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Lunedì, 08 Agosto 2016 09:30

Pakistan, 25 morti per esplosione in ospedale a Quetta

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Islamabad - Almeno 25 persone sono morte e 35 sono rimaste ferite per una violenta esplosione nell'Ospedale Civile di Quetta in Pakistan, nel quale poco prima era stato ricoverato un noto avvocato, ucciso in un agguato da sconosciuti.

Lo riferisce l'emittente pakistana Geo TV. Il presidente dell'Associazione avvocati del Baluchistan, Bilal Anwar Kasi, è stato raggiunto da colpi d'arma da fuoco sparati, intorno alle 9 ora locale, da un commando armato. Quasi un'ora più tardi c'è stata "la violenta esplosione" nell'ospedale di Quetta dove era stato portato il corpo di Kasi e si era raccolto un gran numero di colleghi dell'avvocato ucciso, ma anche giornalisti. Secondo testimoni, molte vittime sono proprio avvocati. Nell'attentato in cui è morto Kasi è rimasto ferito anche l'ex presidente degli avvocati del Baluchistan, Baz Muhammad Kakar.

Il portavoce della polizia, Nasir Hussein, ha segnalato che, dopo l'esplosione, ci sono stati vari spari, ma non ha saputo identificare gli autori e ha descritto però una situazione di "caos". Dopo l'esplosione e' stato dichiarato lo stato di emergenza in tutti gli ospedali della città. Il premier, Nawaz Sharif, ha condannato le vittime e ha detto che "non permetterà a nessuno di perturbare la pace".

Negli ultimi mesi vari avvocati sono stati attaccati nel Baluchistan, una regione sud-occidentale dove operano gruppi armati di stampo separatista che compiono attentati contro le forze dell'ordine e altre istituzioni dello Stato, oltre a fazioni talebane e gruppi jihadisti. Meno di una settimana fa era stato assassinato Jahanzeb Alvi e a giugno era stato raggiunto da colpi di arma da fuoco il direttore del'università di diritto, Amanullah Achakzai. Gli attacchi si producono in una situazione in cui è invece significativamente diminuito il numero di attacchi in Pakistan, dopo che nel giugno 2014 l'esercito ha cominciato un'operazone antiterrorista nel nord-ovest del Paese, in cui sono morti almeno 2.400 persone e 488 militari, secondo dati non verificati in maniera indipendente. (AGI)

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