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Giovedì, 18 Agosto 2016 08:40

Thomas Hardy - «Jude l’Oscuro»

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Un amore scandaloso nell’Inghilterra vittoriana Il libro di oggi è una lettura da fare di sera, al fresco, sotto un albero. Perché è ormai estate e fa caldo e poi si devono cogliere tutti quegli umori dei sentimenti autentici. E’ un libro rivolto al senso dell’amore che non conosce, o meglio non riconosce, gli schemi rigidi del conformismo

L’autore Thomas Hardy fu un architetto che abbandonò la professione per dedicarsi alla letteratura. Vissuto tra il 1840 ed il 1928, scrisse quello che si crede essere il suo ultimo romanzo (1895), che è il nostro libro della soffitta, che quando usci fu male accettato dalla critica vittoriana per la denuncia sociale in esso presente: Jude l’Oscuro racconta la storia di un disgraziato ai limiti della società che non riesce ad appartenere ad alcun ceto e, per questo motivo, non si sente "abitante né tra gli uomini né tra i fantasmi", essendo fantasma agli occhi degli uomini: è “oscuro” perché non viene né visto né sentito da essi. Il massimo del disprezzo del conformismo per il "moralmente" diverso, perché Jude crede nell’amore e non nel matrimonio legalizzato.

Le rigide convenzioni vittoriane vengono derise e criticate aspramente, anche se, in linea con la sua filosofia, Hardy non trova comunque soluzione per Jude, vittima impotente. Un libro controverso per l’epoca. Figuriamoci ancora oggi, almeno in Italia si fa fatica a concepire famiglie fuori dal matrimonio, figuriamoci cosa poteva accadeva nel 1895 a Londra, in pieno moralismo della regina Vittoria: il libro fu messo al rogo.
Questo spiega il fatto che Thomas decise di dedicarsi solo alla poesia, scrivendo, dal 1898 fino al 1928, ben otto raccolte di versi.

Il libro è dunque importante sia sul piano culturale che sociale. Anche se parla d’amore non è una favola bella, anzi piuttosto tragica. C’è un passo del libro che è emblematico, i due innamorati, ognuno dei quali aveva lasciato i rispettivi partner, osservano una celebrazione di un matrimonio in chiesa, discutono a lungo fra loro sull’assurdità di questo contratto, che nulla centra con l’amore vero. Lo stesso scrittore in quel punto, forse immaginando cosa la critica avrebbe detto, scrive: "il narratore di stati d’animo e di avvenimenti deve astenersi dall’esprimere opinioni personali sulla grave controversia sopra accennata. Che la coppia fosse felice - malgrado qualche momento di tristezza - era innegabile".

Nella prima prefazione alla prima edizione del 1895, l’autore, raccontando la storia di questo romanzo, uscita a puntate su un periodico fin dal 1892, scrive: "..un romanzo rivolto da un uomo a un pubblico adulto, che cerca di trattare con naturalezza l’inquietudine e l’eccitazione e il disastro che possono incalzare quando le più forti passioni umane si risvegliano, di raccontare senza giri di parole la guerra mortale ingaggiata tra la carne e lo spirito, e di mettere in rilievo la tragedia delle ambizioni non soddisfatte..."

Ho letto il libro e posso dire che è una bella e tragica storia d’amore, ben descritta nel film del 1996, una storia epica che attraversa una vita intera, una storia che non sta bene in soffitta ed ogni tanto occorre riprendere, per capire anche il nostro modo di amare.

Read 1415 times Last modified on Domenica, 08 Luglio 2018 11:22

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