percorso individuato nell’ambito degli “Itinerari Culturali del Consiglio D’Europa” l’area jonica, che potrà così partecipare alle misure di valorizzazione, promozione e recupero destinate a 
 tali itinerari.

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