Lo afferma l'Onu, che chiede una tregua umanitaria di 48 ore perché siano riparati gli impianti e ricostituite le scorte di cibo e medicinali per la popolazione.
Nella città siriana, avverte l'Onu, oltre 2 milioni di persone rischiano di finire sotto un assedio totale. In due settimane di violenti combattimenti, infatti, il capoluogo è stato diviso in due parti con i ribelli dell'opposizione da una parte e le forze del regime dall'altra: ognuna delle due parti controlla le vie di accesso del nemico, ponendo i residenti civili sotto assedio, informa il Tgcom di Mediaset
In un comunicato, Yacoub el Hillo, coordinatore residente dell'Onu per gli affari umanitari in Siria, e Kevin Kennedy, coordinatore umanitario regionale per la crisi siriana, sottolineano che, dopo l'interruzione della rete idrica, "l'acqua dei pozzi e delle cisterne non e' nemmeno lontanamente sufficiente per rispondere alle esigenze della popolazione".
"Le Nazioni Unite - sottolineano i due - sono pronte ad assistere la popolazione civile di Aleppo, una città ora unita nella sofferenza. I civili, compresi i malati e i feriti, devono essere raggiunti con operazioni per le vie più rapide attraverso le linee e attraverso la frontiera dalla Turchia. Devono essere assistiti senza discriminazioni e ovunque si trovino. Tutte le parti devono garantire la sicurezza, la salvezza e la dignità di tutti i civili".
"Quando vengono utilizzate per privare intenzionalmente persone di cibo e altri beni essenziali per la loro sopravvivenza - conclude la nota - le tattiche di assedio costituiscono un crimine di guerra".
Della tregua umanitaria stanno già discutendo, a Ginevra, esperti militari russi e americani alla presenza di rappresentanti dell'Onu, affrontan anche il tema della "lotta congiunta contro il terrorismo".
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